Come è noto anche al più distratto osservatore (ed utente), la sanità sarda sta vivendo un periodo di formidabile difficoltà.
Le liste di attesa si allungano di pari passo al numero dei Direttori senza i requisiti richiesti dalla legge per ricoprire il ruolo, aumenta il numero dei facenti funzione, il tutto, in genere, in maniera inversamente proporzionale alla qualità del management.
Questa Sanità non soffre di una cosa: di annunci!
Ecco quindi che all’inizio della prossima settimana è annunciata, ma non confermata, la riapertura della “nuova” terapia intensiva dell’AOU di Sassari. Chi per ventura dovesse trovarsi nel corridoio dove si apre uno degli accessi alla nuova struttura, come è capitato a noi, (utilizzato peraltro indifferentemente dai pazienti che vanno a visita, dagli operandi in barella che vanno in sala operatoria e poi tornano pieni di tubi e garze inseguiti dagli anestesisti, dal personale che spinge i carrelli dei rifiuti, dai fornitori, etc, con buona pace dei percorsi sporco/pulito) si troverebbe a dribblare imbianchini, elettricisti, muratori, geometri ed ingegneri che si affaccendano per creare il perfetto ambiente giornalistico-televisivo per l’evento.
Invitato d’onore: il sottosegretario alla Sanità Sileri (che, comunque, è già un bel guadagno rispetto all’ex onorevole Razzi invitato all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università turritana!).
Sorge però spontaneo il dubbio che tale importante personaggio non sappia (qui sta la straordinarietà dell’AOU) che la rianimazione che sta visitando è stata inaugurata circa due anni fa (!!), che non è accreditata, quindi non utilizzabile, e che le migliaia di euro sperperati per una finzione scenografica (sono comparse dal nulla in questi giorni, fra le altre cose, aiuole fiorite e posticce temporaneamente affittate all’AOU – vedi a lato – e poster simili a quelli turistici di benvenuto in Sardegna presenti negli aeroporti) sarebbero state più utili ai pazienti che attendono da mesi un’ecografia, che si scoraggiano all’ottava ora di attesa al Pronto Soccorso, che prendono l’aereo per fare una mammografia.
Chissà se il Sottosegretario, sapendolo, accetterebbe di essere il protagonista di una mascherata già vista.
Una costosa finzione, insomma. Un’altra finta inaugurazione. L’ennesima.
C’è qualcuno che vuole informare la telegenica personalità di tutto questo?
A Sassari tutto serve a far balDoria e ingrassare i ristoratori amici a spese del contribuente. Ma le malattie non scioperano, la morte falcia e curarsi è sempre più una corsa a ostacoli piuttosto che un diritto. Cosa ci sia da festeggiare è un mistero.
Ogni epopea storica ha le celebrazioni. Oggi si rinaugurano, spinti dalla voglia di fare baldoria, reparti ospedalieri; Nel ventennio si inauguravano le stalle, ma sempre con le stesse vacche. Niente di nuovo sotto il cielo di Sardegna.