di Paolo Maninchedda
Trovate qui l’ennesima intervista di Flavio Briatore. Non sarebbe significativo citarla, se non fosse che parla anche dei Sardi.
Ecco il passaggio che ci riguarda:
La Sardegna è finita, come si va dicendo da anni?
«Noi, nel 2016, siamo stati in perdita, ma abbiamo ancora 140 dipendenti. Montecarlo e Dubai vanno molto bene e compensiamo».
Che cosa non va in Sardegna?
«I sardi non si rendono conto che è un’isola. I voli Meridiana hanno il monopolio e ci sono sempre scioperi. Arrivi in barca e mancano i servizi… I sardi sono riusciti a far esasperare prima l’Aga Khan, poi Tom Barrack, ora gli emiri del Qatar, che l’anno scorso avevano creato un villaggio spettacolare di Harrod’s sulla spianata di cemento del porto. Il Comune di Porto Cervo l’ha bloccato, loro hanno fatto ricorso al Tar e hanno vinto. Quest’anno, di nuovo: volevano riaprire e il Comune si è opposto. I qatarini hanno rinunciato e Harrod’s non c’è più. E comunque, uno arriva e non c’è una promenade per lo jogging o una pista ciclabile, lasci l’auto e per arrivare al mare devi fare mezz’ora a piedi su strade sterrate fra la polvere, sulle spiagge libere non c’è un bagno pubblico».
Però arrivano le grandi barche. Come il nuovo Dilbar da 156 metri del russo Alisher Usmanov.
«Usmanov, in Sardegna, praticamente ci vive. Di yacht top ce ne sono pochissimi da quando hanno messo la tassa sul lusso e poi l’hanno ritirata. E resta l’Iva sui charter, che in Italia è al 22 per cento, in Grecia al sei. Chi noleggia una barca per un milione, naviga in Grecia e risparmia 160 mila euro».
Commento
Preliminarmente occorre togliersi la puzzetta sotto il naso. Briatore non è un intellettuale, è un uomo della Destra italiana, è amico di Trump, è amico di Berlusconi, ha fatto un sacco di cose discutibili nella sua vita, per cui sarebbe semplice giocare al facile rinfaccio all’italiana e dunque non dar peso a ciò che dice.
Però oggi Briatore è anche un grosso imprenditore turistico, un player internazionale dell’intrattenimento, un uomo con un’agenda che annovera nomi che incidono sulle relazioni politiche internazionali, sebbene si tratti sostanzialmente della pericolosissima finanza di potere che sotto sotto vorrebbe sostituire le strutture finanziarie agli stati. I miliardari con l’ossessione del riordino del mondo che per un lungo tempo sono stati solo personaggi di fantasia delle spy stories di fortunati autori inglesi e americani, oggi sono una temibile realtà.
Tolta la puzzetta, alzate le difese critiche e esposte le avvertenze, andiamo al dunque.
Briatore parla dei Sardi e solo in un caso, l’Iva, degli italiani. Questo significa che per una persona che ha un certo naso per capire dove risieda il potere, in Sardegna il potere è dei sardi, ma, a suo dire, i Sardi non saprebbero di vivere in un’isola. Cioè? Cioè si sentono italiani, agiscono come se fossero ospiti della Penisola. Poco importa se questo è vero o falso, tant’è che un uomo spiccio ha ricavato questa sensazione che magari qualcuno a forte vocazione italianista dovrebbe minimamente considerare.
Poi però Briatore accusa i sardi di colpe italiane. Le regole che hanno concesso le rotte a Meridiana non sono sarde, sono italiane. Non è vero che arrivi in barca e mancano i servizi: chi ha rovinato i servizi alle imbarcazioni, ha diffuso la porcheria dei campi boe, è la gestione Barrack e comunque i sardi non hanno mai gestito Porto Cervo. Nessuno ha fatto esasperare l’Aga Khan, semplicemente gli affari dell’Aga Khan hanno preso una certa piega da un certo momento in poi e lui ha venduto.
Il Comune di Porto Cervo non esiste. Un villaggio spettacolare di Harrod’s sarà commercialmente suggestivo, ma non per questo è bello e sostenibile; i Sardi che non saprebbero di essere un’isola hanno o no il diritto di scegliere se una cosa è bella o brutta? Harrod’s è brutto anche a Londra, come è tragicamente brutta Piccadilly Circus. Spesso ciò che è forte è brutto.
Dire che in Sardegna non c’è modo di far jogging è un po’ una minchiata; dire che si può fare jogging solo in una promenade e che si pretende che la suddetta promenade sia a bocca di barca, significa dire la seconda minchiata. Ma dire che si debbano ormai individuare rapidamente percorsi pedonali e ciclistici ad uso esclusivo e non promiscuo è una sacrosanta verità.
Che le nostre spiagge sono raggiungibili attraverso sentieri è assolutamente vero e va benissimo così: il problema semmai è aumentare i servizi, ma non trasferire il clima da locale alla moda su ogni spiaggia.
Poi arriviamo all’Iva, tutta italiana. Briatore rappresenta plasticamente un altro caso Ryanair, cioè un caso di disciplina normativa italiana che colpisce gli interessi nazionali dei sardi.
Ultima osservazione: Usmanov vive praticamente in Sardegna. Briatore non si chiede perché. Forse la risposta sta nel fatto che qui è possibile una vita diversa.
Caro Assessore, tralascio commenti sui vari Briatori e su colori bianco, nero, rosso e giallo, giustifico solo il fatto che, come qualunque imprenditore difende i suoi interessi..se poi facendo questo dovesse (nb condizionale) difendere anche quelli della collettività o comunità di più o meno direttamente ancora meglio. Dico la mia invece dalla posizione privilegiata (dipende dal punto di vista) di chi passa circa 150 giorni/anno fuori dalla Sardegna e dall’Italia a vendere Sardegna in posti dove la Sardegna non sanno neanche dove è e dove spesso non sta neanche nelle mappe…ovviamente da questo scaturiscono mille difficoltà per chi come me (e per le aziende) vendono prodotti tipici legati a un territorio che non si sa neanche dove sia… detto questo possiamo discutere e tirar fuori mille teorie sulle compagnie aeree che vanno via dall’isola, su quelle che stanno quì e non funzionano, sui prodotti di eccellenza sardi, sul mare della Sardegna straordinario, sull’isola più bella del mondo ecc. ecc. ma nel frattempo l’Assessorato al Turismo della Sardegna fa la pubblicità alla Sardegna dentro gli aeroporti sardi dove vogliamo arrivare? Ovvero io Sardo vedo la pubblicità della Sardegna ad Elmas piuttosto che ad Alghero o ad Olbia? O io turista vedo la pubblicità una volta che sono già arrivato? Di questi termini Briatore (che non ho letto) e chi per lui ha tutte le ragioni anche per farneticare.. !
premetto che sono sardo e anche a me non è simpatico il personaggio, però buona parte degli argomenti benchè espressi sotto forma di iperbole sono assolutamente condivisibili…siamo obbligati sull’isola (le difficoltà e i costi dei trasporti ci sono anche in uscita), siamo in regime di monolpolio fra meridiana, alitalia e onorato, siamo riusciti a cacciare ryan air con motivazioni risibili (dava fastidio perchè non organico?), siamo POVERI e dipendiamo dagli stipendi dello stato e soprattutto non siamo disposti a migliorarci, pensa veramente che questa sia la miglior sardegna possibile?
non scherziamo…harrods non sarà bello, ma è temporaneo, smontabile e soprattutto porta soldi, con i quali costruire fra 15 anni (giusto il tempo di ottenere il nullaosta paesaggistico) una “cosa” bella e utile
ps quando vuole può tranquillamente andarsi a fare un giretto di corsa sulle strade della sardegna…in bocca al lupo
Carissimo Assessore Manichedda, carissimo Sardo (come me) Signor Manichedda.. non entro nel merito di quanto dice il Sig. Briatore, posto che, ovviamente difende il suo investimento come farebbe chiunque con pro e contro ovvi. E non entro nel merito di ogni eventuale colore bianco, rosso, nero, verde, giallo o provenienza, destra, centro o sinistra… ma mi permetto di scrivere perchè passo circa 150 giorni fuori dalla Sardegna a vendere Sardegna e sa quale è il problema fondamentale della nostra isola? Il fatto che non sappiano dove è, che non sappiano che sta in Italia… io che vendo (sarebbe meglio racconto) un prodotto fortemente legato al territorio mi ritrovo a raccontarlo a persone che non hanno idea dove sta quel territorio da dove proviene… e non mi riferisco al comune o alla provincia, mi riferisco alla regione! Sa bene che se non so da dove proviene un prodotto “tipico” non ne riconosco neanche le peculiarità che appunto lo rendono “tipico”… Ovviamente non sono solo, sono così tutti i miei colleghi e persone che vendono prodotti Sardi in giro per il mondo (mi riferisco particolarmente al fuori Europa), siano vini, o altro… mi dirà “si ma i formaggi si vendono in USA” le rispondo: “certo!, peccato si chiamino pecorino Romano”… Dunque tutti, nessuno escluso abbiamo grandissime difficoltà a vendere “Sardegna”, prodotti del territorio e le assicuro che ci sono grandissime difficoltà a vendere il territorio in se stesso (visto che lei è assessore al turismo)… cosa ovvia, come faccio a vendere una destinazione se non sta sulla mappa? … o per caso una qualunque compagnia aerea si sveglia e mette nel suo programma i voli sulla Sardegna? …Ibiza, isola con un miliardo di cose in meno della Sardegna ha molti più turisti e voli di noi… tralascio il fatto che se solo una località turistica della Sardegna dovesse avere locali come quelli non basterebbero i vigili o le forze dell’ordine chiamate dagli abitanti locali a farli chiudere per il chiasso fatto salvo poi il “mio figlio non riesce a trovare lavoro” .. e il “andiamo a fare una settimana ad ibiza, c’è vita ed è pieno di locali” … concludo tutto il discorso con un esempio: settimana scorsa ero a Barolo con cinque colleghi (tra i più importanti produttori di vino della Sardegna) per il festival Collisioni, ospiti da Elton John a Corrado Augias, a Carlo Conti e molti altri, tutti i maggiori importatori di vino del mondo, tutti i maggiori opinion leader o buyer di vino del mondo… noi, cinque aziende a raccontare la Sardegna… sponsor Lavazza, Fiat… ma anche Regione Liguria, Friuli VG, Marche… il nostro commento comune tra noi produttori? “La Sardegna (Regione) non avrebbe mai nè sponsorizzerà mai una manifestazione così. Non ne ha ritorno chi decide questo, in nessun senso” Meglio e allora arrivo al finale invece tappezzare gli aeroporti della Sardegna con la pubblicità “Sardegna Endless Summer” il cui scopo dovrebbe essere far conoscere la Sardegna… ma la facciamo conoscere a noi stessi? A me che prendo l’aereo da Cagliari e vedo le belle foto della Sardegna o al mio amico o al turista che ci è arrivato (e ringraziamo) e che vede ah… ho scelto bene, vedi che belle spiagge!… e noi (sardi) continuiamo ad avere il problema che dobbiamo spendere noi i soldi per promuovere la Sardegna nel mondo… io con i vini, gli albergatori da soli… mentre la Regione, e l’assessorato di cui lei è responsabile a far pubblicità alla Sardegna dentro la Sardegna… non la ha decisa lei? Ci sono poteri più forti di lei che decidono queste cose? Ci sono mille altre giustificazioni? bhe, fino a che questo sistema possiamo dire tutto quello che vogliamo, continueremo a dire e pensare di vivere nel posto più bello al mondo perchè la Regione stessa ce lo ricorda ogni volta che andiamo via o torniamo in Sardegna con quello che spende negli aeroporti… detto questo mi aspetto già una risposta (se mai ci dovesse essere) con dati e investimenti pubblicitari chissà in quali altri mezzi o dove… vorrei vedere risultati o ritorni, e perchè si è speso la piuttosto che dove, perchè anzichè tappezzare Elmas, Alghero e Olbia non si paga un cartellone a JFK ecc. ecc… cioè ragioniamo da imprenditori che hanno un prodotto da Vendere (La Sardegna) non qualcosa su cui guadagnare e basta… e lo dico senza paura di perdere lo stipendio o ritorsioni visto che se offendo un qualche funzionario di turno l’azienda dove lavoro (che non ho citato) continua a vendere Sardegna per il 76% fuori dalla Sardegna…
Premetto che il sig. Briatore non mi è simpatico. C’è da dire, però, che ha portato soldi e lavoro. Li ha portati in una maniera che io non condivido, ovvero, importando in Sardegna un modello di ricchezza che stride con la natura della Sardegna e dei sardi. D’altro canto, noi sardi e, tanto meno i politici che ci governano, sono in grado di valorizzare l’isola per quello che è. Ci sono tantissime persone amanti del trekking, della mountain bike, della natura in generale che, se venissero a sapere che esiste (si, proprio esiste) la Sardegna, si fionderebbero in questa magnifica terra. Ma, purtroppo, la nostra scuola non ci insegna nulla della nostra terra nè come potremmo valorizzarla in termini di lavoro. I nostri politici ne sanno (o fanno finta)di saperne ancora di meno. Non lamentiamoci troppo se poi qualcuno viene qui e vuole fare soldi nel modo che lui conosce. La colpa è di noi sardi. Della scuola, del politico, del cittadino che non studia, di quello che non vota, di quello che è sempre pronto a lamentarsi, ma che non ha mai fatto per non scontentare qualcuno perché altrimenti avrebbe perso qualcosa. Siamo pastori e agricoltori? Bene. Potremmo diventare imprenditori seri? Forniteci, voi politici, gli strumenti validi (scuole, corsi di laurea – basta con i medici che tanto sono costretti ad emigrare – e quant’altro, che siano utili allo sviluppo della Sardegna)
Nel 2016 era in perdita.
Questo quindi sarebbe un grande imprenditore dal quale dovremmo prendere suggerimenti? Haha, a far andar male il bilsncio sono bravi tutti! Fosse almeno Un home di successo!
«Noi, nel 2016, siamo stati in perdita, ma abbiamo ancora 140 dipendenti. Montecarlo e Dubai vanno molto bene e compensiamo».
Siamo già nel 2017?