Confesso di non aver visto il precedente film di Allen ambientato a Roma – To Rome with love – trovai molto brutto Midnight in Paris. Sono andato a vedere Blue Jasmine con molti dubbi, dubbi dissipati, soprattutto dalla magnifica prova di Cate Blanchette.
Jasmine (Cate Blanchette) e Ginger (Sally Hawkins) sono sorelle, ma non di sangue, Jasmine è sposata con un ricco finanziere Hal (Alec Baldwin), Ginger con Augie (Andrew Dice Clay) una coppia proletaria. Dopo la vincita ad una lotteria Ginger e il marito decidono di consegnare la somma ad Hal perché la investa e possa così assicurare un futuro migliore alla coppia. Scopriremo che Hal è un truffatore e un fedifrago, verrà arrestato e si suiciderà in carcere. Jasmine, in crisi depressiva, finirà sul lastrico e dovrà abbandonare il luccicante mondo di Manhattan chiedendo ospitalità alla sorella che vive a San Francisco.
Abituata allo sfarzo e al lusso, Jasmine non può adattarsi ad una vita grama e ad un mondo che lei detesta e non capisce, vive nel passato e nei momenti di depressione sproloquia parlando con i suoi fantasmi.
Allen fa un film lucido quando analizza la upper class e la crisi della finanza: arroganza, disprezzo, vanità e bugie attraversano la vita della protagonista; meno convincente, invece, quando analizza quella proletaria, troppo frettolosa e poco realistica. Splendida la prova della Blanchett meritevole sicuramente di una nomination all’oscar.
Curiosità: è la seconda volta che Allen nomina la Sardegna in un suo film, la prima volta è stato in Match point. Grazie!
Regia Woody Allen, con Catte Blanchette, Sally Hawkins, Alec Baldwin, Bob Cannavale.