Resto convintissimo che occorra un grande impegno perché la ricerca sia completamente aperta e quindi apprezzo molto i colleghi universitari che pubblicano in Open Access.
Gianfranco Benelli, professore di Diritto della navigazione presso l’Università di Sassari, ha pubblicato questo articolo, pulito, chiaro, completo e istruttivo sul rapporto tra insularità e continuità territoriale.
È un saggio pensato prima di essere scritto, che accompagna il lettore senza alcuno strappo verso la conclusione. Un articolo lineare, quali quelli di un tempo e che oggi pochissimi sono in grado di scrivere, presi come si è dall’urgenza di mostrarsi iperspecialisti e quindi interlocutori solo di un piccolo club, che usa un linguaggio apparentemente esoterico.
Cosa dimostra il prof. Benelli?
In primo luogo che si può parlare di un diritto alla continuità territoriale e che, dunque, la prospettiva di molti alti dirigenti dell’UE, secondo la quale la continuità territoriale è solo la disciplina di un servizio e non l’attuazione di un diritto, è contestabilissima.
In secondo luogo, Benelli dimostra che l’UE non ha una disciplina dello svantaggio insulare, ma del generico svantaggio periferico. Non è la stessa cosa.
C’è da fare. Ci sono da modificare politiche e regolamenti e non è un compito della Regione Sardegna, è un compito dello Stato italiano che deve esigere di tutelare il diritto costituzionale alla libertà di movimento per tutti i suoi cittadini, verso tutte le destinazioni del suo territorio. Leggere questo saggio significa capire che o si sposta lo Stato Italiano sulle questioni del diritto alla continuità territoriale o ragionevolmente le si vedrà eternamente subordinate a interessi sostanzialmente privati. Quando Massimo Deiana (sua la prima pubblicazione sul tema nel 1995, da cui poi nacquero due volumi sulla continuità territoriale marittima e aerea), da assessore ai Trasporti, parlò del ponte aereo Cagliari-Roma e Cagliari Miliano, sempre aperto e agli stessi prezzi per tutti, sardi e italiani, non solo ne parlò, ma anche lo realizzò e mise in campo uno scontro politico che richiedeva coraggio e cultura. Invece no: venne tutto abbandonato alle prime minacce di apertura di procedure di infrazione. Massimo si è rotto le scatole e si è messo a governare porti.
Un’ultima osservazione: il prof. Benelli non è mai stato consulente della Regione Sardegna. Questo mi piace. Uno studioso che regala competenze senza aver mai aver fatto parte del lobbismo consulenziale sardo. Si respira. Si respira non perché Benelli, per essere credibile, debba essere francescano, ma perché significa che l’open access mette in crisi il lobbismo che vende esoterismo non taumaturgico, piuttosto che risultati..
Ma sapete che siamo prigionieri oltre che del mare e dai trasporti anche dello stato che non riesce a rilasciare i passaporti che liberi cittadini richiedono
Il sito https://www.poliziadistato.it/articolo/20460 si vanta della digitalizzazione e dell’efficienza …ma poi quando arrivi a passaporto online il risultato è che non c’è possibilità di accedere agli uffici e per avere o rinnovare il passaporto……riprova dice il sito senza se senza ma.
Vergognoso pagare le tasse e non avere servizi
Questa è sicuramente una battaglia da portare avanti! Io sono figlia di sardi residenti 90enni che, ovviamente, hanno bisogno di supporto quindi spesso mi reco in Sardegna via mare o via aerea ed è una vergogna che non abbia diritto ad alcuno sconto: 1) perché non sono nata in Sardegna
2) perché non sono residente on Sardegna
È una vergogna!!!! Oltremodo imbarazzante!!!
Grazie Professore. L’articolo che ha pubblicato rende accessibile una materia complessa a coloro che non sono pratici di Regolamenti UE e del loro seguito di orientamenti e interpretazioni della Commissione, che talvolta complicano l’attuazione concreta dei principi e delle regole imposte dagli stessi regolamenti.
I sardi subiscono gli effetti negativi prodotti dalla liberalizzazione dei trasporti aerei e marittimi sancita dai Reg. 1008/2008 (trasporto aereo) e Reg. 3577/1992 (trasporto marittimo), ma difficilmente capiscono perchè è sempre più difficile viaggiare per Roma o Milano, perché le tariffe aeree non sono poi così basse, perché non ci sono tariffe agevolate per altre destinazioni come Firenze, Catania, Verona Torino e altre.
Lo stesso vale sul mare, dove il Ministero dei Trasporti ha liberalizzato quasi tutte le rotte estive lasciando poche linee in regime regolato invernale o annuale, quelle meno frequentate e meno frequenti.
Molti sardi, che fra poco andranno a votare, non sanno o non hanno capito che è lo Stato, attraverso il MIT, che effettua le poche gare sui collegamenti marittimi Sardegna Continente e che stipula e gestisce i pochi contratti di servizio rimasti. Non la RAS, che gestisce solo i collegamenti con le isole minori. Tanti sardi non hanno capito che su molte linee marittime Sardegna Continente le tariffe per residenti in Sardegna sono iniziative commerciali delle compagnie, che queste non sono regolate da contratti di servizio pubblico, come erroneamente molti sono indotti a credere.
Non hanno capito che allo Stato Italiano il regime di continuità territoriale attuale conviene perché in questo modo in questi anni ha ridotto enormemente la spesa pubblica rispetto al passato. Non hanno capito che lo Stato vede di cattivo occhio il regime degli aiuti sociali perché costerebbe molto di più: la Spagna spende oltre 150 milioni di euro annui, l’Italia forse non arriva a spenderne 70 per navi e aerei.
In pratica, lo Stato e la RAS hanno un potere molto limitato in tema di continuità territoriale, pertanto per i bagni e le cabine luride, per i ritardi e per ogni altro disservizio non possono applicare penali contrattuali perché non esistono contratti di servizio. È il libero mercato.
La complessa e lenta attuazione dei due regolamenti – nel trasporto marittimo le prime gare statali sono state fatte dopo 20 anni dalla pubblicazione del Reg. 3577/92 – ha fatto cadere la Sardegna dalla padella, quella dei monopoli delle compagnie pubbliche Alitalia e Tirrenia, nella brace del mercato libero che offre scarse tutele agli utenti e profitti sicuri agli operatori.
Per l’Europa, la Sardegna, la Corsica, le Baleari non sono considerate periferiche dal punto di vista dei collegamenti aerei e marittimi, paradossalmente non lo sono neanche San Pietro e La Maddalena, perché superano i 300 mila passeggeri annui. Secondo i superficiali paletti fissati dalla commissione europea, semplici e freddi numeri dei quali non si conosce mai la genesi e che sembrano estratti a caso, gran parte delle isole del mediterraneo possono essere collegate dagli operatori di mercato senza imposizione di obblighi di servizio pubblico, quindi senza regole. Guai a regolare la loro libera iniziativa. Guai a fissare orari, frequenze e soprattutto tariffe. La realtà è che gli operatori privati sono liberi di fare quello che vogliono. Di fatto è quasi impossibile dimostrare agli uffici di Bruxelles l’esistenza di esigenze di servizio pubblico.
In questo contesto ho l’impressione, forse sbagliata, che un Presidente di Regione sia praticamente impotente contro il mercato dei collegamenti marittimi e aerei, da un lato, e gli apparati della commissione Europea dall’altro. E lo è tanto più risulti debole, marginale politicamente e poco capace nel farsi supportare efficacemente dallo Stato centrale in sede di confronto politico e amministrativo con i burocrati della Commissione UE.
Credo di non essere l’unico a ritenere che i Commissari Europei, e in cascata i dirigenti e i funzionari delle direzioni competenti, abbiano un potere smisurato rispetto agli apparati di uno stato membro, figuriamoci rispetto ad un presidente della Regione.
Vorrei chiudere ricordando a tanti di noi gli annunci di quegli armatori che dicevano che con le compensazioni che lo Stato pagava alla Tirrenia pubblica loro avrebbero fatto viaggiare gratis i residenti.
Non è successo niente di tutto questo. I sardi hanno continuato e continuano a pagare profumatamente i loro biglietti mentre molte compagnie fanno ingenti profitti sui nostri bisogni, sulle nostre esigenze.
Grazie davvero per la pubblicazione di questo abstract. Dovrebbe essere diffuso e reso pubblico anche dalle testate regionali, possibilmente in prima pagina, quale spunto di riflessione e di possibili soluzioni di uno dei più annosi problemi di quest’isola: i trasporti. Non solo per noi cittadini ma anche e non di meno per le aziende che si occupano di export, fortemente condizionate dai costi esorbitanti che normalmente devono affrontare. Alcuni abitanti delle Canarie mi dissero molti anni fa quello che scrive il prof.Benelli, ossia che ogni abitante delle isole Canarie paga il 25% del totale di qualunque biglietto aereo per qualunque aeroporto della Spagna! È vero che in qual caso si tratta di isole ultraperiferiche ma è anche vero che rispetto ad altre isole italiane, inclusa la Sicilia, la Sardegna è molto più penalizzata. Qualunque programma elettorale serio dovrebbe mettere la garanzia del diritto alla mobilità e alla continuità territoriale tra i primi punti da realizzare per la crescita di questa nostra maltrattata isola.
Ho letto il saggio allegato:un’analisi oggettiva, dettagliata e chiara del significato di continuità territoriale e insularità che includono in sé il diritto alla mobilità di tutti i cittadini europei,senza distinzione alcuna, ma che nessun governo è riuscito fino ad ora a realizzare e non credo per incapacità ma perché volutamente non si voglia cambiare lo stato delle cose.
@ Gianraimondo Farina Egregio prof. Farina, i casi sono due: se è un articolo importante, non è ininfluente; se è ininfluente, non è importante. Io credo che sia sta mia la colpa di non aver notato i suoi scritti, sua quella di sminuire questo in nome dei suoi precedenti.
Si tratta sempre dei soliti interventi, che non fanno altro che confermare quanto dal sottoscritto, a suo tempo, scritto per oltre un anno. Contributo senz’altro importante, ma che non smuove di una virgola il problema.
Grazie Paolo, grazie prof. Benelli. Aria fresca, finalmente
Senz’altro ci vuole un modo diverso di gestire il problema, che adesso va solo a beneficio della compagnia aerea aggiudicatrice. Giusta l’idea di abbandonare la distinzione tra residenti e non residenti, che diventa un boomerang contro gli stessi residenti.
👏🏼👏🏼👏🏼👏🏼👏🏼, queste sono le cose che contano, una bella battaglia da portare avanti, spero faccia parte del progetto/programma di Soru