Ho sempre pensato che se Gesù si mostrasse (non ‘tornasse’, come dicono in tanti, anche la liturgia, perché non se n’è mai andato) oggi, la Chiesa avrebbe la stessa reazione che ebbero i Sadducei, gli Scribi e i Farisei quando lo consegnarono ai Romani perché lo torturassero e lo uccidessero.
La Chiesa, poi, anziché trasmettere l’ostilità ai Romani, divenuta Romana, trasmise quella per gli ebrei, di cui si è pentita recentemente.
In questo, i cattolici di destra e quelli di sinistra sarebbero uniti, perché sono entrambi romani, ossia più attenti al governo delle cose che al senso delle cose.
L’intervista di qualche giorno fa al Cardinale Ruini, nella quale il prelato dice che dialogare con Salvini è un dovere, ma dice anche che il cattolicesimo di sinistra è finito, fa il paio con l’ennesima apparizione in pubblico del cardinale Becciu, in Sardegna, questa volta dedicata a un pittore. I cardinali sono cardinali, cioè uomini di governo, di che cosa dovrebbero parlare se non di ciò che è utile al governo delle cose?
Un cardinale, un vescovo, la gerarchia in senso lato, è come un senatore o un deputato, o un Presidente di Regione, sono nati, anzi, sono stati inventati per governare.
E dunque, quando si parla di Ruini, o di Becciu, o di prelati, si parla di politica non di Dio. Tutto ciò premesso, ha ragione o torto Ruini?
Da un punto di vista Romano ha sacrosanta ragione. La Chiesa ha dialogato a fin di bene anche con i Longobardi (putentissima gens li definiva papa Gregorio Magno), i Fascisti, i peggiori dittatori, perché non dovrebbe dialogare con Salvini, che non è un dittatore, non è fascista e non ammazza nessuno? E in fin dei conti, Salvini sui migranti ha fatto più che altro teatro, chi ha iniziato i respingimenti e i processi contro le Ong fu Minniti e lo fece quando Napolitano parlava di ‘invasione’ dei migranti.
Il problema è che Ruini sa perfettamente come funziona la macchina social di Salvini, quali bassi sentimenti alimenti, quanto stiano aumentando negli stadi i cori razzisti, quali siano i rapporti internazionali privilegiati da Salvini, ma su questo tace e tace perché è Romano, perché non è interessato a come il potere si genera, ma a farci i conti quando è già generato, quando conta qualcosa.
Da buon Romano, va per linee grosse: ci sono i cattolici di destra, vincenti, superstiziosi e popolari, che hanno sempre la Madonna dalla loro parte, e i cattolici di sinistra, perdenti, permalosi, presuntuosi oltre ogni immaginazione e giustizialisti sulle spalle degli altri. Lui opta per i primi, perché più ignoranti e malleabili.
Chi, come me, è credente e non è certamente di destra, specie della destra italiana, e neanche di questa sinistra italiana, e per di più ha un grande dubbio (per usare un eufemismo) sulla sua reale utilità per la vita spirituale della Chiesa di tutti questi vescovi e cardinali, non rientra nella anagrafe politica e religiosa di Ruini.
Ne siamo orgogliosi; siamo ignorati da coloro che non vogliamo che ci considerino; siamo ignorati da una sovrastruttura privilegiata della storia, da un club tanto elitario quanto in fin dei conti più incline all’astuzia che all’intelligenza.
Ovviamente non poteva mancare l’espressione di contrarietà ai preti sposati.
Gli apostoli avevano mogli e figli; Gesù aveva fratelli e questo non ha tolto nulla al culto della Madonna fin dai primi secoli (perché in fin dei conti a questa chiesa sessista è la Madonna che pone un immenso problema, Colei che non temette di raccontare ai primi cristiani come rimase incinta, pur sapendo che molti l’avrebbero tacciata di pessimi costumi; Colei che in un mondo orientale che ha paura delle donne, venne rappresentata nell’Apocalisse trionfante, con in testa la corona e ai piedi la luna ); il sessismo è una malattia monastica, sebbene sia verissimo che quanto più ci si inoltra nelle profondità spirituali, tanto meno si è attratti dalle felicità momentanee che la sessualità fornisce. Il sesso sta all’estasi come un piacere rozzo sta a un piacere raffinato e intenso. Il problema dei vergini esaltati è privarsi della paternità/maternità in nome della rinuncia al sesso.
Eppure si vede da lontano che i preti e le suore migliori sono quelli che sublimano la carità nella maternità e nella paternità, quelli che sperimentano affetti smisurati e senza reciprocità, quelli che sperimentano dolori non sanabili per perdite irrimediabili, quelli che sanno capire che amare perdutamente non è organizzare il catechismo, o la formazione, o la distribuzione dei viveri; questa è organizzazione, precisione, senso tattico e strategico, ma non è amore. E chi non sperimenta un amore insanabile non sa guardare alla croce con commozione.
Quindi, ho letto Ruini e poi, avendo da arrostire un pesce, ho acceso il fuoco. E ne sono stato contento (ha coadiuvato la lectio magistralis di Becciu, che dopo aver dilettato la Sardegna di consigli su ogni cosa, dal lavoro, ai trasporti, alle strade ecc. ecc., adesso la onora di rinnovati e progressivi sensi estetici. Ottima miccia).
Articolo di chiarezza magistrale. Grazie