Si legge oggi sui giornali che Massimo Temussi andrà a dirigere il centro Regionale di Programmazione.
Non è una scelta banale.
Da quando il Coreano ha ingiustamente ibernato Gianluca Cadeddu (il precedente direttore del Centro) l’Assessorato del Bilancio e della Programmazione è diventato un assessorato immobile, al netto delle mance che caratterizzano trasversalmente tutta la gestione Solinas, non solo questo assessorato.
Con la nomina di Temussi le cose cambieranno, perché il dirigente sassarese sa il fatto suo, sa come rimanere autonomo concedendo ogni tanto qualcosa al sistema dei partiti, sa governare più che amministrare, sa conquistare la fiducia dei Presidenti: lo fece con Pigliaru e lo ha rifatto con Solinas. Il suo problema è e sarà il contenimento, perché anche i ritenuti più bravi, se assediati da turbe di mancisti, prima o poi combinano pasticci. Lascia una sanità in profondissima crisi, una sanità pubblica devastata e quella privata in crescita, ma è riuscito nell’operazione – in larga parte di propaganda – di addossarne la colpa alla riforma Arru. Si porta a casa la correzione di rotta in itinere della campagna vaccinale, che ora sta funzionando. Si tira dietro, suo malgrado, la questione, scivolosissima, dell’inchiesta sull’Aspal.
Cosa significa nella psicologia del Coreano questa scelta?
Significa che, come altri presidenti, anche l’attuale sta facendo la virata di metà mandato, consistente banalmente in meno stupidaggini e più politiche di impatto. Continueranno le mance, le manipolazioni, i favorini, ma saranno accompagnati tutti da politiche di respiro.
Chiuse le nomine in sanità, il Coreano porterà i manager ritenuti fidelizzati alla guida dei Dipartimenti dell’amministrazione regionale, migliorando le performance attuative, e poi, finalmente, farà il rimpasto. Dopo di che inizierà una lunghissima campagna elettorale alla post Rubicone, quando Cesare si impossessò dell’Erario romano.
A fronte di questa strategia cino-franceschiello-keynesian-democristianfottista, l’opposizione (si fa per dire….) si dibatte (è un’iperbole) tra due strategie. La prima è: lingere i centristi e corteggiare di notte i sardisti (di giorno occorre far finta di non conoscersi per salvare le apparenze), in modo da isolare Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Una genialata! Domandina: perché chi è parte del banchetto dovrebbe scegliere di digiunare con i poveracci che fanno l’elemosina nel portico? Perché i sardisti dovrebbero abbandonare un Solinas che tiene saldamente i cordoni della borsa e del potere? Perché i centristi che hanno ispirato, per la solidità men che cartilaginea delle loro convinzioni, i mutaforma nei romanzi di Harry Potter, dovrebbero abbandonare le mancette proprio quando se ne potrebbero fare a giumelle? La risposta degli strateghi del vivere-senza-sudare del Consiglio regionale progressista è: «Lo faranno per la regola non scritta dell’alternanza, per cui in Sardegna una volta governano gli uni e la successiva gli altri». Ma stiamo facendo politica o stiamo facendo concorrenza al mago Otelma?
La seconda strategia è quella dell’opposizione vera, profonda, diffusa, che informa, commenta, rappresenta, che racconta che in Sardegna non c’è uno straccio di lavoro, che fare impresa è un incubo, che ammalarsi è una tragedia, che studiare è una falsità per la decadenza del sistema formativo, che produrre è una rarità, che essere liberi e rispettati è un’eventualità, che l’ambiente è tragicamente e continuamente minacciato, che i trasporti sono una vergogna, che l’informazione è comprata, che l’energia è venduta e l’industria senza governo, che l’agricoltura è abbandonata alla sopravvivenza quotidiana. A lavorare a una proposta di governo alternativa sono pochissime persone, boicottate dalle cortigiane della trattativa. Non è opposizione; è resistenza.
In questo contesto, il Coreano gode nel vedere i suoi difetti e le sue tentazioni più viziose diffondersi, per imitazione e subordinazione, come virtù nella società politica; gode nel vedere l’opposizione riplamarsi a sua immagine e somiglianza. Gode nel vedere i grandi ufficiali delle forze dell’ordine frequentare i senatori laticlavi mancisti, gode nell’osservare l’osservanza della magistratura sarda, gode nel vedere il vociare sommesso di sindacati e Confindustria, le vocine modulate per non dare fastidio.
Noi ce ne fottiamo del Coreano ma lo facciamo a prezzo di una vita separata, l’unica strada per non essere raggiungibili dalla melassa mancista, dall’elemosina del portico. Tuttavia ci dispiace, ci dispiace veramente tanto, vedere la Sardegna imbrattata di affarucci e favorini, la Sardegna oliata e soffocata.
ma perchè , dall’ indomani della splendidissima e toghissima vittoria della lega salviniana , qualcuno con un pò di sale in zucca pensava che sarebbe andata diversamente da come sta andando ??….però la colpa , caro Paolo , non è del coreano Sinatra , ma di chi ( i sardi pocos , locos , i mal unidos di spagnolesca memoria ) ce l’ ha portato a suon di musica , a villa Devoto…noi ce l’ abbiamo messo ?? e noi ce lo teniamo…a malaozza…
L’avviso ai naviganti, o meglio una chiamata generale si fa quando è in arrivo la tempesta ! Ma qui siamo già nel mezzo della burrasca. Il vero problema è il silenzio assordante della minoranza che, interpretando male l’avviso, è rimasta in porto, invece che navigare in mare aperto…..Sono rimasti fermi al al giorno dopo, sperando nella cabala dell’alternanza.
Niente da aggiungere, tranne che per un punto non trattato : e’ arrivato il momento di smettere di fare meditazione e resistenza passiva. È arrivato il momento di capire chi ci sta e chi non ci sta a creare un fronte di opposizione. Ora, non domani. Il fronte opposto è tenuto insieme dall interesse e dalle pastette. Se messe a rischio si scioglierà come la neve. Sardisti delusi (schifati), centristi delusi o semplicemente onesti, forze che si rifanno agli interessi specifici della Sardegna (non solo indipendentisti), la sinistra sana all interno del Pd, lo stesso Pd (male minore rispetto a questi) sono convinto che già ora sono la maggioranza nella nostra disgraziata terra.