di Mario Cadoni
Del regista Billy Ray qualche anno fa uscì un film “L’inventore di favole”, era la storia di Stephen Glass, un giornalista vero autore di scoop falsi. Il film, bello, non ebbe però successo, oggi, Billy Ray ci riprova con “Breach – L’infiltrato”. Basato sulla storia di Robert Hansen, un’agente dell’Fbi, arrestato il 18 febbraio del 2001, dopo che per 25 anni aveva venduto informazioni ai servizi segreti russi, causando danni ingenti all’intelligence statunitense, nonché la morte di diversi agenti. Il film raccontato con gli occhi di Eric O’Neill (Ryan Phillippe), aspirante agente Fbi, incaricato di smascherare la spia, è un thriller psicologico, cupo, un classico film di spionaggio, dove non ci sono inseguimenti e sparatorie. Il tutto si regge sullo strano rapporto che si instaurerà tra i due protagonisti: all’inizio Hansen (Chris Cooper) prende le distanze dal giovane, è diffidente, lo tiene in disparte, col passare del tempo gli si affeziona, e comincia ad avvicinarsi alla sua famiglia, cercando di convertire la moglie di O’ Nell alla fede cattolica (Hansen è sempre stato un cattolico devoto, appartenente all’Opus dei). Pur sapendo dall’inizio come andrà finire, il film, grazie al regista, bravo nella costruzione del rapporto tra i due, coinvolge e si segue con una certa suspence, belli i dialoghi, con confronti in alcuni momenti tesi. Lo spettatore resta affascinato soprattutto dalla figura di Hansen, un uomo tormentato, frustrato, con una doppia vita: ha una bella famiglia, dei nipoti che l’adorano, è un cattolico intransigente, ma utilizza internet per diffondere i video della sua vita sessuale con la moglie. Non sapremo mai, lo spettatore se lo chiede alla fine del film, perché Hansen tradisca il suo paese, e il perché della sua degenerazione religiosa, il regista, giustamente, non da risposte, non era interessato a questo. Ci resta un film bello, che conferma il talento di Ray, con una bella fotografia e un ottimo cast di attori.
Di Billy Ray, con Chris Cooper, Ryan Phillippe, Laura Linney, Dennis Haysbert, Caroline Dhavernas, Gary Cole.