Ieri un amico mi ha fatto notare questa ‘innocente’ notizia.
Vi si racconta, in primo luogo, che la Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha dato parere favorevole alla modifica della legge n.8/2022 sugli aiuti alle Associazioni di Allevatori. Si tratta di aiuti per la tenuta degli albi genealogici e per i costi dei relativi controlli. Due milioni di euro, e già su questo ci sarebbe da ridire, posto che le associazioni già ricevono finanziamenti statali nonché le quote degli associati, ma qui sembra che se un consigliere regionale fa un emendamento per aumentare un indice di fabbricazione, commette reato se è anche un costruttore; se un consigliere regionale o un assessore propone una legge che dà soldi pubblici a un’associazione privata, già finanziata dallo Stato per le stesse funzioni e che chiede soldi ai suoi associati, sempre per le stesse funzioni, fa invece un’opera di bene.
Ma il bello viene adesso.
L’assessora regionale all’agricoltura, la stessa che ormai per anni è andata a dire in giro che le erogazioni finanziarie della Regione a favore delle imprese agricole sarde erano efficienti e puntuali, ieri ha dichiarato che per l’erogazione dei fondi regionali si “è in grave ritardo”. Ma va? Ma davvero?
A questo punto la geniale pensata: diamo ai CAA (i Centri di Assistenza in Agricoltura) l’autorizzazione e le risorse per istruire e liquidare. Immediato il plauso della Coldiretti, che ha ricordato che i CAA già lo fanno per altre misure. Ma siccome il direttore di Coldiretti, membro anche del consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna, ritiene di potersi “allargare” anche ai toni vagamente conflittuali, avrebbe dichiarato che o la Regione fa in fretta o loro mobilitano la categoria.
Riepilogo: i CAA sono forse uffici pubblici? No, sono privati.
Gli allevatori che si rivolgono a un CAA pagano? Sì, pagano.
E come mai una cosa pagata dalla Regione viene anche pagata dall’utente? Non si sa.
Ma non basta.
La Regione che si dichiara incapace di fare e per questo incarica, pagandoli, i privati già pagati dall’utenza, non è la stessa Regione che ha fatto il megaconcorso Laore, cui ha partecipato il Presidente della Commissione Attività Produttive, ma non si riesce a capire in quale data abbia sostenuto esattamente il colloquio e perché questo colloquio è stato spostato per più di una volta (cosa pare non concessa ad altri partecipanti al concorso)? E come mai prima di far diventare un mostruoso carrozzone un ente regionale, se ne lascia un altro in agonia (Argea) e adesso si danno funzioni pubbliche ai privati? Ma tutto questo non è molto di più degli emendamenti De Giorgi?
Ecco, gli allevatori (e le allevatrici, che mi sembrano ormai le uniche rimaste con un po’ di coraggio) devono sapere che ciò che loro pagano è già pagato dalla Regione, che i CAA non sono uffici pubblici ma aziende private, che Laore è un ente dove si viene assunti e pagati per esistere e non per lavorare perché il lavoro possibile è affidato a privati, diversamente, come detto, la Coldiretti si mobilita e tutti si mettono il pannolino.
Poi ci si stupisce che i giovani vadano via.
Gentile Paolo, il commento sulle vicende della recente audizione merita alcune precisazioni:
1) è noto che almeno il 50% dei ritardi sul pagamento di aiuti sembra attribuibile agli errori che i CAA commettono in sede di compilazione delle domande stesse (essendo a pagamento, può scattare il principio della “pesca a strascico”), creando notevoli problemi al personale ARGEA e LAORE;
2) la situazione è più grave: la richiesta non si è limitata al SuperCAA ( che dovrebbe agevolare la coerenza delle domande: non a caso i CAA non aderenti alla principale centrale, si sono detti contrari) ma anche al trasferimento dei corsi dei patentini verdi (3 anni fa, alla ripartenza dei corsi diventati obbligatori per l’applicazione di una direttiva europea sull’acquisto dei fitofarmaci di qualunque tipo, anche i più innocui, LAORE ha fatto 25.000 patentini in un anno con relativi corsi di una settimana) e la certificazione ed accredito degli Agriturismo. Oggi la Regione Sardegna fa queste attività attraverso il suo personale e nel resto d’Italia questo invece è fatto dai CAA a pagamento (€. 500 medi a corso per i patentini e €. 2000 per le certificazioni degli agriturismo).
3) Chi non ci crede può andare a vedere la nota 94 del 7 giugno della Coldiretti e la nota del Coordinamento dei Dipendenti Regionali CISL FP n. 121 del 15 giugno (mi scuso ma non riesco ad allegare i due documenti) con la quale ho contestato la logica sottesa al SuperCAA e della nota 94 della Coldiretti (sulla falsariga di quello che anche tu hai evidenziato)
4) Anche per quanto su descritto non corrisponde al vero che LAORE è un carrozzone dove si viene pagati per non lavorare (come non lo è ARGEA…questo vale forse per alcuni dirigenti adusi a frequentare i palazzi del potere, a cominciare dal Consiglio Regionale dove fare azioni di Lobbing).
5) Semmai, proprio l’aumento di incombenze, giustifica ulteriori assunzioni qualificate, attingendo dalle graduatorie dei concorsi LAORE, per lasciare nel pubblico (in teoria neutro rispetto al servizio da rendere ai cittadini, in questo caso agli agricoltori) queste, e altre, competenze e valorizzare le professionalità interne, che rischiano di essere mortificare una volta di più da questo andazzo.
6) infine ” lasy but not least” proprio per quello che ti hai detto, non vanno spostate ulteriori competenze da ARGEA a LAORE ma, semmai, bisognerebbe tornare all’esperienza ERSAT:i ritardi di cui tanto si discetta, sono iniziati nel 2007…l’allora Assessore Foddis nel 2007, si era giustamente vantato che, per il decimo anno consecutivo, non si erano registrati ritardi nell’erogazione dei fondi europei..
Cordiali saluti,
Massimo Rocchitta
Signor Leandro, io ho orecchie e mi firmo sempre con nome e cognome. Non so chi Lei sia, ma vedo che non è informato su ciò che ho tentato di fare, da consigliere regionale, per evitare i commissariamenti delle Associazioni degli Allevatori e per far rientrare gli albi in Sardegna. Mi sono scontrato con poteri che arrivavano fino alla scelta oculata di commissari e liquidatori e li ho sempre affrontati a muso aperto. O vuole farmi intendere che io abbia flirtato con Coldiretti da consigliere regionale? Vada a rileggere cosa scrissi quando Pigliaru salì sul camioncino gialloverde parcheggiato di fronte al Consiglio regionale. Giusto richiamare l’udito di chi ha le orecchie; sbagliato fingersi ciechi per non vedere. Quanto all’errore sulle associazioni di allevatori, benissimo, pubblichiamo i bilanci, vediamo da chi prendono i soldi e poi vediamo chi ha ragione.
Sulla prima parte del suo commento ha proprio steccato, ben sapendo, lei, come funzionano i finanziamenti alle Associazioni Allevatori.
Sulla seconda parte niente di nuovo i giallo verdi si vogliono prendere tutta l’ agricoltura e la zootecnia italiana e, lo ripeto da anni, il loro vero obbiettivo e la gestione diretta dei miliardi di euro di premi comunitari.
Ma la considerazione che faccio è anche un altra,
Fin quando si stava nei giochi politici, elettorali e di potere, questi signori venivano cercati come referenti di serbatoi di voti.
I niet e i non ci sto vanno urlati quando si è dentro il centro di potere, non quando si è fuori e non si ha più niente da perdere.
Chi ha orecchie per intendere……………
Associazione… Tutto sta nel termine.
Buongiorno prof., quello di farsi pagare 2 volte per lo stesso servizio reso agli utenti è un vecchio vizio dei CAA : fino a qualche anno fa’ ( ma visto l’andazzo c’è da credere che anche tuttora continuino a farlo) veniva richiesta dai CAA annualmente la quota associativa che a ciascun utente veniva già fatta pagare unitamente ai contributi obbligatori dall,INPS, che a sua volta girava ai CAA la quota parte pagata.