Si è dimesso, o è stato dimissionato, l’Amministratore delegato, nonché direttore generale, dell’Anas, Armani.
È giorno fausto per la Sardegna, giorno da segnare come festivo nei calendari.
Armani è stato colui che ha smontato tutto ciò che in Sardegna stava funzionando di questo carrozzone di Stato. È colui che ha mandato via il capo dei progettisti che stava lavorando alla SS 554 e agli svincoli sulla SS 131. È colui che ha trasferito il capo compartimento della Sardegna Mele che a detta di tutti è stato il migliore degli ultimi 30/40 anni. Ha accentrato tutto a Roma; ha inventato gli appalti per lavori assimilabili a quelle per manutenzioni (per fare uno svincolo, si chiedeva a quanto si offriva il ferro e il cemento, piuttosto che l’opera). Ha gestito i lavori sulla Sassari-Olbia in modo tale da rallentare l’abbrivio che ci portò in tre anni ad aprire metà dei lotti e a sistemare l’ingresso di Olbia. È colui che ha mandato in Sardegna il suo numero 3 a fare bassissima propaganda elettorale con un parlamentare Cinquestelle sulla manutenzione della SS 129 finanziata e voluta dalla Regione, ma trasferita in ragione delle perfetta subordinazione al nuovo governo come coccarda sulla giacca dei nuovi speculatori del consenso.
Quando va via un avversario siffatto, il cui merito non stava nel suo operato ma nella forza, brutale, statale, finanziaria, burocratica, che lo garantiva, si deve festeggiare. Nel frattempo, perché tanto la madre repubblicana dei prepotenti è sempre in attesa, iniziamo a lavorare con la nostra Società delle infrastrutture, la nostra Anas sarda, facciamo da noi ciò che sappiamo fare molto meglio degli altri, liberiamoci di appalti vinti sempre da società romane o da società che falliscono, liberiamoci dei debiti lasciati sul terreno, delle manutenzioni infinite, dei progetti invecchiati. Ma intanto salutiamo a calici alzati il ritiro del nostro peggiore avversario degli ultimi anni.