di Paolo Maninchedda
La nuova alluvione di Olbia ci pone di fronte a un problema: i tempi ordinari di progettazione e realizzazione di un’opera non sono compatibili con l’urgenza degli interventi.
Per capirci: il tempo medio di realizzazione di un’opera pubblica in Italia è calcolato dalle statistiche in 8 anni. Se anche riuscissimo a ridurli della metà, rispettando tutti i cavilli possibili e immaginabili, sarebbe comunque un tempo lungo.
La Giunta e l’Amministrazione comunale di Olbia hanno fatto in un anno ciò che non era mai stato fatto: un progetto complessivo, coperto interamente dalla programmazione finanziaria regionale e statale. Inoltre, le tante riunioni fatte insieme ai sindaci per diffondere la consapevolezza che, mentre si trasformano le infrastrutture di una regione pensata sessant’anni fa come siccitosa e oggi invece con regimi pluviometrici alti e concentrati nel tempo e nello spazio, occorre fare bene la protezione civile, hanno raggiunto beene il loro scopo. Molti dimenticano che prima di quest’anno non esisteva neanche il repertorio degli edifici pubblici in area di rischio, non esisteva il repertorio dei canali tombati, non erano stati studiati gli effetti esondativi di alcuni dei principali fiumi sardi ecc. ecc. Ma adesso che la nostra conoscenza è aumentata e che abbiamo potuto progettare meglio e più efficacemente, sbattiamo sulle procedure delle gare d’appalto, talmente impattanti che il Comune di Olbia ha chiesto formalmente aiuto alla Regione. Che fare per fare in fretta e bene?
Un esempio viene dal Giubileo. Come è noto, a Roma si sta usando l’art.57 del Codice degli appalti che al 1 comma recita: «Le stazioni appaltanti possono aggiudicare contratti pubblici mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara nelle ipotesi seguenti, dandone conto con adeguata motivazione nella delibera o determina a contrarre».
La Regione, finché sarò io assessore, non utilizzerà mai la procedura d’urgenza, perché è estremamente esposta a fattori corruttivi. Non abbiamo chiesto nuovi regimi commissariali (se non quando dovevamo sbloccare il cantiere di Villasanta sulla SS 131), proprio perché la storia recente ha sempre accompagnato i commissariamenti con la corruzione.
Tuttavia, il caso del Giubileo, apre uno spiraglio. La procedura è di fatto autorizzata dal Governo, presidiata dall’Anac e controllata dalla Guardia di Finanza. Si potrebbe ripetere lo stesso modello: il Governo in legge riconosce l’urgenza degli interventi e il ricorso all’art. 57 (questo è un passaggio decisivo); l’Anac e la Guardia di Finanza assistono la Regione in quanto Stazione appaltante; si applica ai rapporti Regione – Anac l’art. 19, comma 7 del D.L. n. 90/2014; la Protezione civile accompagna la realizzazione delle opere; in legge nazionale si ampliano le sanzioni per le imprese ritardatarie (così magari potremmo sistemare anche i ritardi di altre imprese sulla SS 131, sulla SS 128 – a proposito, finalmente stanno piazzando il guard rail – e sulla SS 195).
Lo stesso modello potrebbe essere usato per rimettere a posto La Maddalena.
Parliamone.
Comments on “Alluvioni, velocità negli appalti e corruzione”
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Egregio Alessandro, io conosco bene il proverbio e lei? Lo conosco talmente bene che ho trascorso da dicembre 2014 a maggio 2015 nel dibattito pubblico del progetto Mancini, esattamente quello previsto dalla normativa da Lei citata. Quale fretta? Seconda questione: capisco che in Italia siamo tutti scienziati ed esperti, però io so stare al mio posto e non valuto i progetti, i quali invece sono validati dalle strutture tecniche della Regione. Gli uffici regionali hanno valutato tutti i progetti e motivato le loro valutazioni. Tutto è agli atti, nessun complotto. Chi ritiene che il progetto non sia valido ha avuto e ha mille strumenti per contrastarlo. Io ho il dovere di far andare avanti ciò che gli uffici ritengono congruo. Troppo semplice indignarsi senza conoscere i fatti e questo vale anche se si è nati e cresciuti in via Balbo!
car Manincheda,
sono un maddalenino che vive ad Olbia dal 1976. Da ragazzo ebbi la fortuna di conoscere suo padre, perchè abitavo in Via Balbo. Lei, putroppo, ha imparato molto bene il politiche e le spiego il perchè.Intanto conosce il proverbio” La gatta per la fretta,ha fatto i gattini ciechi”. Se non lo conosce glielo spiego io.Io non capisco (o meglio faccio finta di non capirlo)qual è l’accanimento dell’ Amministrazione Regionale e Comunale ( oltrettutto quest’ultima formata da 25 consiglieri di cui soltanto 14+il Sindaco hanno espresso parere favorevole!!!) per approvare questo progetto,quando le leggi europee e soprattutto il D.lgs 613/2006 all’art. 4 lett. B n 5 prevedono di “favorire la partecipazione del pubblico nell’elaborato dei piani e programmi in materia ambientale”. Non adducaca come giustificazione l'”emergenza”, la sua scadenza risale ad un anno fa!!
Me ne dia una più plausibile. Non lamentiamoci se è poi la magistratura ad intervenire!!!!