Chiedo scusa se non sto riuscendo più a scrivere nel blog.
Cerco di rimediare all’obbligo di informazione che mi sono assunto.
Le questioni principali di cui mi sto occupando sono:
Anas, liquidità imprese, Enel, Abbanoa, Area.
Nell’ordine:
1) Anas. L’obiettivo è completare le infrastrutture (tutte le strade principali sono incomplete). Per farlo bene bisogna rompere il meccanismo di subordinazione della Regione a questa grande azienda di Stato che dura da sempre. Per vincere serve molto consenso sociale, grande lavoro di informazione dei deputati e dei senatori, grande lavoro di anticamera nei ministeri romani (il mio colon ne sta risentendo). Nel frattempo, è notevolmente aumentata la funzione di controllo su ciò che Anas fa a casa nostra, segnalando alle autorità competenti i comportamenti censurabili. Speriamo di poter inaugurare un grande piano delle infrastrutture. Per ora abbiamo perimetrato il campo: la partita più dura inizierà nei prossimi giorni.
2) Oggi le imprese della Sardegna vantano circa 300 milioni di euro di crediti con i Comuni per risorse non trasferite dalla Ras. Stiamo predisponendo una strategia di liquidazione che consenta di non violare il Patto di stabilità, utilizzando risorse già uscite dal bilancio regionale, ma non spese. Non anticipo nulla per scaramanzia, ma è un buon lavoro, molto pragmatico e attento a stare in tempi brevi.
3) Enel: abbiamo preso in mano la questione dell’idroelettrico. Obiettivo: chiudere entro giugno la copertura dei costi dell’acqua grezza. Ci sono cause in corso, pareri impegnativi, transazioni arenate, insomma un meccanismo che è stato riavviato e che deve essere concluso;
4) Abbanoa: è una partita complicata che deve essere gestita con rapidità. Prossimo passo: favorire la transazione tra Abbanoa e i Comuni per compensare il sistema dei debiti e dei crediti; arrivare alla ristrutturazione del debito e poi procedere alla ricapitalizzazione. Contemporaneamente va varata la legge sull’acqua, che garantisca l’equilibrio e la sostenibilità del sistema idrico sardo. Siamo molto avanti, ma siamo anche molto impauriti da inchieste, denunce, diffide, lettere che farebbero sorridere Ponzio Pilato, disagi e carenza di investimenti;
5) Area: puntiamo a muovere la montagna di denaro che sta fermo nelle casse dell’Ente; puntiamo a richiamare al rispetto tassativo delle regole e a rendere più efficace l’utilizzo delle risorse. Stiamo lavorando a sbloccare l’intervento su Sant’Elia.
Infine le opere pubbliche per gli enti locali: i Comuni vogliono soldi ma non c’è più una legge che finanzi le opere pubbliche dei Comuni. L’ultimo intervento sulle opere di interesse locale è stato definanziato. Il Consiglio regionale deve decidere se rifinanziare oppure no una politica delle opere pubbliche di interesse comunale. Io penso sia urgente farlo: i comuni sono allo sbando, le strade sono un colabrodo, i palazzi comunali o gli edifici pubblici in condizioni pietose.
Nel frattempo attendo che il Consiglio metta all’ordine del giorno il DL 11 sui laghetti montani – attualmente fuorilegge -, sui cimiteri, sulle opere per il rischio idro-geologico.
Nel frattempo abbiamo accelerato le procedute sull’APQ Metano, su Viale Monastir e sulla 554.
Lavoro con nel cuore l’idea della Sardegna come Stato; inorridisco dinanzi al rigurgito di debolissimo autonomismo che ogni tanto riaffora per inerzia e pigrizia culturale nel nostro dibattito politico. L’idea forte di questa legislatura è la nuova sovranità, non ne vedo altri e anzi tutti gli altri possono far precipitare questa legislatura in una replica delle precedenti. La novità deve risiedere nella convinzione e nella capacità di un nuovo periodo di sovranità. What else?
Avanti col sovranismo, soverania est indipendenzia.
Forza Paris
Per P. Paolo demuro: quella che lei chiama “ecozona” non è di facile gestione e presuppone conoscenze tecniche e gestionali di elevato livello.
Un conto è differenziare e un conto è compostare industrialmente o ancora recuperare frazioni da carta, vetro, metalli e quant’altro. L’ufficio tecnico di qualsiasi comune dovrebbe avere in organico figure destinate a tali mansioni e i costi non sarebbero sostenibili. Ben altro discorso se si addivenisse ad una consorziazione obbligatoria..
Tanta carne al fuoco, ma l’impressione è che ciascun argomento venga sviscerato con cautela ed attenzione.
Bene, mi pare un ottimo metodo, anche se non mi stupisco conoscendo il nostro uomo: l’analisi, l’approfondimento, la ricerca delle cause e delle concause sono per lui quasi una ossessione, che comporta anche tanto studio e tanto lavoro.
Buon proseguimento
Si ha l’impressione, spero confortata a breve anche da risultati di facile lettura per tutti, che finalmente il governo della Sardegna, si muova con una certa logica e con degli obiettivi per i quali – in particolar modo su alcune specifiche competenze – si registra una rinnovata attenzione ed un “outlook” positivo, da parte dell’opinione pubblica, come se la stessa sia in attesa di un qualche evento, capace di rimettere in carreggiata, una situazione a dir poco disastrosa, ed al contempo, da tempo, intollerabile. Molto di questa attesa, è stimolato, dalla azione determinata e competente, che un pò tutti gli assessorati – chi più chi meno – stanno portando avanti ed in particolar modo, non c’è ne vogliano i nostri alleati, dall’assessorato ai LLPP., o per meglio dire dall’Assessore ed il suo staff, non esclusi i funzionari regionali, finalmente. Che a battere il tempo, a dare ritmo e direzione, sia l’assessorato assegnato in dote al Partito dei Sardi, a noi, che per quel partito ci siamo e siamo impegnati e che, da tempo ne abbiamo focalizzato e condiviso i motivi che lo hanno portato ad essere forza di governo, non meraviglia oltremodo, come d’altronde conosciamo e condividiamo anche il percorso di razionale progettualità, teso ad una effettiva sovranità, che passa obbligatoriamente per una inequivocabile azione amministrativa, in modo che la Sardegna possa dimostrare in primo luogo a se stessa, di essere capace di bastare a se stessa, naturalmente in un quadro di esperienze , comunitarie e globali.
Condivido che ci sia al più presto una norma regionale che disciplini e finanzi, una nuova stagione di opere pubbliche, perlomeno quelle più urgenti e certamente “pubbliche” – con la giusta attenzione a che non si ritorni al tempo di famigerati “assessorati califatti”, luoghi in cui si riusciva ad entrare, solo se avevi lo stesso sangue dell’assessore di turno, non che nelle ultime legislature sia molto cambiato, ma certamente ritengo che il fondo unico ai comuni sia una conquista, magari migliorabile, ma certamente con quel provvedimento si andò nella giusta direzione.
Detto questo, mi permetterei di suggerire alcuni interventi che si potrebbero finanziare, con una formula di blindatura, che in un qualche modo renda obbligatorio per le amministrazioni locali, orientarsi verso quel tipo di investimento. Ad esempio, oltre a scuole e luoghi di pubblico interesse, non sarebbe sbagliato “obbligare” le amministrazione a auto-prodursi l’energia per l’illuminazione pubblica, il cui costo viene oggi scaricato sulla Tares, con l’obiettivo di ottenere un risparmio che sgravi quei costi, e senza essere eccessivamente talebani, perché anche una pala eolica se frutto di investimento per pubblico interesse, non è un iniziativa disdicevole, di quelle ne abbiamo la Sardegna ormai piena.
Altra soluzione, i comuni della Sardegna, sono quasi tutti sotto i 3000 ab., con un buon ettaraggio a disposizione, dovrebbero a mio avviso avere tutti una “eco-zona” per smaltire l’umido in loco, ed un “eco-zona”, come già esiste in alcuni comuni, per la gestione del riciclo, in modo da recuperare risorse dal differenziato utile, ed incidere sul trasporto di questi materiali diminuendone la frequenza, che è una voce importante sempre della Tares, andando ad un ulteriore contenimento dei costi di una tassa esosa e per questo particolarmente indigesta per i cittadini, in particolar modo per le piccole imprese singole o societarie.
Ve ne sono tante altre, ma la cosa diventa troppo lunga, e di difficile convergenza, segnalo in particolar modo investimenti sugli impianti sportivi e sulla cultura sportiva, magari riorganizzando anche la didattica nelle scuole, inserendo il tempo prolungato e riservando il sabato in accordo con le varie associazioni sportive, alla attività agonistica ed amatoriale, anche perché, se risulta vero che il rischio di obesità e le patologie ad esso riconducibili, pare che costino circa il 7% (info non verificata) del bilancio sanitario nazionale, bé qualora fosse così, un azione tesa a recuperare anche solo l’1% di quelle cifre, attraverso una diffusa pratica sportiva, quale presidio e prevenzione, credo sarebbe sufficiente per degli investimenti che hanno come scopo principale il miglioramento degli indici di qualità della vita, ed un più opportuno utilizzo del tempo libero, importante soprattutto in età addolescenziale.
P.s. – Le scuse, quando sostenute da importanti motivazioni, possono sembrare superflue, ma in effetti questa forma di attenzione fa piacere a tutti noi che volentieri le accettiamo. buon lavoro.
la nuova 125
Ottimo lavoro, per le opere pubbliche comunali si potrebbero utilizzare le società in-house oppure è obbligatorio esperire gara d’appalto?