La pagliuzza e la trave C’è stata una levata di scudi di indignazione contro la Giunta Solinas per i soldi (300.000 euro all’anno per tre anni) che un articolo della recente legge titolata “Legge quadro sulle azioni di sostegno al sistema economico della Sardegna e a salvaguardia del lavoro a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 “, destina alle società sportive di pallavolo iscritte al campionato di serie A. Lo scandalo, per me, è vedere i 300.000 e non vedere il 1.900.000 assegnato d’ufficio a un mistero, ma ne parliamo alla fine.
Pallavolando in Gallura Lo scandalo minore, quello da 300.000, deriverebbe dal fatto che la società Hermaea di Olbia, il cui presidente risulterebbe essere anche il coordinatore ( o giù di lì) del Psd’az gallurese, sarebbe l’unica squadra di pallavolo di serie A della Sardegna.
L’altro scandalo consisterebbe nel fatto che questo provvedimento viene individuato come uno strumento per il rilancio dell’economia della Sardegna dopo il Covid.
Prima domanda: è davvero scandaloso?
Certo che lo è, come ogni provvedimento ad personam, come ogni privilegio accordato agli uni e non agli altri, come ogni successo lobbistico che fa pervenire un beneficio a chi sa darsi di più da fare, rispetto a chi fa bene il proprio dovere sperando che questo basti a stabilire un merito civico, riconosciuto a lui e a chi agisce come lui da chi governa.
Lo è ancor di più in Gallura, una terra devastata da traffici, accordi, gruppi, voracità finanziarie, e assenza di politica vera, di visione, di prospettiva. Una terra che in silenzio ha subito da questo governo regionale, nell’ordine: la crisi irreversibile dell’aeroporto di Olbia, la liquidazione della continuità territoriale a un topolino ininfluente, la scomparsa e liquidazione della compagnia aerea, la mancata protezione della città dalle alluvioni, la peggiore crisi sanitaria mai vista prima (altro che modello Veneto promesso in campagna elettorale), la brutta storia del Mater Olbia (com’è che molte visite oncologiche si fanno al Mater e non pochi pazienti vengono operati a Roma?; com’è che l’ospedale con il più alto accreditamento in Sardegna non riesce a integrare la sanità gallurese? ecc. ecc.). Questa Gallura arresa ai barbari oggi vede le orde ritenere di fronteggiare la crisi con 300.000 euro a una squadra di pallavolo e tace.
I bordelli di Sinistra e di Destra Ma il meccanismo per dare soldi alle squadre professionistiche non lo ha inventato la Destra: è tutto di perfetta concezione di Sinistra.
È la legge 21 del 2015 che, sull’onda dei pasticci di Sardegna Promozione e dei rilievi dell’UE sulle sponsorizzazioni sportive, ha messo su un meccanismo per cui la Regione dice ufficialmente di selezionare i soggetti con i requisiti per svolgere la promozione dell’Isola, poi affida loro milionate di euro per le campagne pubblicitarie. In sostanza, prima seleziona il fornitore senza parlare di soldi, individuatolo gli dà un pacco di denari per i servizi pubblicitari.
La legge è formalmente ben pensata, richiede solo che ad applicarla siano dei frati trappisti. Mi spiego meglio.
Un vecchio direttore dei servizi segreti italiani disse un giorno che il suo lavoro è sporchissimo e che proprio per questo richiede che a farlo siano dei gentiluomini.
Lo sport professionistico è una realtà produttiva importante in tutto il mondo, genera ricchezza dai processi di identificazione di massa che riesce a generare. Più o meno come la Coca Cola. Per confrontarsi con questa realtà e rimanere puliti, occorre praticare l’eremitaggio, non le tribune degli stadi e il mondo che li anima.
Invece, la Sinistra (quella di potere e di governo, quella alla moda e di piazza) ha sempre nutrito una certa invidia per il palco d’onore del Colosseo, e quindi si è implicata molto in partite, successo, jet set, bollicine, relazioni, pubblicità, formazione, denaro ecc. ecc. la Sinistra, poi, pratica troppo il pantouflage, cioè l’assunzione di incarichi privati presso privati con cui si era in relazione quando si era amministratori pubblici.
La Destra ha trovato la strada aperta e l’ha usata da par suo, cioè con una certa oscenità, ma non è che, una volta frequentati i bordelli, quando ne nasce uno nuovo si possa fare impunemente le vergini offese!
Per cui ci si decida: o si chiudono i bordelli, e io sono per questa soluzione, o, se li si vuole legalizzare, non si additi ogni nuovo esercizio e ogni nuovo utente come un mostro.
Certo, vi è da dire che Destra e Sinistra sono generalizzazioni, e che da una parte e dall’altra vivono (meglio, sopravvivono) persone serie, estranee a questi mercati, ma sono poche e quasi sempre in minoranza. La maggioranza è per definizione bordellesca.
A chi sono destinati 5,7 milioni di euro in tre anni? Più sofisticata la lezione appresa e attuata dalla Destra con lo stanziamento di 1.900.000 euro annuali per tre anni a un soggetto di vaga identificabilità in rete, assolutamente assente nel sito della Regione, per un progetto “L’isola del Turismo sportivo” di cui non si trova traccia negli atti dell’amministrazione.
Ben informati dicono che ci sarebbe stata anche qui una manifestazione d’interesse di requisiti da possedere e di idee da presentare, cui è seguito questo stanziamento rilevante. Gli stessi bene informati dicono che la società, o associazione o quello che è lo sa lei, non sarebbe sarda. Una perfetta triangolazione, ovviamente progettuale: si tratta, evidentemente, di eventi strategici!
Ecco, questo è solo uno scorcio bordellante dell’andamento lentamente orgiastico del sistema politico sardo. La prossima volta, per illuminare il lobbismo di fiume, a chiglia piatta, che soffoca la possibilità per la Sardegna di affidarsi realemnte al merito, alla libertà, alla legalità sostanziale, scriverò dei tanti ignobili acquisti con la formula degli Ordini diretti d’acquisto sotto i 40.000 euro (quelli da 39.999 come abbiamo imparato esser d’uso in Gallura) che vengono realizzati nella Regione Sardegna verso specifici sardi, ovviamente in crisi.