Distrazione di massa Ieri la Giunta regionale della Sardegna ha approvato il Disegno di legge per la nomina dei commissari straordinari nelle Asl sarde. Prima di descriverlo e valutarlo, è utile dare significato al tempo, cioè al momento nel quale questa proposta è stata assunta e al contesto che lo caratterizza.
La Giunta regionale è sotto scacco sull’eolico.
I video diffusi nel web e nei social sulla posizione della presidente Todde prima di divenire presidente, quando era viceministro, mostrano una persona che credeva nell’esatto contrario di ciò che oggi dice di voler combattere. Inevitabilmente nessuno le crede. Piaccia o non piaccia, L’Unione Sarda è riuscita a creare un clima di popolo doppiamente ostile: contro la speculazione energetica e contro la Giunta incapace. Poco importa che la legge Pratobello 2024 non abbia le caratteristiche giuste per bloccare l’assalto speculativo; il suo obiettivo era ed è unire la società sarda in un sentimento di opposizione che, inevitabilmente, sta covando anche semi di ribellismo. Poco importa che in pochi abbiano capito che la scelta dell’editore è stata per la linea agitazionista di Pili e non per quella salottiera della Mongiu, il risultato è pur sempre che la Sardegna è in fiamme come mai lo è stata negli ultimi anni e chi la governa, cioè la Todde, non mostra di avere le capacità per uscire dall’angolo nel quale la sua faciloneria politica l’ha messa. L’eolico incombe e lei fa leggine di potere e ricorsi alla Corte Costituzionale: nessuno si distrae e tutti la considerano dall’altra parte, tutti la iscrivono nel partito pro eolico. Situazione grave e esplosiva: popolo contro Presidente, erano decenni che non accadeva.
Il disegno di legge con due anime: poltrone e Solinas Non contesto minimamente la volontà della Giunta di voler procedere alla nomina di commissari straordinari. Penso anche che per il 98% dei Sardi l’argomento non sia di alcun interesse. Ciò cui mi oppongo è l’ennesima replica della natura della maggioranza a guida Cinquetasche, che considera il potere non uno strumento che è anche un dovere, ma un obiettivo valido per se stesso: i Toddiani (con il sazio consenso omertoso del Pd) sono al potere per il potere, perché vogliono comandare a dispetto della vacuità delle loro visioni e della debolezza delle loro competenze. Sono disposti a dire e fare tutto e il contrario di tutto pur di occupare posizioni, distribuire incarichi, presidiare ogni minimo ruolo di responsabilità in Sardegna. Chi è il loro modello? Solinas (non a caso, molti ex Solinas sono tra i consulenti a stipendio insperato della Todde).
Il fantasma di Christian Solinas La legislatura passata è stata una delle peggiori della storia autonomistica, ma non per la sua inefficacia (in questo è in buonissima compagnia), piuttosto per la sua capacità di portare maggioranza e opposizione a condividere il peggiore dei vizi: distribuire ricchezze e poltrone arbitrariamente, facendo strame del merito (ricordate i concorsi dove hanno pesato di più i colloqui dei titoli) e delle procedure, rivendicando alla politica il potere sfrontato di fare ricche singole persone e associazioni con rimesse finanziare direttamente disposte dalle leggi. Mai come sotto Solinas la politica è stata favore e privilegio. Ebbene, la Giunta Todde ne ha ereditato spirito e forma e la legge sulla sanità ne è la conferma.
La legge per i commissari Il Disegno di legge si compone di quindici articoli, che per lo più si occupano di nomine, per circa un terzo, e della interpretazione autentica della legge che la maggioranza di Cristian Solinas aveva varato nella scorsa legislatura. In poche parole si afferma che la legge 24/2020 è fatta bene, va solo interpretata, così tutto potrà andare per il meglio.
Perché tanti articoli di ‘interpretazione autentica’ di una legge precedente? Anche questo espediente è solinasiano. Mettere in legge una o più interpretazioni autentiche di un’altra legge è un obbrobrio che solo in una regione abituata a farsi fare di tutto può essere accettato. Se una legge non è chiara, un legislatore serio la cambia, non la interpreta con un’altra legge. Ma qui lo scopo è più sottile ed è insopportabile. Siccome la Giunta vuole comprimere il diritto dei cittadini di ricorrere contro le sue decisioni e evitare il più possibile che il governo centrale le impugni la legge, allora lascia vigente una legge che evidentemente risulta ambigua e ne cambia il contenuto con l’interpretazione. Questa è politica trasparente? Questa è politica giusta? NO, questa è la politica di Solinas riciclata.
Gli articoli Gli art. 1 e 2 svelano che i redattori forse sanno di amministrazione, ma sanno pochissimo di tecnica legislativa. Se è vero che il pensatoio che avrebbe partorito questa proposta di legge si compone di Pintor, Tecleme (prima del trapasso politico) e Deiana, allora i conti tornano: nessuno di loro ha mai scritto leggi, e si vede. Da quando in qua si iscrivono in legge non principi generali ma obiettivi politici e poi non si declinano nel corpo della legge le modalità con cui la norma intende realizzarli e garantirli? Si pensa forse che il pipponcino iniziale protegga e rafforzi la sensazione che la legge modifichi aspetti strutturali del sistema sanitario sardo tali da giustificare i commissariamenti? Ma si à un’idea del pelo che cresce naturalmente sullo stomaco dei dirigenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che leggono le leggi regionali? Ma si può pensare che all’avvocatura dello Stato vivano imberbi legulei con il ditino in bocca?
Il 2, il 3 ed il 4 interpretano la legge del Centro-destra rafforzando i poteri di Ares, si di ARES. Durante la campagna elettorale ultima scorsa il centro sinistra ha sempre sostenuto che Ares era la causa di tutti i mali, però questa è una lettura malevola delle loro promesse elettorali, solo gli stolti non cambiano idea. Adesso l’Ares viene rafforzata con poteri para-assessoriali (contento Rombo, contenti tutti), perché è lì che si trova la chiave di volta, la quale si chiama Pintor. Ancora un volta, anziché nominare un assessore forte e competente, si cerca di limitarne i poteri con un manager amico. Il risultato sarà fallimentare.
Lo sport che piace tanto ai politici sardi è spostare ospedali tra le aziende. È nuovamente il turno del Regina Margherita di Alghero e del Microcitemico di Cagliari. L’articolo 6 dispone il trasferimento del primo dall’Aou di Sassari alla ASL di Sassari e del secondo dalla Asl di Cagliari all’ARNAS Brotzu. Gli edifici rimangono dove sono, ma si incasina la vita degli operatori della sanità che ogni tre anni vedono cambiata l’organizzazione e le procedure. La ragione dello spostamento non è conosciuta; nella relazione al Disegno di legge si dice che vengono ritrasferiti perché le precedenti procedure di trasferimento non sono terminate, quindi è bene ricominciare da capo, però l’AOU di Sassari deve continuare a fare formazione universitaria ad Alghero.
L’art. 7 chiarisce quando detto dalla legge di Cristian, senza cambiarla. L’AREUS deve collaborare con le altre aziende sanitarie, come se ci fosse bisogno di un chiarimento disposto in legge perché questo accada.
L’art. 9 aggiunge l’ennesima struttura territoriale i Centri di Assistenza e Urgenza (CAU), che non viene chiarito cosa siano (sono rifunzionalizzazioni dei poliambulatori? Sono la trasformazione degli ospedali periferici? Cosa sono?) ma che sappiamo stanno stentando a decollare nell’organizzatissima Emilia Romagna. Dopo le COT e gli ODC ecco i CAU. Gli acronimi sono belli ed anche le funzioni che si voglio assegnare alle nuove strutture, ma continuiamo a rimanere curiosi di sapere da dove tireranno fuori il personale per farle funzionare, abbiamo i Pronto Soccorso senza medici!!!
Ma lo scopriremo a breve, anche perché l’art. 14 dice incredibilmente che dall’applicazione di questa legge non derivano costi aggiuntivi. Chissà da dove saranno spostati i medici e gli infermieri per lavorare in questi centri di urgenza territoriali, i CAU, quando è noto che i contratti di lavoro impediscono ai Direttori Generali e anche ai validissimi Commissari dei Cinquetasche di spostare il personale a piacimento. La Relazione al disegno di legge dice che le aziende vanno commissariate perché non ci sono le guardie mediche e non si trovano medici di famiglia, e questo è vero, però questo vale anche per i nuovi Commissari.
L’art.11 è il cuore della legge, scritto con l’intento di evitare ricorsi e danni, ma credo che non sia minimamente adeguato allo scopo. La legge nazionale che disciplina i commissariamenti, chiarisce che questi sono legittimi quando il mutamento della struttura dell’organizzazione è tale da dover modificare il contratto dei Dg. Posto che la legge non riesce a determinare mutamenti strutturali se non nel caso dei trasferimenti dei due ospedali (i Cau in legge sono un’enunciazione, ma non incidono in nulla sull’organizzazione), i ricorsi pioveranno e non saranno solo dei Dg ma anche dei Direttori Sanitari e dei direttori amministrativi, protetti ormai anche da sentenze della Corte Costituzionale. Altro che costo zero!
L’art. 12 è poi un capolavoro di cinquetaschismo. Si prevede che vadano a lavorare in assessorato alla sanità 15 persone provenienti o dalla Regione o dalla Pubblica Amministrazione. Di che personale si tratta? Non viene specificato. Servono medici o autisti, segretari o informatici? Non lo si dice. Ma la cosa più bella è la conferma che la Giunta non ha un assessore al personale. Nell’articolo si cita il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), varato dalla legge24/2014. Ebbene questo è lo strumento amministrativo con il quale l’Assessorato poteva e può tranquillamente incrementare il proprio organico. Invece no, poiché non si ha fiducia nelle procedure previste, si fa una legge per reclutare 15 persone, non si definiscono i profili professionali, si afferma con larghissima faccia di bronzo che si sceglierà a piacere. Amen! Viva il potere per il potere!
Credo che gli allarmi sull'”Assalto Eolico” che quotidianamente propina l’Unione Sarda ci stiano instradando verso un altro assalto, ben peggiore, cioè quello del metano (che tanto sta a cuore a Pili) e del nucleare, di cui ha parlato in questi giorni Salvini. Occorrerebbe aprire un dibattito sulle aree idonee, ad esempio. Invece per i “comitati” (del NO) non esistono aree idonee, mai. E’ un argomento centrale per bloccare la speculazione energetica ma nessuno ne parla, segno che l’assalto cui è interessata l’U.S. è quello alla poltrona della Todde.
All’elenco degli estensori più o meno occulti del disegno di legge, si deve aggiungere l’attuale direttore generale dell’assessorato della sanità a cui si deve il periodo “Alla data di insediamento del commissario di ciascuna azienda il direttore generale in carica decade e cessa immediatamente dalle proprie funzioni” (art. 11). Il direttore sa benissimo cosa potrebbe accadere e cioè un’indagine della procura della corte dei conti per danno erariale e con questa frase prova a precostituirsi una linea difensiva: i direttori generali non sono decaduti a seguito di un provvedimento amministrativo ma sono decaduti ex lege pertanto tutti i danni derivanti dalla decadenza non sono imputabili all’amministrazione ma, eventualmente, al legislatore regionale che, come è noto, non è responsabile delle proprie azioni quando legifera. Sarà sufficiente questa difesa di fronte alla corte dei conti? Il direttore generale è persona esperta e navigata e sa bene che non reggerà e pertanto starà pensando a un piano B nel caso di dovesse trovare col cerino in mano.
Dalla lettura della legge si evince che essi non conoscono nemmeno la storia della sanità sarda. Premesso che non tutti sappiamo quanto sia fuorviante, per poter fare enunciazioni attendibili, non essere in pace con se stessi ( mi riferisco alla coppia OMISSIS, aventi crepe psicologiche devastanti in età evolutiva), relativamente alla “palla eolica”, certo che almeno sulle vicende sanitarie si potevano almeno informare. Il Microcitemico, solo di recente, su richiesta unanime del personale medico e non, dopo anni di violenza da parte dell’ azienda Brotzu, era stato ricoverato alla ASSL di Cagliari. Certo non era una soluzione, occorreva salvare anche l’Oncologico, che è invece rimasto agganciato al Brotzu e sta vergognosamente implodendo. Invece, poiché non hanno consapevolezza di ciò che è accaduto, udite-udite, riportano il Microcitemico al Brotzu; il povero prof. CAO si starà rivoltando nella tomba. Povera Sardegna
Le vampate di caldo ferragostano , non hanno modificato la linea Toddiana , l’acquisizione sistematica di potere e l’occupazione ” militare” di ogni poltrona,sedia o strapuntino ,non si è allentata sotto l’,ombrellone : tutto continua arrogantemente e prepotentemente per annettere fette di potere ancora senza casacca ,. Avessero , perlomeno , capacità !!!!!! La Sardegna sta diventando un crogiuolo esplosivo e la giunta cincischia con i suoi ” non provvedimenti” ; si lamentano del crescente clima ostile , ma non fanno nulla o non capiscono che la luna di miele ,mascherata da falsa sardita’, è finita .Il popolo vuole azioni urgenti,incisive ed è stanco di sentire la difesa d’ufficio dei disastri Drago/Toddiani a carico della Sardegna , solo ora universalmente percepiti .Purtroppo ,la superficiale attenzione dei Sardi , è sorvolata sugli effetti negativi , che solo ora si stanno rivelando in tutta la loro incontrastata virulenza .
Non ho letto la riforma. Di fatto il management attuale è espressione della giunta Solinas e non ha benché minimi profili di qualità (mediocri impiegati miracolati da rapidi corsi regionali, amici di amici, persino qualche pregiudicato). Un bel cambio della guardia, senza dar retta a riposizionamenti o a riscoperti amori per il PD o il M5S, vale la pena del rischio ricorsi. Che poi, una poltroncina, meno in vista, un fermo gioco dirato di pochi anni, la si troverà per tutti. Le cose sono andate bene dal 2021? gli operatori sono soddisfatti e hanno seguito con convinzione e stima le indicazioni dei propri DG? La risposta è NO, su ogni fronte. Quindi basta, leviamoci questo dente putrido. La verità è che le regioni non dovrebbero mettere becco nelle nomine, tutto il management, formato in scuole di formazione superiore omogenea nazionale (stile ENA francese), dovrebbe essere centralizzato e soggetto a verifica annuale e allo scantonamento da parametri oggettivi, rispedito al mittente
Solo una curiosità….ma in Regione esiste l’opposizione??? Truzzu che fine ha fatto…………… è ancora in coma dopo la batosta alle votazioni.??? Professor Maninchedda mi sa che l’unico che fa opposizione è solo Lei……..Mandiamo a casa Todde……… .a modde OMISSIS.
Parole sante, ma il peccato originale rimane la politica nella sanità pubblica. Se fossimo uno stato civile e non medievale la politica dovrebbe solo nominare i manager ai quali conferire carta bianca nell’ attività decisionale e gestionale. Cosa che non si farà mai perché, come è noto, trasudiamo corruzione da tutti i pori e i politici sono avidamente insaziabili di voti, potere e denaro.
Egregio, è di tutta evidenza che anche questa maggioranza (come accade ormai da 20 anni) brancola nel buio continuando a mischiare le carte senza però avere la capacità, il coraggio e la competenza per cambiare le regole del gioco.
Oggi sui quotidiani l’assessore Rombo di OMISSIS rimprovera alle aassll di non capire le esigenze dei territori (??).
Ma il suo Assessorato a cosa dovrebbe servire se non a fornire linee guida e programmatiche? Solo a far nomine?
Che pena.
Ferie più che giuste…ma quanto è mancato questo spazio di analisi e approfondimento.
Gentile Prof., secondo me la Sardegna non è in fiamme. Andare a firmare e salvarsi la coscienza è cosa semplice e molto appagante, senza avere la minima contezza di energia né di economia. In Sardegna piace ciclicamente partecipare a questi presunti moti di sovranità, salvo poi andare a votare e fare primi partiti Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Lega e Cinquestelle. Un po’ di balentia social di sardità e poi, inevitabilmente, tutti ripiegano nelle loro identità familiari e lavorative.
Probabilmente chi passerà alla cassa sarà il gruppo Unione Sarda e il suo editore, il cui presenzialismo da circa un anno dopo lustri di “assente presenza” è quanto mai sospetta rispetto al prossimo candidato presidente della regione