Facciamo un po’ di chiarezza.
Per chi come noi cerca di innovare il sistema politico sardo e italiano sono tempi durissimi. Tempi di balle, prepotenze, servilismi, lacrime coccodrilliche e patine culturali su ruggini di bestiale ignoranza.
Tuttavia il 7 luglio scorso, noi che non abbiamo ambizioni e che ci terremo personalmente lontani dalle competizioni elettorali, anche da quelle locali del 2023, noi abbiamo tentato di mettere insieme le opposizioni alla Giunta Solinas. Si trattava di un tentativo, fatto per tempo, di costruzione di una cornice politica che aiutasse la costruzione di un buon programma, di un buon candidato e magari, in prospettiva, di un Partito Federalista Sardo che unisca la cultura azionista e socialista europea a quella dell’indipendentismo e del sardismo democratico.
Ora è accaduto che le elezioni, e un difetto di intelligenza particolarmente diffuso, abbiano portato le stesse forze a presentarsi divise e concorrenti.
Gli elettori progressisti, sardisti e indipendentisti democratici potrebbero essere sollecitati dai candidati alluppati a cimentarsi in uno scontro fratricida per un voto in più. Ecco, vorrei chiedere ai candidati di non farlo, perché è inutile, ma molto dannoso.
Non fateci del male. Non fatevi del male.
La poca gente che andrà a votare non voterà i candidati (che strutturalmente non esistono e devono esserne consapevoli), ma le bandiere, i simboli. Il rischio della battaglia ideologica e dogmatica è alto.
Si può votare Calenda-Renzi, Pd, + Europa, Sinistra Italiana, Di Maio e Cinquestelle.
Ognuna di queste scelte deve essere rispettata.
Il Pd non deve fare il giochino del voto utile e gli altri non devono fare il giochino di schiacciare a Destra il Pd.
Noi lavoriamo al day after, a curare i feriti, a riaprire i tavoli, a dare notizie vere, a raccontare i poteri occulti, a costruire un nuovo pensiero politico e un nuovo personale politico, più colto, più socialmente militante, più impegnato e possibilmente meno snob.
Trovo assolutamente corretta la sua analisi in ordine alla necessità di non esasperare lo scontro tra forze che seppur obtorto collo dovranno trovare un accordo dopo le elezioni politiche, per fare un’opposizione al probabile governo di cdx che ne scaturira’, ed in prospettiva per affrontare dignitosamente le prossime scadenze elettorali con qualche velleità di vittoria.
Credo tuttavia che, complice la diminuzione del numero dei parlamentari, i duellanti in campo non useranno il fioretto ma la meno nobile mazza ferrata.
C’è solo da augurarsi che il tempo funga da balsamo sulle ferite che i contendenti inevitabilmente si arrecheranno l’un l’altro.
Narcisismo? Votazione alla sconfitta? Invidia? Poca fiducia?
Rinnovamento mi pare parola giusta. Di modi.
Grazie