Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Los an falados a fogu, sos montes de idda mia…
Il ballo, cantato dal Coro di Neoneli, è diventata la danza macabra del Montiferru.
Est tottu a chijina.
Il Montiferru è un antico complesso vulcanico, il più grande della Sardegna, spentosi quasi un milione e mezzo di anni fa, per diventare uno dei complessi forestali più stabili ed estesi della nostra terra.
Era.
Oggi sembra che il vulcano si sia risvegliato e abbia eruttato tutto il fuoco e la cenere del suo ventre.
La desolazione è totale.
L’occhio cerca disperatamente di riconoscere, in quel grigio nero diffuso, quelli che erano boschi, alberi solitari e macchie così rigogliose dove anche il lentischio era un patriarca.
Ora è solo un immenso, osceno, braciere.
Cessato il caos dell’incendio, del fumo, del crepitare delle chiome in fiamme è venuto il tempo di guardare dritto nel cuore del disastro.
Ci vorrà tempo, perché la natura se ne infischia dei giorni degli uomini e aspetterà il corso delle stagioni per stabilire ciò che è morto per sempre e ciò che, seppur storpiato e sfregiato, potrà ancora vivere.
I giornali (se meritano ancora questo appellativo) regionali riempiono pagine con foto tragiche e spettacolari e con le spigolature sui singoli casi, che fanno tanto colore.
Nessun articolo che entri nel merito di quali sono le cause reali di quanto è successo.
Si accenna “al mostro” che sparge fuoco per follia distruttrice e contro il quale niente si può fare.
L’apparato regionale, per loro, ha funzionato perfettamente e solo per il destino cinico e baro che è stato annientato il Montiferru e la sua civiltà rurale.
Nessuno che studi e approfondisca. Nessuno che abbia voglia di andare al di là dei comunicati stampa.
Solo qui, su Sardegna e Libertà, si pongono le domande giuste e si distingue in modo netto tra l’abnegazione dei singoli operatori dell’antincendio regionale e la disorganizzazione di sistema.
Il resto è solo un, fastidioso, crepitio: fatto di parole grondanti di rettorica e vuote di contenuto.
È un profluvio di parole quello che fuoriesce dalle bocche di assessori e politici regionali, in alcuni casi con tanta buona intenzione, più spesso con pelosissimo interesse, che cadono sui territori piagati dal fuoco come gocce urticanti.
Irritano e non confortano.
Sentire il responsabile massimo della campagna antincendio e di tutto l’apparato della Protezione civile, l’Assessore Lampis, invocare l’intervento dell’Esercito (maiuscolo perché è una istituzione) per combattere gli incendi, è qualcosa che nessun cittadino della Sardegna, meno che mai gli abitanti del Montiferru, meritano di sentire.
Noi abbiamo un deserto di cenere e l’Assessore se ne esce invocando l’Esercito?
Ma, scusi, Assessore Lampis, lei è lo stesso che sino a qualche settimana fa glorificava il meraviglioso sistema antincendio boschivi della Regione Sardegna?
È lo stesso che, senza neanche un minimo di senso del ridicolo, si presentava in conferenza stampa con la maglietta della Protezione civile regionale, per esaltare la forza del suo esercito (questo è scritto minuscolo perché non è una istituzione) di oltre 7.500 addetti?
È la stessa persona e lo stesso Assessore o esiste un clone?
Perché, mi creda, sembra uno scherzo di cattivo gusto.
Lei, in divisa da Protezione civile, si vanta di avere uno schieramento imponente e poi, dopo il disastro, chiede aiuto all’Esercito?
Per cosa? Per bonificare l’area.
Quando tutto va bene, si fanno le conferenze stampa muscolari in divisa.
Poi, quando le cose si mettono male, si chiede aiuto all’Esercito!
A chi, poi?
Alla Brigata Sassari?
Ma Lei sa che la Brigata Sassari fa tutt’altro di mestiere?
Lo sa che è una Brigata meccanizzata, espressamente strutturata per missioni in teatri ostili?
Lo sa che sono soldati addestrati ad agire in ambienti di guerra e non a spegnere incendi?
Lo sa che ha meno uomini (circa 5.000) di quanto il suo apparato antincendi regionale?
E qui, abbia pazienza, emerge tutta la cultura (?) della destra italiana a cui, Lei, autorevolmente appartiene.
Quella che pensa di risolvere i problemi e le crisi con l’uso della forza.
Quella della rettorica pattriotarda e nostalgica di false glorie militari.
Quella che, incapace di misurarsi con la complessità dei problemi, pensa di risolverli schierando i militari.
Lasci stare l’Esercito e lasci che gli uomini della Brigata facciano il loro mestiere.
Piuttosto, dato che non ha saputo utilizzare al meglio il suo esercito personale di 7.500 addetti appositamente formati per lottare con il fuoco; dato che, insieme al suo Presidente e tutta la Giunta, li ha distratti per mesi con beghe contrattuali e leggi impugnate; dato che ha consentito che il Corpo Forestale rimanesse, di fatto, per mesi con un Comandante delegittimato; dato che ha consentito che, nel fulcro della campagna antincendio, almeno quattro Ispettorati provinciali (compreso ovviamente Oristano) rimanessero senza titolare, abbia la dignità di dimettersi dalla carica che occupa.
Questo incendio è roba vostra. È un incendio di Regione, di Regione disorganizzata. Ammettetelo e pagate i danni. Non indennizzi dovuti al fato, ma danni dovuti dalle istituzioni inefficienti a cittadini vittime.
Abbia il senso, vero, dell’istituzione e non quello d’immagine rappresentato dall’indossare la maglietta della Protezione Civile: si dimetta e faccia aprire un dibattito serio su quanto non ha funzionato in questi mesi nelle strutture di cui Lei ha la responsabilità politica. Lei non ha fatto assolutamnete nulla sul fronte dei rifiuti; Lei ha smantellato il Servizio di Valutazione Ambientale; Lei è senza Direttore generale; Lei sa perfettamente che l’incendio del Montiferru è partito da un incendio mal bonificato e mal interpretato il giorno dopo; Lei sa che quando l’incendio è ripartito avevate il personale in ferie; Lei sa che avete fatto decadere i dirigenti facenti funzione del Corpo forestale l’8 luglio; Lei sa che non c’erano 7500 persone impegnate sull’incendio, c’erano invece poche persone dislocate a terra, mentre è vero che c’erano molti privati che si sono sentiti drammaticamente soli. Lei deve solo confidare che la paura che serpreggia tra i tanti testimoni dell’incendio non venga meno, perché se gli onesti troveranno invece la forza di vincere la paura che hanno di voi e di altre istituzioni, voi vi ritroverete in mutande di fronte alla vostra drammatica superficialità.
Se non troverà il coraggio di assumersi la responsabilità politica di quanto accaduto, allora abbia il buon gusto di tacere.
Cagliedebos a sa muda.
A prescindere da come sia partito il rogo se di origine colposa, dolosa o accidentale non ci sono scusanti la responsabilità è tutta del carrozzone regionale che in Sardegna da anni “gestisce” i boschi, le campagne antincendio e la vigilanza ambientale sperperando inutilmente milioni di euro e gestendo col solito sistema clientelare assunzioni, appalti e cariche politiche. Io ho conosciuto l’epoca in cui i fuochi in Sardegna erano solo quelli che a fine estate prima delle piogge venivano usati per bruciare le stoppie e le sterpaglie e lasciare spazio alla nuova erba per il pascolo. È vero a volte si perdeva il controllo di qualche fuoco e inevitabilmente partiva l’incendio per cui intervenivano i vigili del fuoco le compagnie barracellari e tutti i volontari dei paesi vicini combattendo contro le fiamme con frasche, idranti e quando possibile col controfuoco a volte in casi estremi anche la dinamite. Poi iniziò l’era delle campagne antincendio estive gestite dalla regione e dai suoi apparati mangiasoldi e i roghi ( quelli veri) in Sardegna sono aumentati in maniera esponenziale. Più soldi venivano messi a correre più ogni estate i roghi aumentavano e i nostri esperti regionali continuavano a scaricare le responsabilità sui pastori o su non meglio identificati piromani. Il tutto per coprire le proprie responsabilità, incapacità e penso probabilmente in alcuni casi anche complicità. Non tutti sanno che anni fà è stato messo in piedi ( sempre con milioni di euro nostri) un complesso ed avveniristico sistema di videosorveglianza a infrarossi per l’individuazione degli incendi boschivi con telecamere posizionate in punti strategici… Che fine ha fatto.? È stato pagato e poi abbandonato. Questi ultimi anni sono stati dismessi molti punti strategici ( vedette) fondamentali, perché?. L’unico modo per fermare la distruzione della nostra isola è la prevenzione, ma quella vera, quella che interviene prima che il danno sia fatto, quella che al primo segnale di fumo interviene sul posto con frasche idranti e sudore e poi resta sul posto fino a quando anche l’ultimo tizzone sia spento , non quella che guarda il fuoco e aspetta comodamente seduto a bere birra o peggio a fumarsi una sigaretta, di sentire i motori degli elicotteri e dei Canadair che arrivano quando ormai è sempre troppo tardi . Quella che tiene puliti i boschi i sentieri di campagna le cunette delle strade e i torrenti e interviene pesantemente contro chi non rispetta le regole. Purtroppo ancora una volta nessuno pagherà per i propri errori e colpe e anche se ciò accadesse nulla ci renderà l’irripetibile bellezza di quello che è stato distrutto per sempre. Il popolo Sardo purtroppo non trova ancora il modo di unirsi veramente come dovrebbe, bisognerebbe riuscire a formare un corpo di Rangers volontari presente in tutta la Sardegna che oltre a vigilare ed intervenire per la difesa dell’ambiente dagli incendi e gli eventi naturali vigilasse anche sull’operato dell’esercito di persone che da anni stipendiati da noi Sardi non sono stati capaci di fermare una catastrofe annunciata. Voglio però fare un encomio al corpo dei vigili del fuoco che da sempre in silenzio continua a fare seriamente il proprio lavoro e che veramente interviene tempestivamente quando chiamato, se al posto di circa 7.500 persone assunte dalla regione per tenere in piedi un inutile carrozzone, fossero stati assunti anche solo la metà nel corpo dei vigili del fuoco in Sardegna le cose sarebbero andate molto ma molto meglio. Non so se si riuscirà a costituire un corpo di Rangers volontari come spero. Ma purtroppo sono certo che col sistema attuale la nostra Sardegna è destinata a diventare un deserto di scheletri neri e rocce bruciate. Comunque non perdiamo le speranze e tentiamo in qualche modo di unirci per salvare il salvabile.
Vi ritengo colpevoli e mandanti indirettamente di questo immane disastro! Non vi morde la coscienza sempre che ne avete una? Ci avete tolto quanto più caro avevamo avete distrutto interi paesi e quando parlate dite castronerie, cagliadebos!!!??
La responsabilità dei vertici non deve cadere sulla protezione civile. Un esercito di volontari che presta la propria opera solo per amore della propria terra e dei suoi abitanti.
Giusto il giudizio politico
Non ci sono parole! Mi sarei aspettato di leggere delle inchieste sui fatti del concorso in magistratura al quale dovrebbe partecipare il Presidente Solinas, ma i principali giornali sardi tacciono. Dessi e Di Rosa ma vi siete mai domandati il perché la gente cerca l’informazione in rete e i vostri quotidiani ogni semestrale sprofondano in caduta libera e perdita di lettori? Ma la notizia di un presidente di Regione che si presenta ad un concorso mentre è in carica, assumendo al suo servizio fior fiore di magistrati, non merita uno straccio di domanda? almeno una, MA È VERO???
So che qualsiasi cosa succeda non ci restituirà gli olivi pluricentenari produttivi (non solo quello millenario). Le responsabilità di quello che è successo sono tante e sono gravi, a partire dalla bonifica dell’ incendio di Bonarcado per finire alla pessima gestione di quando le fiamme si sono affacciate verso Cuglieri. Non bastano semplici dimissioni di qualcuno che poi andrà a sedersi su un’altra poltrona!!! Qui qualcuno deve finire in galera!!!
Parole sante
Io credo che al ridicolo non c’è mai fine. Alla dichiarazione di glorificazione dell’assessore Lampis è infatti seguita la raccolta fondi della Regione Sardegna a favore della protezione civile.
Mi chiedo che lavoro fanno al controllo strategico……
In Italia ci si dimette se accusati a torto, mai se colpevoli.
Esatto il vero problema che in molti hanno visto cosa è realmente successo il venerdì quando è partito il fuoco a santu lussurgiu ed è poi salito verso il bosco, ma hanno paura perché il 90 %fella magistratura è collusa con la politica e quindi risulta tutto inutile, a parte che basterebbe fare un indagine seria partendo dalle immagini della fideosorveglianza per scoprire tutto,