Autore: Paolo Maninchedda
Terna: come ti ammazzo la Sardegna in tre mosse
di Paolo Maninchedda
Non è preterintenzionale. La distruzione del sistema industriale della Sardegna da parte di Terna non è preterintenzionale, è premeditata. Trattasi di attacco premeditato e lo dimostro.
Possono essere individuate tre mosse coordinate, non contradditorie e ben chiare (e quindi premeditate) nei confronti della Sardegna.
Nel frattempo torna chiara una domanda: fino a quando i miei colleghi di Giunta, i parlamentari, i consiglieri regionali continueranno a non porsi la domanda centrale: chi decide per noi? Perché non reagiamo come hanno fatto i catalani, ci mettiamo tutti insieme e proclamiamo che noi decidiamo per noi? Fatemi questo regalo di sovranità e di intelligenza!
Terna dà l’essenzialità alle fabbriche in dismissione e la nega alle fabbriche aperte
di Paolo Maninchedda
È sempre interessante confrontarsi con le grandi controfigure para-private dello Stato italiano, come Terna. Sembra di stare di fronte a quei personaggi tragici del Seicento e del Settecento che pensavano di coprire le pustole della sifilide con il cerone e il trucco.
Con Terna i conti tecnici non tornano mai, bisogna controllarli bene, soprattutto quando si tratta di Sardegna, perché nessuno mi toglie dalla testa che dentro Terna deve esserci qualcuno che pensa che qui da noi le scuole frequentabili non superino il biennio delle elementari e che dunque nessuno legga più di tanto, faccia di conto, confronti, si faccia domande e, di conseguenza, capisca.
Stanotte ho verificato le informazioni disponibili su ogni impianto ammesso al regime di essenzialità per il 2016.
Come ricorderete per la Sardegna vi è il solo impianto di Assemini.
Perché solo Assemini? Mistero dei misteri, l’impressione è quella che a guidare la scelta sia stato un calcolo politico primitivo, e cioè che qualcuno,
Abbiamo detto al Governo che vogliamo i poteri per mettere in sicurezza Olbia.
L’Anas in Gallura deve concludere il suo mandato
di Paolo Maninchedda
L’ipotesi proposta da Anas è di uscire dal regime commissariale e di affidare al Capo Compartimento Anas la conclusione delle opere. Noi ci siamo opposti con queste lettere, nelle quali diciamo che Anas deve ricostruire il ponte di Monte Pinu utilizzando le procedure accelerate del regime commissariale, diversamente ci vorranno anni per vedere realizzata l’opera.
Terna ha premuto l’interruttore. Adesso spero di non essere più solo a dire che il problema è la nostra indipendenza
di Paolo Maninchedda
Oggi Terna ha pubblicato l’elenco degli impianti proposti all’Autorità per l’energia per il regime di essenzialità. Ottana e la centrale Enel del Sulcis non ci sono. In Sardegna rimane solo Assemini e forse è possibile un ripescaggio per Porto Torres. Il Governo Italiano non ha fatto nulla sulle servitù militari, nulla sulla chimica verde, nulla sulla metanizzazione, nulla sulla fiscalità di vantaggio, nulal sulla Lingua, ecc. ecc. Eppure, ora, con una sua controfigura che è Terna, spegne un pezzo di industria sarda. Qualcuno ha ancora dubbi sulla storica, antropologica, innata, slealtà dello Stato italiano? La risposta a queste cose non dovrebbe essere l’ennesimo negoziato, ma il Consiglio regionale che vota all’unanimità l’indipendenza della Sardegna.
Se non piove, andiamo a restrizioni nel Nord Sardegna
di Paolo Maninchedda
Come ogni anno, questi sono i mesi più difficili per l’approvvigionamento idrico. La natura ci ricorda che la Sardegna non è una regione ricca d’acqua e che occorre raccogliere, ben conservare e ben usare quella disponibile.
La Gallura e il Nuorese cominciano a soffrire, e non poco.
Per cui occorrerà a breve cominciare a prevedere restrizioni.
La bussola impazzita e i nuovi marchesati
di Paolo Maninchedda
A leggere i numeri dell’infrastrutturazione della Sardegna, dei trasferimenti in cultura, istruzione, lavoro, ambiente ecc., se c’è un’area che può giustamente parlare dell’urgenza di politiche di riequilibrio, questa è l’ampia area delle zone interne, il buco (pieno di difficoltà e povero di gente) della Sardegna rurale, distante dalla Sardegna costruita intorno ai porti e agli aeroporti e fatta solo sulle città costiere.
Le zone interne sono state protagoniste dell’unica vera tensione politica degli anni dell’autonomia (il resto è stato fuffa che adesso, post mortem, si cerca di riscrivere come gloria). Alcuni leader di quei tempi riuscirono a egemonizzare la Regione proprio perché avevano l’asprezza e il punto di vista di chi veniva dalle periferie. E se ancora oggi qualcuno di quei leader è vitale, lo deve al fatto che è ancora animato da quell’esigenza di riscatto, di modernizzazione, di riformismo, da quell’impulso dialettico con il parassitismo in genere e con le aree parassitarie urbane in particolare che è dovuto a l’essere nati in luoghi piccoli e isolati.
La difesa militare della Sardegna e la sovranità
di Paolo Maninchedda
Sto notando in molti dirigenti politici una sorta di resa alla complessità della realtà.
Stiamo vivendo un momento molto difficile e disordinato.
Faccio un esempio per capirci. Il “Corrierone della Sera” ha mediamente cinque commenti in prima pagina e altrettanti articoli di cronaca in meno. È il segnale del fatto che il giornale italiano più prestigioso non ritiene più utile raccontare la realtà, bensì fornire una rassicurante spiegazione ai propri lettori.
Potremmo parafrasare così la linea del Corriere: «Non sappiamo che cosa sta succedendo, ma ve lo spieghiamo lo stesso, così dormite (dormiamo) tranquilli».
Non parliamo, poi, dello stato confusionale in cui versa gran parte della Sardegna: un vero disastro.
Noi, invece, sappiamo dove stiamo andando.
La sovranità e gli accordi con i grandi gruppi: il caso Engigneering, la Sanità e la ‘delicatezza’ della Corte dei Conti
di Paolo Maninchedda
Perché la Sardegna non riesce ancora a controllare la sua spesa sanitaria? Per tanti motivi, uno dei quali, e non il più banale o marginale, è dato dall’impossibilità di controllare minuto per minuto la spesa. Noi conosciamo i dati delle Asl più o meno 4 mesi dopo che sono maturati. Perché? Perché non funziona il nostro Sistema Informativo del Sistema Sanitario Regionale (il mitico SiSaR).
In buona sostanza (direbbe Benigni), mentre l’assessore alla Sanità della Lombardia può, accendendo un computer, sapere ora per ora, minuto per minuto, quanto sta spendendo il suo
Energia-essenzialità: la Sardegna manifesta, l’Italia decide
di Paolo Maninchedda
Non ci stancheremo mai di ripetere che la retorica non è un’arte di governo, è invece un’arte dell’espressione e – nei casi peggiori – della manipolazione. In Sardegna si producono simboli e bandiere a uffa sulla sovranità, ma poi non si esercita quella possibile e quindi si consuma lo spazio di credibilità dell’indipendentismo. Da tempo monitoro i comportamenti delle autorità italiane sull’energia. Il nostro interlocutore è Terna, in prima battuta, ma