Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Caro professore,
ho seguito le sue lezioni a Sassari tanto tempo fa. Mio padre, che La conosce, ha un’azienda agricola e mi ha pregato di raccontarLe questa vicenda.
A dicembre 2023, in pieno clima pre-elettorale, la Regione Sardegna ha pubblicato questo Bando per l’ammodernamento delle macchine agricole delle imprese, con una dotazione finanziaria importante: 30 milioni di euro e spicci.
Noi ci siamo accorti del bando solo a termini quasi scaduti, perché un vicino ce ne ha parlato.
Colpa nostra? Solo più tardi abbiamo scoperto che pochissimi avevano saputo del Bando.
A ottobre di quest’anno viene pubblicata la graduatoria finale degli aventi diritto.
Un dirigente Coldiretti ci ha fatto notare che a fronte di 30 milioni e rotti di bando, il “tiraggio” (così ha detto) del bando è stato di poco meno di 4 milioni di contributi.
Lo stesso dirigente ci ha detto che la differenza tra la cifra messa a bando e la cifra erogata non rimarrà in Sardegna ma, come da norme PNRR, verrà ripresa e distribuita alle Regioni con più efficienza, cioè con più tiraggio.
Adesso vengo io a dirLe ciò che penso.
Questo bando non è stato in nulla pubblicizzato dalla Regione Sardegna. Fanno grancassa su tutto ma non su cose così importanti.
È vero che il Bando è della Giunta Solinas, ma dopo l’insediamento la Giunta Todde avrebbe dovuto prendere in mano una cosa così importante e non aspettare la pubblicazione degli esiti come se si fosse trattato di una procedura virtuosamente andata a buon fine. Ma l’Assessore ha mai incontrato i dirigenti di Argea da quando è in carica? Si è mai informato sui bandi in itinere, su quelli scaduti, sulla differenza tra stanziamenti e tiraggi? I dirigenti non possono fare molto, ma la politica può e deve trovare soluzioni. Per non parlare poi delle associazioni di categoria. Coldiretti! Te la raccomando. Dovrebbe girare i territori per informare sui bandi; dovrebbe informare dettagliatamente gli iscritti, ma ormai non fa più sindacato, fa assistenza con i CAA (e bisognerebbe andare a verificarne l’efficienza e, a volte, anche la proprietà!).
Sono adirata nera.
Non è questo il modo di agire di una seria Pubblica Amministrazione. Tra l’altro, il Bando parla anche di efficientamento idrico.
Assessore e Presidente hanno girato la Sardegna, in questi mesi, riempendosi la bocca di non so quali straordinari provvedimenti e, nel frattempo, stanno restituendo 25 milioni di euro stanziati proprio per questo scopo.
Non si possono vedere gli assessori a ogni evento pubblico, a ogni sagra, a ogni convegno e mai, dico mai, seduti in ufficio a governare bene, a seguire le cose, a rendere efficiente l’inefficiente.
Se un Assessore vede che un bando da 30 tira per 5, deve, non può, deve farsi delle domande, convocare i dirigenti e cercare delle soluzioni legittime per evitare di restituire soldi.
Se una presidente vuole intervenire sulla siccità, non può farlo essendo disinformata sulle risorse disponibili e non spese per quell’obiettivo.
L’elenco di approvazione comprende n. 164 domande istruite positivamente e finanziabili, e n. 64 domande istruite negativamente e non finanziabili. Caro professore, sarebbe bello chiedere alla Presidente e all’Assessore come mai e perché sia stato bocciato 1/3 delle domande. Ci saranno sicuramente stati di mezzo i soliti imbroglioni, ma non si può non notare che già erano poche e ne hanno bocciato pure un terzo. Tutto normale?
Pubblichi pure questa mia.
Con la stima di sempre
NOME E COGNOME
Nel fallimento di un bando tanto importante c’è sì la disinformazione e la scellerata burocratizzazione delle norme attuative ,oltre ai tempi troppo ristretti tra la pubblicazione e la scadenza dello stesso, ma concorre ampiamente allo stesso fallimento l’ abbandono delle campagne dalle nuove già scarse leve generazionali. Il disincanto dei giovani ,dovuto anche agli scarni guadagni in agricoltura nonostante una vita di sacrifici e privazioni , è dovuto anche alle difficoltà di avvio in un mondo in cui o sei competitivo, efficiente e scaltro ,o sei destinato ad una scarsa vita professionale. Se mettiamo nel calderone anche il primo insediamento, o il prestito bancario, entrambi indispensabili per una qualsiasi ipotesi d’investimento…allora il gioco è fatto per una più che probabile rinuncia allo stesso
Grazie per l’interessantissimo dibattito, io seguo SL dal Nord Italia. Manco dalla Sardegna da molto tempo e sinceramente mi fa specie leggere quelle lamentele che sono proprie da cinquant’anni. Il dispiacere per me è enorme, la disillusione anche.
Quanto tempo dovrà trascorrere per vedere la mia Sardegna un Po più efficiente di quanto
Non lo sia ora.! Non ho bisogno della Sua risposta Professore, la mia è solo una considerazione a mo di sfogo . Grazie per l’ospitalità.
Mi arriva sempre Sardegna informa, ma che da un po’ cestino senza leggere. Aprivo per leggere e constatare che la Regione Sardegna fa figli e figliastri, non so se esistano altre categorie più agevolate e assistite dell’agricoltura e allevamento, adesso anche turismo….tutti gli altri sardi che lavorano tirando la propria carretta senza MAI nessuno aiuto pubblico ma ricorrendo alle banche se vogliamo crescere ci gestiamo da soli, senza Enti che ci preparano la pappa…sono arrabbiata perché all’inizio e durante la mia vita lavorativa ho avuto bisogno di sostegno ma per me come per altri le Istituzioni si presentavano solo in campagna elettorale…e non posso neanche esprimermi liberamente per timore di ritorsioni…per questo la mia è anonima, se la vuole leggere e pubblicare mi farà piacere se no pazienza sono abituato all’indifferenza quando si esprimono pensieri fuori dal Comune…grazie
@Laura Si fa così quando si sa già chi saranno i vincitori.
Egregio Professore,
mi è stata segnalata una lettera pubblicata sul blog che trovo assolutamente in linea con la situazione attuale della Sardegna. La missiva esprime il malessere condiviso da numerosi imprenditori del settore agro-pastorale, e ritengo importante integrarla con ulteriori riflessioni e proposte per stimolare una necessaria azione correttiva.
Il comparto agro-pastorale sardo, infatti, si trova schiacciato da due forze: da una parte, il clima sempre più avverso, caratterizzato da siccità persistenti e dalla continua minaccia di malattie endemiche, come la blue tongue, che compromettono la produttività; dall’altra, un sistema burocratico intricato, rappresentato da ARGEA e dall’Assessorato all’Agricoltura, che, anziché facilitare, spesso complica l’accesso ai fondi e agli aiuti economici destinati agli imprenditori agricoli.
Nella precedente programmazione del PSR 2014-2020, in particolare con la Misura 4.1, ARGEA respingeva numerose domande pur complete, senza attivare il dovuto soccorso istruttorio, come stabilito dalla legge. Solo l’intervento del TAR ha riportato la giusta interpretazione delle norme, ma la mentalità burocratica non è cambiata: rimane dominata da un’eccessiva rigidità che sta sfociando in un vero e proprio accanimento contro chi lavora nel settore. La burocrazia è sì necessaria per garantire trasparenza e controllo a livello comunitario, ma è altrettanto essenziale trovare un equilibrio che consenta una semplificazione immediata.
Un altro aspetto critico riguarda la comunicazione. Non è sufficiente pubblicare gli avvisi sui siti istituzionali: è fondamentale che gli operatori del settore vengano informati attivamente, come un tempo faceva l’ERSAT o anche la stessa LAORE, quando i tecnici percorrevano il territorio per fornire supporto e aggiornamenti. Oggi, questo tipo di comunicazione sembra quasi del tutto scomparso, con poche eccezioni come i GAL o i Distretti rurali, che però non possono sopperire da soli a questo vuoto informativo.
La mancanza di incontri specifici e di un canale di dialogo aperto tra istituzioni e imprenditori agricoli è una lacuna grave. Se da un lato agronomi, periti agrari e rivenditori di macchinari offrono un supporto, dall’altro, questi soggetti, pur indispensabili, non possono essere l’unica fonte di informazione. È necessario che l’Assessorato all’Agricoltura e ARGEA riprendano un ruolo attivo nel comunicare direttamente con il territorio, affiancando le categorie professionali e offrendo un supporto concreto e tempestivo.
Infine, è arrivato il momento di smettere di usare la burocrazia e “Bruxelles” come alibi. È essenziale che i fondi destinati alla Sardegna rimangano effettivamente nell’isola e vengano erogati senza ulteriori complicazioni. È ora che l’Assessore si attivi per semplificare i processi e per favorire una gestione più snella ed efficiente degli aiuti, affinché il settore agro-pastorale sardo possa finalmente respirare e guardare al futuro con maggiore fiducia.
Con rispetto,
Pierluigi Molino
Io credo che ognuno ad ogni livello deve fare il proprio lavoro con trasparenza e buona amministrazione. I CAA dovrebbero diffondere le opportunità esistenti, gli impiegati della Regione dovrebbero essere efficienti ed efficaci mettendosi nei panni di chi aspetta la chiusura della pratica perché come si dice nel mondo anglosassone sono “civil servant” (parlo con cognizione di causa in quanto funzionario di un ufficio tributi tengo conto dei problemi che posso causare con eventuali miei sbagli e cerco di risolverli tempestivamente perché il contribuente non deve avere conseguenze negative). I dirigenti a ogni livello dovrebbero controllare il raggiungimento degli obiettivi in itenere rispetto a quelli previsti: perché l’anticipo del premio unico 2023 è stato erogato per una parte delle aziende entro novembre e altri a marzo dopo l’apertura della tesoreria e l’approvazione del bilancio di previsione? Chi paga gli interessi sull’utilizzo del fido per il mancato accredito dell’anticipo? Qui entra in gioco la politica che sicuramente ha dato priorita al raggiungimento di altri obiettivi (affidati ai dirigenti apicali) e di conseguenza la disponibilità di cassa è stata idestinata in un’altra direzione. Concludo che ognuno dovrebbe fare ‘il suo’ tenendo sempre presente che è un mattoncino per soddisfare i bisogni degli agricoltori, senza con questo cadere nell”assistenzialismo. Ma come si può programmare e seminare per la nuova campagna anticipando le risorse finanziarie quando si ha un credito con la RAS per la semina e raccolta della campagna precedente solamente perché la gestione non riesce a istruire le pratiche a causa del refresh! Il mancato raggiungimento dell’equilibrio finanziario porta al fallimento delle aziende!
La solita storia ,….ma con qualche sfacettatura in più !!!!
Convengo in modo completo ed assoluto sull’inedia della politica : prima quella della giunta Solinas e dopo quella attuale di Todde , alle quali non assegno alcuna scusante !! assessori presenti solo ai tagli di nastro o alle numerose tavolate imbandite nelle sagre da loro stessi sponsorizzate ,ma introvabili per discutere progetti, necessità,metodi e prospettive di lavoro nonché andamento e sbocchi di mercato . Tutto ciò era. ed è stato già evidenziato in precedenti discussioni ,come anche la insufficiente dirigenza apicale , attiva solo nel seguire le correnti di potere che si susseguono .
Ovviamente , per emulazione dei capi, tutta l’organizzazione amministrativa ai vari livelli ,non fa che seguirne in peggio
( se possibile ) tutte le negatività e sciatterie .
Ciò che invece mi colpisce , è la accusata indifferenza delle organizzazioni che dovrebbero tutelare,stimolare ,seguire
consigliare !!!!( Purtroppo non conosco a fondo quel settore ) invece …..i bandi pare vengano semiosccurati, dandone notizia ( in stile massonico) agli amici degli amici
promettendo interventi mirati e risolutivi ;
Dirò di più , l’abitudine di ottenere provvidenze senza sforzi o interventi personali ( talvolta ai limiti del dovuto ) ha nel tempo creato incapacità organizzativa e modificato le necessità di aggiornamento in tutti quegli imprenditori meno preparati alle sfide produttive dell’agricoltura moderna .Purtroppo,l’assistenzialismo gratuito,ha intossicato le forze sane della nostra agricoltura ; la piaga del voto di scambio , ha modificato l’etica di molti giovani e vecchi agricoltori adattandoli ” all’attesa ” gratuita in sostituzione della imprenditorialità sana e sacrificata .
Qui non si tratta di dare responsabilità e colpe alla politica gestita da solinesiani o da toddiani. Il percorso delle pratiche è semplice: Europa, Italia, Regioni, Assessorati competenti, organizzazioni di categoria. Da qui ai singoli soci. Se uno di questi ultimi dovesse vivere isolato dal mondo, la responsabilità dell’ignoranza sarebbe solo sua, ma se questi vive collegato col mondo esterno, occorre risalire al livello in cui l’informazione si è bloccata. La responsabilità va ricercata lì. Il fatto è che, sovente, non si riesce ad individuare con certezza il livello perché all’interno di esso manca una seria e analitica distribuzione dei compiti ove venga indicato ogni singolo settore di cui un operatore deve occuparsi. Come in famiglia: mia moglie segue la cucina, le pulizie, i piccoli e quotidiani acquisti, io mi occupo di finanza domestica (tasse, pagamenti e gestione degli spiccioli per l’acquisto dei quetidiani) e piccole manutenzioni. Se il pranzo non è pronto sappiamo su chi ricade la responsabilità e se non si paga il bollo dell’auto la colpa è solo mia.. La procedura è così semplice che trovo imbarazzo a inviare questa nota tanto è banale e scontata. Eppure gli incovenienti più frequenti sono quelli legati alle cose più abitudinarie! Pensavo l’avessi fatto tu, è la frase più frequente che si sente negli uffici e un po’ ovunque!!
PS. Per mia fortuna, in verità, per i problemi di casa esistono gli idraulici, gli elettricisti e talora anche i… frigoriferi!! Altrimenti…..
L’incapacità di spendere i fondi messi a bando da Regioni e dall’Europa è un problema che riguarda l’Italia intera e non solo la Sardegna. Faccio un esempio: dei quasi 45 miliardi di euro destinati all’Italia per il settennato 2014 – 2020 da parte dell’Europa l’Italia è effettivamente riuscita a “spendere” una parte, per giunta minoritaria. La Corte dei Conti europea, lo scorso settembre, ha confermato che abbiamo “speso” circa il 38% dei fondi assegnati.
Nella relazione annuale 2019 sull’esecuzione del bilancio dell’UE, la Corte dei Conti europea ha riportato un quadro della spesa dei fondi SIE nei diversi Stati membri, anche in confronto a quanto speso nel ciclo di programmazione precedente (2007 – 2013).
Per fare un rapido confronto con altri Stati Membri, Francia e Germania spendono rispettivamente il 53 e il 49 percento dei fondi assegnati, mentre la prima della classe è la Finlandia, che ci guarda dall’alto del suo 73% di risorse effettivamente utilizzate. Guardando il quadro completo, l’Italia è in fondo alla classifica assieme alla Croazia.
La burocrazia, le mafie dell’Italia e la disonestà degli italiani probabilmente impedisce di poter usufruire di tale risorse. Con i fondi del PNNR e simili siamo diventati il paese che più ha ricevuto e riceverà dall’Europa. Ma saremo capaci a spendere tutti questi soldi?
La signora che ha scritto la lettera ha ragione, tranne su un punto: che i dirigenti NON possano far niente.
Non solo non è vero ma, se fosse vero, ci si dovrebbe domandare allora come mai la Regione Sardegna sia quella che, insieme alla Regione Sicilia, paga i suoi dirigenti più dei loro corrispondenti del resto d’ Italia ( in seguito ad interpretazioni del loro contratto, fatte da altri dirigenti, oggi chi ha un paio di interim supera il tetto massimo che sembra che il governo voglia fissare per i dirigenti pubblici: €. 160.000 annui!!!).
Poi è altrettanto vero che questi dirigenti che ” possono fare poco” eccellono nell’arte dello “scarica barile” sui livelli immediatamente inferiori: quindi sulla scarsa circolazione delle informazioni ai cittadini i dirigenti possono eccome…
Infine è altrettanto vero che l’organizzazione delle Agenzie Agricole fa acqua da tutte le parti…non da oggi: dal 2006.
Cordiali saluti,
Massimo Rocchitta
In agricoltura, più che negli altri ambiti, si usa il “diritto” in modo improprio e intollerabile da parte degli Enti deputati al controllo delle domande. Pochi hanno possibilità di accesso al contenzioso per gli elevati costi, quindi si sviluppa una modalità perversa che alimenta e replica funzionari capziosi e a caccia di errori che oggi l’ordinamento, nella stragrande maggioranza dei casi, consentirebbe di correggere in fase istruttoria e, anche, post decisoria.
Sono convinto, per diretta esperienza, che di quelle domande la maggior parte avrebbero potute essere ammesse a finanziamento.
La politica debole non interviene e l’agricoltura muore.
Scusi l’intrusione e buona giornata.
Mauro Barberio
@ Giovanni Ma è mai possibile che non appena si parla di fatti ci sia sempre chi è pronto a richiamare l’obbligo dei massimi sistemi e non appena si fa il contrario, compare sempre quello che sollecita ad essere pratici. Ho ricevuto una lettera, è chiaro sig. Giovanni? È chiaro che le persone hanno diritto, e non solo facoltà, diritto, di dire ciò che non va? Lei che parla di nuovo colonialismo dello Stato centrale, usa una categoria vecchia come il cucco, convintissimo di dire qualcosa di profondo. Prima di richiamare me a fare più di quello che faccio, e che mi costa una fatica immane, provveda a rinnovare il suo parco ideologico, a spolverarlo e a uscire così dalla sua zona confort, quella delle cose già viste e già dette.
Il Sig. Raffaele Corrias ha detto tutto quello che c’era da dire.
Prof…… abbandoni la sterile e inutile polemica ……forse sarebbe utile proporre una nuova visione del “sardismo” che per salvare l’Isola dal “nuovo” colonialismo dello stato centrale. La Politica , quella vera, non esiste più ???
Una vera vergogna, sono indignato del pressappochismo di questi signori che ci governano. Leggendo il bando traspare chiaramente che finanziavano impianti di micro irrigazione al 60% a fondo perduto, per giovani addirittura 80%. Mi ricordo assessore e presidente che affrontavano il problema della siccità. A parole tutti bravi ma nei fatti tutti cazzari. L’importante è nominare amici nei gabinetti. Argea è una vergogna, seduti nei loro cadreghini fanno e disfano a loro piacimento, bocciano pratiche interpretando a loro piacimento le norme che prevedono il soccorso istruttorio, non si sforzano minimamente di divulgare bandi così importanti, per loro basta la pubblicazione sul sito. I parametri che misurano le loro performance sono basati sulle pratiche aperte e non si quelle definitive. Siamo la vergogna dell’ Italia, infatti siamo pure a loro, alle altre regioni, le risorse che non spendiamo…
Dispiace vivamente leggere lettere come questa; perdere delle opportunita’ e’ purtroppo una esperienza frequentissima nel caotico mondo delle “informazioni”.
In questa specifica questione si impone per l’ennesima volta il “tema” del confine tra ruolo del Politico e quello della Amministrazione.
Preciso:
e’ certo che il bando di cui si discute abbia seguito l’iter di legge, o vero che tutti gli adempimenti siano stati assolti, in Primis Pubblicazione ma e’ altrettanto vero e si evince dai RISULTATI che parte consistente delle risorse non verra’ utilizzato dagli operatore Sardi.
C e’ un problema , gravissimo, di circolazione della informazione legalmente pubblicata; c e’ qualcosa che il Politico puo’ fare considerato che la macchina amministrativa ha l’onere di eseguire e di farlo in base a legge?
Il Politico si deve limitare a dare solo un indirizzo politico o DEVE, per obbligo verso i cittadini che lo hanno eletto, porre in essere un di piu’, una eccedenza di ulteriore azione che lo contraddistingua e lo esalti come POLITICO in senso autentico e non formale ???
Ma le associazioni di categoria ,e in particolare la coldiretti che rappresentano i la maggioranza degli Agricoltori e Allevatori cosa fa DORME . E sufficiente una mail per informare il Mondo agricolo .
I bandi sull’agricoltura sono pubblicati sul sito della regione https://sardegnapsr.it/, e sempre sul sito si trova tutto il materiale inerente. Da agricoltore però sono molto preoccupato riguardo l’efficacia reale di queste misure, basti pensare alla misura del primo insediamento. A fronte di tante stagioni di Piani di sviluppo rurale le aziende agricole continuano a diminuire. Sicuramente i bandi non vengono sempre sfruttati nel modo migliore dalle aziende, ma è anche vero che sono strutturati in modo cavilloso e complicato e con dei vincoli riguardo l’investimento minimo che deve essere effettuato che portano spesso alla rinuncia . In realtà siamo rimasti in pochi e non c’è neanche ricambio generazionale e questo è un problema a livello europeo e lo certificano le stesse case produttrici di macchine agricole. Devo dire che le concessionarie di mezzi agricoli hanno pubblicizzato parecchio il bando sull’ammodernamento delle macchine agricole, “per ovvi motivi”…….e ogni volta che c’è un bando come per magia i prezzi dei trattori e delle attrezzature “lievitano parecchio”….per usare un eufemismo. In certi casi conviene acquistare quando non ci sono contributi…..
@Roberto non so se ha notato che si tratta di una lettera. Vuole che sia io a dire ai miei lettori cosa scrivermi? Peraltro, nel testo è detto a chiare lettere che il bando è di Solinas, ma anche che la gestione successiva è di Todde
Non so quando scadeva il bando ma mi sembra che addossare alla giunta Tosse sia eccessivo. I tempi non mi tornano.
Forse sarebbe anche compito dei giornali pubblicare queste cose non le sembra. Grazie.
È così per tutte le categorie, per noi artigiani pubblicano i bandi a dieci giorni dalla scadenza e chiedono documenti che solo se sei fortunato serve un mese per averli. Vedi il bando ora per il cambio generazionale.