Nella prossime settimane, parlerò nel dettaglio della gravità del caso Mont’e Prama, che consiste non in fatti gestionali della Fondazione neonata, ma in egemonie istituzionali deleterie con gravi conseguenze sul piano della tutela del patrimonio archeologico e del rispetto di un minimo di decenza meritocratica. E me ne occuperò perché i comportamenti più gravi e censurabili sono, a mio avviso, di un’istituzione che si chiama Sovrintendenza archeologica. Ne parleremo.
Per il momento, e nel contesto indecente dei contributi dati dal Consiglio regionale a privati (su cui tornerò perché ho avuto il piacere di leggere il verbale di un Consiglio comunale di Bosa con cortesissime parole rivolte al mio indirizzo che mi costringono a ulteriori precisazioni), che rivela una tracimazione del ruolo di indirizzo politico verso quello gestionale e finanziario, mi preme rilevare un fatto che emerge dalle carte acquisite dai consiglieri regionali in occasione dell’audizione in Consiglio del presidente della Fondazione Mont’ e Prama .
Il 19 maggio 2022 il presidente della Fondazione scrive all’assessorato: «Con la presente, pertanto, si comunica che l’ammontare dei costi previsti per la realizzazione dell’operazione ammonta a € 1.442.344,00 comprensivi di IVA, a fronte dei € 1.000.000,00 previsti nel succitato Piano Operativo di Dettaglio. Si ravvisa pertanto la necessità di evidenziare la mancanza dell’ammontare residuo, pari a € 442.344,00, necessario per garantire l’adeguata realizzazione dell’operazione». Quindi Muroni comunica un aumento dei costi e chiede la relativa copertura.
Il 30 maggio si svolge una riunione che deve aver avuto qualche tono fuori posto se lo stesso presidente della Fondazione, il giorno dopo, si sente in dovere di prendere carte e penna e di mettere i puntini sulle ‘i’:
«La questione legata alla mia nota del 19.05.2022, relativa alle mutate necessità in materia di fabbisogno complessivo, origina ESCLUSIVAMENTE da richieste che l’Assessorato stesso ha presentato al progettista incaricato dalla Fondazione Mont’e Prama, specificamente nel corso di un sopralluogo presso la Passeggiata Coperta, al quale il sottoscritto non era presente, il giorno 16 febbraio 2022 e, sempre in mia assenza, nel corso della Borsa internazionale del Turismo di Milano.
Richieste che, nel dettaglio, hanno riguardato gli allestimenti, le dotazioni tecnologiche, il numero degli stand e altre questioni – come un servizio catering a favore di espositori e ospiti – che non sono state previste nella convenzione.
Va da sé che l’aumento riguarda in via esclusiva l’azione B, in cui i costi sono – a seguito delle richieste dell’Assessorato – sensibilmente lievitati rispetto ai 417.710,00 euro più IVA inizialmente previsti, arrivando alla cifra di 895.200 più IVA.
Pertanto, allo stato attuale, gli elaborati consegnati dal Progettista da noi incaricato risultato difformi dall’affidamento effettuato con determina numero 4 del 18.02.2022 e del contratto numero 2 del 17.03.2022. Di conseguenza gli stessi non possono essere accolti e approvati.
La dirigente dei servizi amministrativi e finanziari dovrà procedere a formale comunicazione di richiesta di revisione progettuale affinché si ritorni al quadro economico previsto dall’affidamento».
E dunque si comprende che l’Assessorato in due date e in due circostanze precise ha dato indicazioni direttamente al progettista incaricato dalla Fondazione, e non indicazioni banali, ma tali da incrementare la spesa quasi del 50% (non è dato capire, dalle carte acquisite, se poi l’incremento di spesa ci sia stato e sia stato coperto oppure no).
Questo non è indirizzo politico, questa è una bella e buona pratica gestionale dalla quale anche i vertici dell’assessorato dovrebbero stare lontani, perché certamente essi possono entrare nel merito delle proposte progettuali chiedendone la modifica al soggetto attuatore (cioè la Fondazione), ma non possono disporre la modifica interloquendo direttamente con il progettista e per di più determinando un incremento dei costi non coperto da alcun atto amministrativo. Questo stare dell’assessorato a monte e a valle dei suoi stanziamenti, questo suo occuparsi di indirizzi politici, ma anche di materiali e arredi e di interlocuzioni con progettisti, è una cifra politica e amministrativa che merita di essere approfondita, ma che appare sin d’ora essere dotata di un che di impunito e spudorato che da tempo non si vedeva nelle stanze del governo regionale. C’è un legame estetico e immorale tra il consigliere regionale che fa regali ai suoi amici con i soldi pubblici e chi con gli stessi soldi pubblici si comporta come se stesse arredando casa sua.
Insomma, mi par di capire che su determinati fronti (a dire il vero, non più occasionali), negli ultimi anni, seguendo la pista aperta e illuminata da queste pessime creature di destra sghemba, porosa e duttile, si vada solo di pattume in pattume e di cloaca in cloaca.
Fra elargizioni che beccheggiano un po’ al Capo di sopra e un po’ al Capo di sotto, dove pensano di condurla gli attuali burattini divenuti burattinai, questa regione spopolata, vecchia, deiindustrializzata di suo e prona al turismo stagionale balneare e non sostenibile? Mi chiedo se loro e il proattivo assessore “like a bomber” al fu Turismo siano mai stati a studiare le cose come sono a Semestene, a Siddi, a Monteleone Rocca Doria, a Tinnura, a Bidonì, a Setzu, a Soddì, a Siria, a Osidda e così via.
Per essere tassonomici (inquadrare la fattispecie nella categoria “avere la faccia come il c…) l’incremento dei costi in parola non sarebbe del 50% ma di circa il 100%,