Sassari si conferma capitale del diritto barocco e della cionfra, istituto sconosciuto ai Romani ma noto ai turritani.
La cionfra non è un animale, è una forma spirituale di gruppo del fare giocando, del comandare senza farsene accorgere, del tessere senza telaio, quasi senza mani.
La cionfra genera lauree, carriere, relazioni, chiamate e congelamenti, tutto realizzato apparentemente facendo piccoli spuntini, o riunendosi al cospetto di un dio a testa angolare, o ammeschinandosi, cioè facendo finta di essere deboli per assestare con più gusto un calcio in medio testicolorum al nemico più odiato.
La cionfra è un’arte dell’odio e dell’amicizia, è ambigua, liquida.
Oggi i due giornali sardi parlano dell’ultimo atto ottriato del magnifico Rettore di Sassari: la fissazione della data delle elezioni per il nuovo Rettore.
Unico caso al mondo, al netto di qualche dittatore asiatico, la data va oltre il termine del mandato rettorale. E qui entra la cionfretta.
Cosa si sono bevuti i giornali? Che il rettore carpiato ovviamente si dimetterà il 31 ottobre.
In questo mondo devastato dalle bugie di potere, nessuno ha fatto notare che il 31 ottobre il rettore quantico non si dimette, ma decade e dunque da un lato non concede nulla, dall’altro, decadendo, disciplina il tempo oltre il suo tempo.
Il rettore bosonico ha fissato la data delle elezioni un mese dopo la sua decadenza.
Un capolavoro cionfrastico. Se lo avesse fatto un topolino di campagna sardo, uno con il cognome pieno di ‘u’, non sarebbe mancato il magistrato palestrato, di rigore vestito e di fama bramoso, che lo avrebbe immediatamente fulminato.
Ma in questo caso abbiamo tante ‘e’ e tante ‘i’ e poi abbiamo la cionfra, che non fa mai vedere la trama del tessuto, ma solo l’esito.
Dove sono i vati del diritto che in altre circostanze si sono stracciati le vesti in pubblico come Anna e Caifa per difendere paladini del progresso poi svelatisi palazzinari costieri?
Dove sono i paladini del diritto che insegnano agli studenti i valori della Costituzione, la sovranità della legge, l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge?
Ah, certo, dimenticavo, so dove sono: sono impegnati in quella che si chiama in universitariese “Terza missione”, cioè cionfra salottiera di relazione, pratica elemosinante di convenzioni e piccoli finanziamenti. Fili e filetti che rendono tutti un po’ appartenenti al sistema e dunque silenti, dolentemente silenti, ma sempre e comunque silenti.
Salutiamo dunque l’occaso di Carpinelli: un coup de théâtre turritano che mancu li cani!
Una domanda nasce spontanea: ma allora quando sui giornali e sulle TV locali uscivano servizi come quello che linko qui sotto, si scherzava?
https://www.youtube.com/watch?v=1UXC_WZa-iM
Quel che volevo dire è che ai tempi della DC e del PCI c’è stata mobilità sociale. Dagli anni 80 un’autoproclamatasi elite si è data medaglie e, soprattutto, ha brigato per conquistare incarichi retribuiti, isolando chi non omogeneo.
Aridatece er puzzone!
Ahimè, la cionfra è ovunque. Non solo in Sardegna. In Italia.
Io ho nostalgia dei tempi della DC, del PCI…Siamo proprio a livelli bassi ora.
Un progetto oltre quello della conservazione del potere?
Non ne vedo.