“Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha firmato il decreto per l’indizione dei comizi elettorali. I cittadini sardi voteranno per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione del presidente della Giunta il 16 Febbraio 2014”.
Questo il testo del comunicato stampa inviato alle redazioni e che rivoluziona i calcoli e, soprattutto, i tempi organizzativi di tutte le forze politiche. Il governatore ha fatto pretattica visto che in un primo momento aveva annunciato di voler indire le elezioni nell’ultima domenica utile, ossia il 2 marzo.
Appare evidente il tentativo di sfruttare al massimo il fatto che gli avversari, Pd in testa, non abbiano ancora preso una decisione sulle alleanze e sui nomi.
Ci sono venti seggi in meno da assegnare rispetto alla legislatura che si sta per concludere (da 80 si scende a 60). Nuova è la legge elettorale. E’ stato cancellato il “listino” legato alla sorte del candidato presidente che, invece, si deve presentare da solo a livello regionale e deve apparentarsi con una o più coalizioni in lizza nelle otto circoscrizioni, equivalenti ai territori delle vecchie province.
Per entrare nel nuovo Consiglio regionale una coalizione deve ottenere almeno il 10% dei consensi. La soglia di sbarramento è, invece, del 5% per i partiti che corrono da soli.
Per garantire la governabilità è previsto un premio di maggioranza: il 60% dei seggi se, chi vince, supera il 40% dei consensi; il 55% se ottiene tra il 25 e il 40% dei voti. Un successo sotto il 25% (o sopra il 60%), invece, impone la semplice ripartizione proporzionale e nessun posto in più con conseguenze immaginabili (nel caso si sia sotto il 25%) sulla capacità di guidare la Sardegna.
Per quanto riguarda i termini di presentazione delle candidature, occorre attendere la pubblicazione del decreto sul Buras. In ogni caso i tempi sono ristrettissimi.
In abbinata con questa notizia ho letto il volume che ha pubblicato la Regione Sardegna con la sua società in House SardegnaIT, “Detto Fatto”.
E’ un manifesto elettorale, non è un rendiconto.
Credo che ogni pagina di quell’opuscolo possa essere smontata andando a ricercare le delibere con le quali sono state messe in cantiere opere che oggi il Governatore attesta al suo operato e che invece risalgono a giunte precedenti.
Non discuto sulla “legalità” del volume, ma sulla opportunità.
Un Ente come la Regione dovrebbe pubblicare informazioni suffragate da numeri.
Un candidato può scrivere ciò che vuole ma a spese proprie.
Non c’e’ comunque limite allo squallore.
Ps: a leggere quel libro sembra che in questa regione ci sia un livello di benessere simile a quello dell’Alto Adige.
Ps2: ci siamo per il nostro piccolo lavoro a tuo sostegno.
Buon anno a tutti i lettori di questo spazio democratico.
Pietro
Bello scherzo!