L’intervista Oggi Piero Comandini ha rilasciato un’intervista all’Unione Sarda nella quale, pur nelle maglie strette di una batteria di domande poste all’insegna dello scetticismo, dice una cosa molto importante: il candidato della prossima coalizione di Centrosinistra non sarà scelto né a Roma né da Roma.
Ottimo.
Le esperienze di autonomia, libertà e indipendenza sono indispensabili per arrivare a quel partito federalista sardo, interamente autonomo nelle idee e nella struttura, plurale al suo interno, che serve come l’aria alla Sardegna, che serve per costruire i presupposti politici dell’autogoverno della Sardegna.
La sostanza della precisazione del segretario del Pd è che i giornali, con le loro semplificazioni, hanno preso un granchio nell’interpretare il tavolo del 7 luglio secondo le categorie in uso nello scenario nazionale.
L’ampiezza della coalizione (che dà così fastidio al giornalista dell’Unione da assimilarla a una spiaggia affollata a Ferragosto) smentisce proprio che si tratti di un banale accordo Pd-Cinquestelle, cioè che si tratti di quel campo largo che tante sconfitte ha già collezionato.
Non è un campo largo: è un campo sardo.
Meglio in tanti che in pochi Troppi per essere coesi? La risposta è: mai abbastanza, perché l’ambizione è creare soggetti plurimi tenuti insieme da un vincolo socio-culturale, cioè dal sistema dei desideri e dei diritti dei Sardi. Più siamo, meglio è; più ci confrontiamo, meglio è; più ci scopriamo solidali, meglio è.
Il problema della scelta del presidente esiste, come esiste quello del programma e del patto di legislatura tra i candidati. Tutte cose da fare. Se fossero state già fatte, ci si troverebbe di fronte a un accordo di vertice scodellato agli astanti, e così non è.
La frontiera centrista La verità è che la Sardegna sarà laboratorio politico su una frontiera delicatissima e ambigua quale è il Centro in Italia e in Sardegna.
Nel cosiddetto Centro abitano moderati riformisti.
Il problema del rapporto con loro è la vera sfida politica dell’estate.
Italia Viva era assente il 7 luglio e tace da giorni. Azione ha manifestato una ostilità belligerante verso il Movimento 5Stelle, che non ha raccolto la provocazione.
Entrambi (Italia Viva e Azione) sentono il clima in Sardegna, che non è ostile in modo selettivo solo verso la persona di Solinas, lo è contro tutta la Destra sarda.
Il rischio per loro è schierarsi a Destra, scommettendo sulla sostituzione di Solinas, contro i Cinquestelle e poi condividere la sconfitta per le responsabilità di governo degli altri e non proprie.
Il Centro, che oggi sta a Destra, vorrebbe smarcarsi da una sconfitta annunciata, ma non sa come farlo e soprattutto sta attendendo di capire se il candidato presidente del Centrosinistra avrà, oppure no, reali capacità di rappresentare una garanzia per l’elettorato centrista. Il vero problema è questa pretesa scansione temporale che vorrebbe aderire solo dopo che sia stato reso noto il nome del presidente.
Bisogna lavorare a convincere i centristi a fare diversamente: prima si separino dal governo Solinas, poi partecipino alla costruzione di un programma e di una coalizione e infine concorrano a pieno titolo a scegliere il presidente. Il risultato di isolare la Destra nelle sue componenti più pure, Fratelli d’Italia, Lega e Psd’az, è troppo importante per sottilizzare. Uno schema interamente sardo-riformista metterebbe in crisi anche Forza Italia o sue componenti, per non parlare dell’inquietudine di Peru.
Ragionare in grande sulla Regione, su Cagliari e su Sassari, significa elaborare un quadro fondato sulla specialità sarda, sui fattori di coesione dei sardi, sui diritti, sui poteri e sulle responsabilità. Io, fossi nei dirigenti di partito, lavorerei a una sorta di coalizione costituente, con una cornice larga, un programma stringente, un equilibrio politico maturato non a discapito della competenza, della capacità e dell’efficienza. C’è da fare, ma c’è spazio per farlo.
Non toccate Pigliaru L’unico errore di Comandini è l’attacco, gratuito e ingiusto, alla giunta Pigliaru sulla sanità. Io non ero d’accordo sulla Asl unica e sono stato tradito in modo volgare e grave da qualche assessore di quella giunta, ma non è giusto utilizzare argomenti della propaganda di Destra, per di più ingiusti e falsi. La sanità sarda non è precipitata per colpa della riforma Pigliaru, ma per colpa della gestione della Destra, della confusione nella gestione, della impressionante penetrazione della massoneria nei suoi vertici, fino agli apici. Francesco ha le mani pulite da questa responsabilità, ficcatevelo in testa e smettetela.
Un commento sulla chiusura. Avendo avuto due persone a me molto care con gravi problemi di salute, posso testimoniare che durante l’amministrazione Pigliaru, almeno a Sassari, la sanità pubblica già cominciava a dare inequivocabili segni di degrado. Ad esempio con snervanti ed interminabili tempi di attesa. Sicuramente non si era agli inqualificabile livelli attuali, ma di sicuro non si può dire che ci fosse quella cura ed attenzione per i pazienti che ci si DEVE aspettare dalla Sanità Pubblica.
Caro Paolo, il centro non è scontato sia con il cdx, come hai evidenziato potrebbe essere decisivo per le prossime regionali. Al momento è fermo. Comunque l’entrata in campo di Zoncheddu potrebbe essere un problema, anche per la libertà di stampa che da noi è veramente scandalosa.
Nessuna ostilità belligerante di Azione nei confronti dei 5 stelle. Credo che il mio intervento sul punto fosse chiaro. Solo due antitetici modi di intendere la politica: parlare alla testa delle persone e non alla pancia. Se parli alla pancia prendi qualche voto in più ma illudi i sardi. Se parli alla testa devi studiare e proporre soluzioni valide, non dire quello che ti passa per il cervello in quel momento (filiera del pane carasau) per strappare un applauso o un like. A noi non interessa. Nessuna belligeranza, ma evidente impossibilità di stare insieme.
@Lucrimarta
In effetti sei autorevolmente presente assieme ai tuoi compari di oggi.
Il bello è che te ne vanti.
Devo dire che ammiro la sua resilienza …forse il segreto è guardare la natura essere come un ragno ogni volta gli rompono la tela indefessamente ri inizia l opera sempre
Giovanni, la battuta era facile. Grazie per l’odio mancato!
Interessante quanto dici l’importante è che non si trasformi da campo sardo in camposanto!
Sappi comunque che non ti ho mai odiato, sono un vecchio Sardista incallito..
Salutos
Davide, «topi» e… gatti?
Est de medas legisladuras chi is Sardigna, sèmpere a trazu / a tragu / al traino de is locomotores italianos, si podiant nàrrere, a legisladuras fadhias, sa “magiorantza” topis e sa… “minorantza” gatus. Sa legisladura apustis furint a su contràriu, ma sèmpere in su ruolu e giogu a gatos e sórighes po… bìnchere.
Sa realtade est ca noso no seus ne sórighes e ne gatos, ma gente cun libbertade e responsabbilidade (e no seo foedhandho de cussa chi cricant ís carabbineris po sa giustìtzia) e podeus e depeus cambiare si teneus assumancu un’assimbìgiu de seriedade. Ca seus gente, no animales fossilizaos in su determinismu de is animales.
Sa cosa chi contat funt is cosas chi bolent fàere e chi faent po unu cambiamentu significativu de sa manera de guvernare e mescamente in su raportu tra Sardos, cun ís partidos italianos e cun s’Istadu italianu e no chi fatzant unu “collage” de etichetas po sighire a maghinare abba e foedhos.
Sig. Tola, non un ‘minimo’. Direi un ‘massimo’. Avere visione è il requisito essenziale per governare.
No, guardi, si sbaglia. la mia opinione vale uno, mentre quella di altri vale la rappresentanza di partito. Io lavoro a creare un’armonia nazionale dei sardi, non è un segreto. E lavoro a costruire un chiaro quadro alternativo ai metodi, ai disvalori e alle pratiche del governo Solinas.
Pregiatissimo Paolo, sebbene formalmente (?) Lei non abbia un ruolo di governo altrettanto non si può dire sull’indirizzo.
Lo sappiamo entrambi, in quel tavolo la sua opinione ha un peso.
Il tavolo del 7 Luglio ha stabilito quella che possiamo definire la cornice del quadro, ora sta a tutti voi, Lei compreso, riempire di colori la tela.
La mia speranza è che il dipinto sia armonico e che non ci siano toni grigi, come grigi sono stati questi 5 anni.
Forse il giornalista de L’Unione Sarda predilige la candidatura del suo editore, visto il recente attivismo….
Si torna sempre alla Sanità, a mio parere concausa importante della sconfitta elettorale. Ma non di Pigliaru bisogna parlare, ma dell’ennesima scelta sbagliata degli uomini a partire all’assessore “faccio tutto io, so tutto io” ed a cascata scelta inopportuna extraregionale del DG dell’azienda unica, conferma di DG scadenti e bocciatura di commissari eccellenti. La Sanità, mettiamocelo in testa, è fatta prima di tutto da uomini, poi da riforme. Quello era il periodo dei tagli e nessuno ne ha colpa. Oggi ci sono i soldi, ma purtroppo anche i massoni ed i cerchi magici con totale incompetenza specifica.
Prof. Maninchedda ha totalmente ragione nello spingere per un campo sardo non sordo a quel di accettabile e dignitoso possa essere complementare e sostanziale dei partiti “nazionali”. Per cambiare bisogna vincere. Se non si vince niente si potrà cambiare. Non vuol dire “purché sia”. Vuol dire LAVORIAMO PER VINCERE.
Un patto tra gentiluomini responsabili fondato su un programma serio ed attuabile per la Sardegna. Al di fuori delle logiche di brutale spartizione e occupazione della cosa pubblica da parte di persone improponibili cui non affideresti nemmeno il compito di comprarti le sigarette. Il tutto coordinato da un soggetto dotato di capacità umane, tecniche giuridiche oggettivamente riconosciute e che abbia un minino di visione prospettica del futuro dell’Isola. Questo è ciò che Azione ricerca nel panorama politico Sardo. E sarebbe ciò che forse riporterebbe il 40/45 % di elettori a votare
Davide, io non ho alcun ruolo di governo o di indirizzo della coalizione. Immagino vi siano forze che vogliono dichiararla autosufficiente e forze che la vogliono allargare. Il tema per me rilevante è il quadro costituente. Il resto non è nella mia responsabilità.
Da qualche parte ho letto delle dichiarazioni da parte di rappresentanti autorevoli delle formazioni presenti al tavolo del 7 Luglio.
Queste dichiarazioni, chiedo scusa se non cito testualmente, andavano nella direzione di escludere chi ha avuto responsabilità di governo della Sardegna nell’ultima legislatura.
Ho l’impressione che il suo articolo vada nella direzione opposta, ovvero che miri ad accogliere i topi che scappano dalla nave che affonda.
Temo che sia inaccettabile non solo per l’attuale minoranza del Consiglio ma anche per gli elettori che guardano alle prossime consultazioni come alla giornata della liberazione.
Non dovrebbe esserci spazio, non si dovrebbe dare quartiere ha chi ha condiviso le azioni e sostenuto questa giunta NaziSardoleghista.
La riunione del 7 è stato il primo passo per la costruzione dell’alternativa al centrodestra. Anda bene. Nessuno ha detto del sardismo. Quel sentimento che da sei secoli prima di parlare Cristo attraversa in lungo ed il largo il popolo sardo. Lilliu lo evidenziava per marcare quelle che erano le nostre frontiere paradiso da tutto l’altro mondo che ci circonda. Non lasciamo il sardismo a Solinas.
Lucrimarta, dato il disprezzo che ostenti, frequenta pure l’altra parte, ma non tentare col discredito di smontare ciò che temi.
Sul fallimento della Sanità in Sardegna,beh, su questo argomento mi sento di essere autorevolmente presente: la deriva è iniziata con la Dirindin,giunta Soru, che ha iniziato le chiusure di Ospedali,vedi Binaghi,che poi abbiamo dovuto riaprire spendendo una marea di denaro, per concludere con la Giunta Pigliaru,quindi ATS,un obbrobrio, e Moirano,campione del mondo in tagli 😰. Ha ragione Comandini,meglio pochi ma buoni ,l’altro ieri mancavano solo Marieddu Conch’e Boi e Mariedda Sa Caddozza, è il Campo era completato 😂
Francesco ha sicuramente le mani pulite ma no ci si dimentichi che e in quel periodoper quanto riguarda la sanita non si faceva che parlare del DM70 come fosse la bibbia e i vari piemontesi sbarcati sempre in quel periodo trattati come cristo e i suoi apostoli nel divulgarla.Allora e cominciato il precipizio ed ora questi lo stanno ulteriormente scavando ed allargando.temo irreversibilmente