La paura del futuro e la tentazione del disordine
di Paolo Maninchedda
Il sentimento più diffuso in Sardegna è la paura del futuro.
Tutto sembra sbagliato, disordinato, incapace di rispondere ad attese e cambiamenti.
Con gli occhi perennemente cerchiati di nero ogni cambiamento, pur reale, non risulta essere visibile.
Faccio degli esempi che mi riguardano così evito di pestare i calli a chicchessia.
Ricordo tutto questo per condividere la severa disciplina psicologica che ogni giorno mi impongo: decidere ogni giorno che cosa si fa in più rispetto al giorno prima e non guardare mai la montagna di cose che restano da fare per rimanerne annichiliti. La seconda operazione che faccio è difendermi dai protestari di professione: c’è tanta gente che non indica soluzioni, non esplicita mai che cosa ha fatto in prima persona per affrontare un problema e che cosa intende fare per il futuro, ma semplicemente protesta, pensando che la denuncia in sé determini la soluzione. Mentre con queste persone parlo, discuto, cerco di offrire punti di vista differenti, con i politici che pensano di guidare la protesta per conquistare l’egemonia dello Stato – conducendo le folle inferocite alla vittoria e portando se stessi al potere -, con questi combatto.