Sono giorni che, di notte, la fase peggiore di ogni mia giornata, non riesco a scacciare dalla mente l’immagine del giovane iraniano, tradotto di fronte al giudice-boia che lo condannerà a morte, col braccio rotto al collo, rotto dalle torture cui è stato sottoposto per indurlo a confessare.
E noi, zitti. Tutti zitti.
A seguire sopraggiungono nella mia mente: la bocca aperta in uno spasmo di dolore della ragazzina di 14 anni, arrestata, stuprata e uccisa per essersi tolta il velo in classe e gli occhi di Aida Rostami, la dottoressa uccisa perché curava i manifestanti feriti, quegli occhi volitivi e neri come quelli delle donne sarde. Quegli occhi non mi lasciano mai.
E noi zitti, tutti zitti.
D’altra parte noi abbiamo ingoiato il massacro del povero Giulio Regeni, mandato allo sbaraglio da una docente british e snob e snob e british, ucciso dalla violenza brutale e impunita di una dittatura che gronda sangue da ogni dove, archiviato dalla leggiadria della convenienza internazionale, dalla superficialità italiana, dall’inconsistenza della politica estera italiana.
Io che ho sempre rifiutato ogni invito negli Stati Uniti perché ne temo l’inciviltà giuridica, il lobbismo, la sfrenata competizione, il massonismo sociale, il clima diffuso da far west, la violenza senza armi della nuova egemonia delle culture di genere, io ho una certezza: di Iran si parla poco perché è anti americana. E questo mi fa schifo.
Non so stare come dovrei di fronte al male.
Sì, mi sono sempre contrapposto, anche al male che io stesso posso aver generato, alle mie miserie, ma quando il male prende le sembianze della violenza, della tortura, del sadismo, non basta un atteggiamento personale, servirebbe veramente la forza della mobilitazione.
Ma c’è il petrolio.
C’è il sistema dei pesi e dei contrappesi geopolitici.
Anche il Vaticano, che tanto parla sull’Ucraina, che istruisce processi campati per aria per non processare i veri colpevoli, poco o nulla dice sulla mattanza iraniana. E forse non lo dice perché a poco servirebbe. Ma se le cose stanno così, allora a che serve che manifesti il suo pensiero una persona qualunque? E così, di convenienza in convenienza, e di debolezza in debolezza, tutti tacciono e il boia gode.
Domani il calendario ricorda la nascita del Signore, che in realtà nasce, muore e risorge ogni giorno per cui non ci sarebbe proprio bisogno di questa solennità rituale annuale.
Il problema è che Gesù non andrebbe in Iran a fare il supereroe, a sconfiggere i carnefici: no, Lui sarebbe capace di salire sul patibolo con le vittime, promettendo loro un altro mondo che non si vede. Piaccia o non piaccia il nostro Dio è così. Fa giustizia immolandosi. Riscatta perdonando. E io, intimamente lo capisco, ma storicamente lo trovo inspiegabile.
Ammiro sconfinatamente i giovani iraniani.
Mi chiedo ogni giorno se, stando lì, avrei il coraggio della rivolta.
Mi chiedo se l’età non mi abbia spento e invigliacchito.
Non so che fare domani.
Pregherò, forse, mi adirerò moltissimo di sicuro. Penserò alla ragazza violentata e uccisa e alla fine, come al solito, mi affiderò a ciò che onestamente non capisco.
Tuttavia, io, i soldi alla resistenza iraniana, li mando e li manderò, poco o molto che questo significhi.
Il mio Natale è iraniano.
Il mio calice è per chi ha coraggio.
Avant’ieri è morta una poetessa, Adriana Mascagni. Scriveva canzoni. Era di CL. Ha scritto: Povera voce di un uomo che non c’è / la nostra voce se non ha più un perché. I poeti dicono la verità più degli altri.
Buon Natale ai miei pochi lettori.
Esiste la democrazia atea dell’Europa occidentale, esiste il culto della libertà individuale sopra ogni cosa statunitense, esiste la sottomissione alla tradizione e alla divinità nei paesi teocratici, esiste la sopraffazione del più forte nelle megalopoli sudamericane…… insomma la nostra democrazia dove muoiono tre lavoratori al giorno per incidenti nell’indifferenza generale è un modello di civiltà come tutti gli altri, finitela di considerarla il Modello unico solo perché a parole difende i diritti di tutti e dove si crede solo al Dio Denaro.
Auguri da una dei pochi lettori
Grazie Paolo, da donna , della riflessione dolorosa e ,mi sembra di capire, angosciata, spesso mi ritrovo nelle stesse condizioni e avverto dentro un atavica rabbia, tutta femminile, che non trova sbocco. Mi chiedo ma che cosa posso fare io da sola, piccola donna di un altrettanto piccolo paese della barbagia? Non è facile trovare la risposta. Leggendola spero sempre di trovare quel qualcosa di più di altri ,cosiddetti giornalisti, e la trovo grazie a Dio, per questo e perché mi sembra che anche lei sia un uomo di spirito, le auguro il Natale della rinascita, della famiglia, degli amici, degli assenti, di cuore Gina.
A parte da bambino,ma da anni nn capisco più bene la presunta “bontà” di questi giorni….e soprattutto i buoni resteranno buoni e i cattivi resteranno tali dopo il 25?(pensieri).In ogni caso grazie per la franchezza che riesce ad esprimere in questo sito,anche a lei buon natale.
Grazie per questa riflessione. Quanta ingiustizia e quanta inutile violenza
I politici possono richiamare gli ambasciatori. Noi possiamo far pressione, uscire dal nostro sonno. In Afghanistan, leggo gli studenti hanno abbandonato L’università per protesta contro l’esclusione delle studentesse. Noi non saremo capaci di nulla? Stanno torturando ed uccidendo.
Bene si fa a ricordare Regeni, del cui sangue tutti si son lavati le mani. Niente per lui?
Per tutti, una preghiera. Una preghiera ogni giorno, per ricordare ciò in cui non ci riconosciamo
Grazie Paolo
Una riflessione forte, piena di umanità e di ricerca di senso.
Buon Natale a te ed ai tuoi cari
Grazie Paolo
Buon Natale
Anche noi “pochi lettori solidali” auguriamo a te e ai tuoi cari tanti auguri, e preghiamo per gli iraniani e per tutti quelli che ne hanno bisogno.
Auguri
Auguri da uno dei tuoi 25 lettori!
Ite civiltade est ordiariamente in tempos de ‘paghe’ e sempre prus airada frabbichendhe armamentos sempre prus disastrosos pro dare prus fortza a sos prus fortes in gherra? Miseràbbile e bàrbara comente miseràbbiles e bàrbaros sos ‘atores’ prus mannos e prus responsàbbiles assatanados a bínchere sa gherra ammuntonendhe dinari, a vigliacheria generalizada de chie est incaminadu in sa matessi istrada pro contos e torracontos de sa matessi zenia.
E mi dimandho ite lampu est pessendhe s’ONU (si no est a nàrrere chi custu bonu própiu no est) a leare carchi initziativa contra a sa criminalidade de su podere iranianu chi est bochindhe sa zente armada solu de diritu universale e de resone, gherra ancora prus vigliaca e bàrbara. Ite ndhe faghet de sa Dichiratzione universale de sos diritos umanos cust’ONU? Est s’ONU de sos leones?
Non tanto pochi.
Auguri Paolo
Buon Natale da uno dei tanti lettori
Siamo tutti vigliacchi, anche noi che firmiamo petizioni per chiedere il diritto alla libertà di tutti gli esseri del mondo intero, petizioni che non interessano ai vari dittatori, religiosi o laici che siano. Il problema vero sono quei simposi dei potenti della terra, che si tengono nelle località più prestigiose del mondo per decidere le sorti del pianeta.
Spiace sempre che una voce come la tua non sia dove avrebbe dovuto essere. D’altronde cosa ci fa uno come te in mezzo alla teppaglia capitolina?
Conversazione a tavola.
La mia famiglia è abbastanza piccola: oltre me mia figlia ventunenne.
Giovane donna, colta e sensibile, che risponde alla mia domanda sull’assenza di moti rivoluzionari nella gioventù italiana.
Non vedo ribellioni in qualunque attività dei giovani.
Ribellioni violente o pacifiche, culturali o puramente sociali.
Ribellioni diffuse e continue a contrastare ciò che è palesemente in atto: l’esproprio del loro futuro.
Fossero i giovani del risorgimento (condivisibile o meno), fossero i giovani della Resistenza, tutti con un comune denominatore: quella spinta propulsiva propria dell’età.
Così è oggi in Iran.
E invece giornate di protesta estemporanee, pride a favore dei diritti e flash mob.
Sempre eventi giocosi, momenti positivi sicuramente per la positività del fattore aggregazione. E poi?
Cosa ha prodotto la mobilitazione verso il DL Zan?
Le sue affermazioni e le sue domande mi lasciano poi pensoso e incapace di rispondere in termini immediati.
Siamo i figli di voi degli anni 80.
Siamo ciò che avete seminato.
Perché voi non vi siete mai ribellati?
E inoltre, vorresti che per rivendicare i nostri diritti e urlare le nostre richieste scendessimo in piazza come i giovani iraniani?
Vorresti vedermi uscire da casa senza sapere se tornerò?
Questi giorni di silenzioso riposo saranno propizi per riflettere sulla risposta che spero di poter dare.
Professore, avendo intuito una sua cristianità mi sento di augurarle di vivere in questi giorni i valori più significativi e profondi che al cristianesimo sono propri.
Ignazio
Stamattina un iraniano ha aperto Prima pagina di Radio3. Nessuna reazione.
Per quanto posso, pochissimo, pongo continuamente la questione del richiamo del nostro ambasciatore a Teheran. Nessuna reazione.
Non capire cosa è successo al Paese di Cesare Beccaria mi angoscia.
Buon Natale
Impossibile rivolgerli spensieratamente dopo questa riflessione, però a te, i più sinceri auguri di buon Natale.
E imbetzes jeo ti dico a leggere!
Colati unu Natale serenu chin totu sa familia!