Diceva De Rita nel 1999: «Non è il regime che impone la mediocrità, ma sono i mediocri che, imponendosi al potere, diventano regime».
È un’immagine calzante per ciò che mi accingo a raccontare.
Il concetto generale che si deve tenere presente è il seguente: la Giunta Solinas non ha un rapporto felice con i dirigenti regionali in servizio e vuole dirigenti esterni. Il motivo è talmente evidente che non c’è bisogno di spiegarlo. Diciamo che è più gradita la fedeltà che la lealtà, la quale ultima ha la stessa base etimologica di legalità, parolaccia che di questi tempi non si vuol sentir pronunciare.
Il modello della Giunta Solinas è di tipo Gallurese: c’è infatti da chiedersi perché in Gallura si concentrino i dirigenti temporanei (si fa per dire), tutti finiti a governare l’urbanistica (ne conosco casi clamorosi a Olbia e Arzachena) presi con l’art.110 del Testo Unico degli Enti Locali in modo da aggirare le procedure concorsuali previste dalla Costituzione e dalle leggi per il reclutamento nella Pubblica Amministrazione. Di uno di questi presunti esperti ho letto che si è laureato dopo l’incarico (e quindi prima che alte competenze aveva?), ma va benissimo, tutto fa brodo nella logica massonico-fognaria che ci sta sovrastando. Comunque lo schema della Regione è lo stesso: «Voglio il dirigente che mi piace, non quello che ha vinto il concorso e che risponde all’Amministrazione e alle leggi piuttosto che a me».
Il problema è dato, per l’appunto, dalle leggi.
È almeno dal 1998 che gli assessori non firmano i bandi per la manifestazione di interesse di dirigenti esterni all’Amminsitrazione regionale. È una competenza dell’Assessorato al Personale e in particolare del Direttore generale del Personale, non di questo o quell’assessore che non dispongono delle risorse né per le assunzioni né per i comandi.
E invece no, nel paese di Lasciatecifareipisellinostri gli assessori firmano i bandi per le manifestazioni di interesse in modo da far capire chi comanda. Dalle abitudini di questo paesino che ha meno abitanti di Villanova Truschedu hanno evidentemente copiato gli assessori Quirico Sanna e Gianni Chessa.
Quirico firma questo avviso e Chessa invece firma questa risposta al sindacato (che ha fatto questo accesso agli atti) nella quale si possono leggere le ragioni per cui dinanzi a una selezione per un servizio dell’Assessorato al turismo non andata deserta, ma anzi con ben due domande presentate da dirigenti in servizio, si possa decidere di catafottersene delle domande (Corte dei Conti e magistratura ronf ronf) e realizzare un comando dall’esterno.
Ora, noi conosciamo e conoscevamo le vocazioni condottieresche di Quirico, il suo compiersi, come uomo politico, nell’arieggiamento del cavo orale piuttosto che negli atti di governo; non conoscevamo questa volontà di sostituirsi al Direttore del Personale, non conoscevamo questa pruderie compulsiva alla firma di avvisi pubblici di reclutamento. Ma soprattuto non conoscevamo la vocazione alla fondazione del diritto da lui coltivata segretamente. Egli, nel mettere a bando il Servizio contratti del suo assessorato, innova anche la Legge regionale 31/1998 perché prevede che possano essere reclutati dirigenti provenienti anche dal settore privato: fino ad oggi, prima cioè della Magna Charta Sanna, questo era previsto dalla legge solo per i Direttori generali. Da oggi in poi, Sanna ha deciso che si fa diversamente. Siamo in pieno diritto egotico.
Men che meno sapevamo di Chessa esperto giuslavorista e amministrativista, che utilizza solidissimi argomenti quando obietta che se un dirigente ha già un incarico, non può partecipare a una selezione per la direzione di un altro Servizio, evidentemente riservata a dirigenti in servizio nullafacenti. Sarà magistrale, ma a me risulta incomprensibile. E c’è da chiedersi: che cosa stava cercando realmente Chessa? I dirigenti che hanno presentato domanda venivano interpellati dal bando rispetto alla loro volontà ad andare a occupare un determinato incarico, non venivano certo vagliati rispetto ai loro titoli (posto che esiste un ruolo unico dei dirigenti cui il bando è rivolto ed è ben noto all’amministrazione regionale) nè rispetto all’incarico che svolgono attualmente (già noto).
Quindi il bando, a posteriori, può essere spiegato con una clausola omessa: «I candidati devono andare a genio all’assessore». E basta dirlo, no?
Il piccolo problema è che la Regione non è roba vostra e che i vostri obbrobri giuridici sembrano macchie di sugo su una camicia bianca.
Vero che il bando e la selezione sono atti gestionali e dunque spettanti alla direzione generale del personale. Ma è inesatto affermare che il reclutamento dall’’ esterno non sia previsto dalla LR.31. L’art 29 infatti norma proprio queste fattispecie di assunzioni.
… ant a chèrrere fàghere sos indipendhentistas rivolutzionàrios! Chi sa RAS (alias Regione Autonoma della Sardegna, ente de amministratzione autònomu cantu a un’impicadu a su corru mannu de sa Furca) siat una Gàbbia cun Sardigna e Sardos intro za est iscritu in sa Costituzione della Repubblica Italiana e meda ma meda prus a craru in s’Istória.
Ma s’at a fàghere goi s’indipendhéntzia de sa Sardigna e de sos Sardos? L’amus a fàghere faghinde “voli pindarici” e “salti mortali” intro de una gàbbia?