di Paolo Maninchedda
Ieri in Giunta è stata approvata la prima – e decisiva – delibera attuativa per l’attivazione dell’organismo pagatore in agricoltura.
In sostanza, Argea, agenzia sarda, sostituirà nei pagamenti dei premi agricoli, Agea, l’agenzia italiana che paga quando ne ha voglia e secondo i suoi criteri (si pensi al costo immenso del refresh).
Noi del Partito dei Sardi abbiamo fortemente voluto questa delibera, ci abbiamo lavorato molto con i nostri tecnici e siamo soddisfatti del fatto che in silenzio, senza fuochi di artificio, siamo riusciti a portarla in porto.
Quali gli ostacoli da superare? Primo fra tutti il grande senso di inferiorità diffuso tra le forze politiche e nelle strutture amministrative. Ancora oggi vi è chi ritiene che Argea non possa assolvere a questo compito per difetti formativi dei suoi addetti. Fu questo radicato complesso di inferiorità a impedire ai tempi della riforma delle agenzie agricole (Giunta Soru) che si procedesse sin da allora a incardinare sull’agenzia sarda le funzioni di pagamento.
Oggi abbiamo messo da parte la paura, abbiamo investito in cultura e fiducia e siamo partiti.
Certo, bisogna lavorare moltissimo sulla formazione. Cito un esempio che non riguarda i funzionari regionali, ma i tanti addetti dei CAA aperti e operanti in tutta la Sardegna. In una delle ultime domande presentate da allevatori e agricoltori, la gran parte non ha biffato un riquadro importantissimo (perché nessuno ha detto loro di farlo) e si è così privata della possibilità di partecipare al riparto di diverse centinaia di milioni di euro.
Fare agricoltura come la si è sempre fatta è sbagliato. Fare politica agricola senza un’adeguata formazione è sbagliato. Fare assistenza senza specifica formazione è un suicidio.
Ripartiamo. Ripartiamo studiando, studiando e ancora studiando.
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