Premessa Chi ha letto il bel libro-intervista di Giovanni Pellegrino Segreto di Stato sa perfettamente che per parlare di servizi segreti con la dovuta intelligenza, occorre essere colti, cioè consapevoli del bene e del male della terra, nonché coscienti che anche il male va governato e non sempre con la luce accesa. Chi ha letto Nome in codice Ulisse del compianto ammiraglio Martini sa che i migliori agenti segreti sono persone poliglotte, appassionate di storia, grandi esperti di relazioni internazionali, più capaci di manipolare le persone che di usare la Beretta serie 92. Quindi, quando si parla di Servizi segreti, si parla del backstage dell’alta politica non di pistole e sparatorie.
Faccio un esempio per capirci e parto da lontano.
Il 17 dicembre 1973 un commando dell’Olp fece irruzione all’aeroporto di Fiumicino, si aprì un varco a colpi di mitra e di esplosivi tra la folla dei passeggeri in attesa dei diversi imbarchi, raggiunse la pista, attaccò un aereo di linea della Pan Am con i passeggeri a bordo e dirottò un aereo della Lufthansa fino a Kuwait city. Bilancio: 34 morti e 15 feriti. Dopo quella data, cominciò a funzionare il cosiddetto lodo Moro, ossia un accordo non scritto tra il governo italiano e l’Olp, da un lato, e tra il governo italiano e il Mossad israeliano, dall’altro, per cui l’Italia venne esclusa dal campo di battaglia dello scontro mediorientale e divenne per entrambe le parti luogo di transito protetto. Quando nel 1985 il leader estremista palestinese Abu Nidal, violando gli accordi, progettò e realizzò nuovamente un attacco a Fiumicino, le autorità italiane erano state infatti puntualmente avvertite dai servizi segreti, ma non seppero prepararsi adeguatamente.
Se l’Italia si è salvata dal terrorismo jihadista che ha colpito la Francia, la Spagna, l’Inghilterra e la Germania, ciò lo si deve alla notevole infiltrazione degli ambienti dell’immigrazione musulmana italiana da parte dei nostri servizi. Dobbiamo tutti essere loro grati.
Fin qui la parte nobile.
La parte ignobile riguarda l’uso dei Servizi nella politica interna. Una pagina sconosciuta è Mani Pulite. Una pagina nerissima è il sequestro Moro. Un baratro ignobile è dato dagli omicidi Falcone e Borsellino. Ogni volta che i Servizi vengono usati per spiare la politica interna, inevitabilmente sbagliano e sbagliano gravemente. Ogni volta che i servizi fanno dossieraggio, fanno una volgare, gravissima e pericolosissima porcata.
Fatta questa imperdonabile, lunghissima premessa, si può venire al dunque.
I Servizi usati in politica interna In questi giorni Matteo Renzi ha denunciato (deducendo la notizia da un articolo del Fatto Quotidiano, guarda un po’) l’apposizione del Segreto di Stato fino al 2037 da parte della direttrice del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) rispetto alle domande a lei poste in sede di indagini difensive da parte degli avvocati dell’ex agente segreto Marco Mancini (che ha fatto benissimo a denunciare e a rivolgersi all’autorità giudiziaria, cosa inconsueta per un agente segreto, segno che i tempi cambiano e che Mancini ha la forza per difendersi, cioè che non è un agente segreto qualunque) sull’incontro tra Renzi e lo stesso Mancini nell’autogrill di Fiano Romano, ripreso, secondo la vulgata televisiva, da un’insegnante (di cui non si conosce nome, posto di lavoro, ragioni per cui si trovava nella piazzola di un autogrill per quaranta minuti, in un giorno lavorativo, lontano dal suo dichiarato luogo di lavoro ecc. ecc.) e poi trasmesse da Report. La testata Rai venne poi denunciata da Renzi.
A giustificare l’apposizione del Segreto di Stato è intervenuto subito e prima di ogni altro Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, con queste parole: “Quello posto dalla dottoressa Belloni è il segreto sulle risposte alle domande poste da Mancini in merito alle dinamiche interne ai servizi di sicurezza“. Dopo poco più di tre ore, è intervenuto il nuovo sottosegretario ai servizi, l’ex magistrato Mantovano che ha precisato che “il segreto di Stato è stato confermato dal Presidente del Consiglio nel giugno 2022” ed è avvenuto “nel corso di indagini dell’autorità giudiziaria in relazione alla sola esigenza di tutelare la funzionalità dei Servizi, e per scongiurare il rischio di violarne la necessaria riservatezza”.
Ovviamente Renzi ha chiesto all’autorità giudiziaria come mai Ranucci conosca a menadito gli atti di indagine, ma questo è il minimo. Il problema è che quando i Servizi cominciano a porre segreti di stato e a parlare troppo per giustificarsi vuol dire che hanno combinato qualcosa che non avrebbero dovuto fare e per capire di che cosa si tratta occorre capire il contesto delle loro azioni. Capo del Governo era Conte ai tempi del colloquio Mancini Renzi. Renzi gli si opponeva esplicitamente e lavorava apertamente per sostituirlo perché lo riteneva dannoso per la Nazione. Capo del Dis era il generale Gennaro Vecchione, fedelissimo (come è ovvio) di Conte.
Oggi ha preso posizione a favore del fare chiarezza sulle riprese dell’incontro tra Renzi e Mancini anche il ministro della Difesa Crosetto, e ciò è molto significativo, perché non si tratta solo del ministro che sta a capo dei servizi più fuori controllo che esistano e di cui nessuno sa niente, quelli militari, ma anche di uno dei più fidati consiglieri del premier Giorgia Meloni. Ciò significa che il sottosegretario Mantovano ha agito a tutela dell’operato della Belloni ma forse con un difetto di copertura politica: il Centrodestra potrebbe avere un grande vantaggio dal sollevare il velo sulla vicenda.
Domande E in fin dei conti c’è qualcosa nell’iniziativa della Belloni che non torna. Faccio alcune domande.
Mancini agiva per conto dei servizi, cioè era in missione, e poi i servizi lo hanno scaricato?
Per questo adesso occorre apporre il segreto di Stato?
Se io fossi in Mancini terrei il punto, perché se era in missione e poi è stato scaricato, lo è stato fino a a perdere il posto di lavoro e questo non è proprio il modo di agire di signorili esponenti apicali dello Stato.
Altra domanda: il segreto di Stato comprende anche il nome e l’operato della celebre insegnante? E perché? Forse anch’ella agiva per conto dei servizi? I servizi dunque chi pedinavano, il loro agente o Renzi?
Infine: come mai il segreto viene apposto solo a maggio 2022 e non prima, cioè all’epoca dei fatti, e solo dopo l’opposizione di Renzi alla elezione della Belloni a capo dello Stato, cosa che solo in Italia può essere pensata, perché in nessun mondo civile e democratico il capo dei servizi viene eletto alla più alta magistratura dello Stato?
Tutto questo deve essere coperto perché rivela l’azione dei servizi nella politica interna?
Se sì, allora è tempo, è veramente tempo, di togliere ogni segreto, perché queste porcate sono le stesse che hanno coperto la strage di Bologna, gli omicidi Falcone e Borsellino e tante altre piccole e grandi faccende (tra cui anche alcune piccolissime e dolorosissime vicende personali) che vorrei dimenticare per non vomitare.
Sembra tutto così evidente.Dagospia cerca di intortare le cose…(ne ha di ragioni circa 80.000)il problema é l altra informazione?? (per così dire).In tutti i casi Renzi non è Letta, difficile farlo fuori.
Bush padre, ex direttore CIA eletto dal popolo USA tramite candidatura ed elezioni a cui parteciparono milioni di elettori.La Belloni …allora sconosciuta alla quasi totalità degli Italiani
Gli americani elessero Bush padre, ex direttore CIA, quindi se avessimo eletto la Belloni niente di nuovo.