Il Camilleri che ho conosciuto
La grande lezione (spesso fuorviante e castrante) della retorica positivista, che prevede che mai un relatore parli di sé, ancora oggi caratterizza molti di noi. L’autobiografismo è visto in accademia come concessione censurabile al narcisismo. Camilleri, in quella lezione, riuscì a fare ciò che Bachtin dice essere (e dover essere) sempre una struttura narrativa: riuscì a parlare di sé parlando di letteratura. Si raccontò letterariamente, con quel tanto di giusta finzione che deve essere sempre concesso (e preteso) a chi narra. Se lo si ascolta attentamente si impara un metodo di dialogo tra i vecchi e i giovani, tra il presente e il futuro.
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