Gentilissima Signora Commissaria di ARGEA,
spero non se ne abbia a male se mi permetto ancora di scriverle.
Sono sempre io, Mimmia ‘e Zappone, un vecchissimo pastore, di pecore e di vacche. Come le ho già detto, ho fatto solo le prime scuole elementari, ma, con molta difficoltà, riesco a scrivere e, grazie a un caro giovane che rende meno stentata la mia scrittura, posso permettermi di farle arrivare queste poche righe.
Le scrivo perché ho sempre campato, dignitosamente, allevando e mungendo le pecore e le vacche, da molto prima che esistessero “sos contribudos”: sappia che un tempo, neanche tanto lontano, noi pastori eravamo contenti quando “su guvernu” si dimenticava di noi. Tanto, quando ti mandava qualcosa, o erano tasse da pagare, o era una cartolina che ti invitava a passare qualche anno vestito di grigioverde, magari in qualche terra straniera.
Atteros tempos, grazias a Deu!
Proprio perché ho campato da pastore, leggo, lentamente, tutto quello che riguarda l’agricoltura e non le dico le risate che mi faccio quando leggo le uscite dell’Assessora dell’Agricoltura: mì che ne ho conosciuto di Assessori dell’Agricoltura, qualcuno bravo e qualcuno molto meno, ma risate così, non ne ho fatto mai!
Este una iscena e mancu sin d’abbizzada.
Adesso c’è questo virus in giro a fare danno e quindi l’Assessora è ritirata e le risate sono meno.
Però Lei, gentile Commissaria, ha iniziato a scrivere e io leggo.
L’altro ieri ho trovato sul giornale che leggo ogni giorno, per vecchia abitudine, una Sua lettera e, sinceramente, non ho capito proprio cosa volesse dire.
Mi perdoni, le ho già detto che sono poco istruito, ma proprio non ho capito.
Qualche giorno fa ha scritto una lettera all’Assessora Satta per chiedere soldi per la Sua Agenzia e ho perfettamente capito cosa voleva dire e ottenere.
Perciò mi sono permesso di scriverle, mosso dalla curiosità e dalla compassione, perché era chiaro, almeno a me, che non si rendesse conto di quanto suonasse offensiva quella richiesta, alle orecchie degli agricoltori e dei pastori.
E, richiamando il concetto di dignità, speravo di darle un sommesso suggerimento. Invano.
Lei manda una lettera al giornale, quindi indirizzata a tutti i lettori, nella quale, richiamando sempre il grave momento di crisi, scrive che «le aziende agricole urlano a gran voce la propria sete di liquidità»-
Accidenti oh! Questa è letteratura! Tra Oliver Twist e I miserabili (sono poco istruito, ma ho letto qualche classico).
Poi, dopo questo inizio altisonante, dopo l’urlo di dolore dei campi che lasciava intuire forti prese di posizione, invece incomincia a farfugliare, a pigolare, quasi a gemere.
Scrive che la L.R. n.24/2019 (quella famosa delle pratiche arretrate) non sembra sufficiente a risolvere i problemi, perché, nel frattempo, è arrivato il virus e quindi ci vuole uno sforzo enorme per «immettere in tempi ragionevoli nel sistema agricolo regionale le risorse (aiuti) già disponibili: siccità 2017, aiuti alle OP, aiuti per acquisto riproduttori bovini e fattrici», ma che la Sua Agenzia, sue parole, è sotto dimensionata (giusto per corretta informazione sono circa 500 dipendenti) per cotanto compito.
Scusi Commissaria, mi aiuti a capire: Lei dice che la legge n. 24/2019 non risolve i problemi, perché c’è il virus, ma bisogna invece (?) fare uno sforzo enorme per far arrivare gli aiuti già disponibili: siccità 2017, aiuti alle OP, aiuti per acquisto riproduttori bovini e fattrici.
Ma si rende conto?! Ma es tottu una brulla?
Legga bene Commissaria, guardi che la legge n. 24/2019 parla proprio di quegli aiuti e stabilisce (vorrebbe stabilire) che Lei e la Sua Agenzia, facciano proprio quello che lei invoca: far arrivare i soldi agli agricoltori e ai pastori!!
Ma si rende conto?! Lei, ieri l’altro, scrive per avere più soldi per la Sua Agenzia, perché così, a suo dire, si può dare attuazione alla legge n. 24/2019 e, oggi, scrive che questa legge non è sufficiente ad aiutare il settore agricolo.
A Lei e alla Sua Agenzia è stato chiesto, in legge, di predisporre un Piano straordinario: lo ha fatto? Lo ha predisposto?
No.
Ha spedito quasi 15.000 pratiche a Laore, ma un Piano straordinario per la sua struttura, non lo ha ancora presentato. Però, ha chiesto altri soldi .
Per fare cosa? Boh!
Ma nel frattempo ha fatto una stupefacente scoperta: gli adempimenti burocratici!
Sono loro, scrive, che ostacolano le istruttorie delle pratiche e impediscono ad ARGEA di erogare i fondi in tempi rapidi, agli agricoltori.
Accidenti, che fenomenale scoperta! Mio padre, che era anche meno istruito di me, avrebbe detto: così c’è buono anche l’asino.
Cara Commissaria, Lei scrive che «non è accettabile che aiuti e pagamenti rimangano bloccati a causa di un sistema farraginoso», come se fosse una osservatrice esterna, una opinionista.
Ma possibile, mi chiedo io, che non la sfiori il sospetto che Lei, sì proprio Lei, sia (dovrebbe essere) stata nominata proprio per affrontare quei problemi di procedure lunghe e farraginose e trovare le opportune soluzioni organizzative?
Non dovrebbe essere Lei, in teoria scelta per conclamate attitudini manageriali, a trovare, applicare e proporre soluzioni a questi problemi?
E invece non ha neanche presentato un Piano straordinario per utilizzare al meglio le risorse umane e professionali, e sono tante, che ha dentro la Sua Agenzia.
Dia retta ad un vecchio: lasci da parte la prosa e le lettere ai giornali.
Eviti di evocare «mani sporche di terra e fronte bagnata di sudore», che, in questo contesto, sono solo retorica d’accatto.
Chi ha bisogno, veramente bisogno, vorrebbe atti concreti, non vuote parole.
Mi ascolti, occupi il tempo proficuamente e trovi soluzioni che aiutino davvero gli agricoltori e i pastori.
Dia dimostrazione che l’incarico che ha ricevuto è meritato e non solo un premio per aver raccolto qualche voto per la Sua maggioranza.
E si ricordi che la dignità delle persone è un bene incommensurabile. Cordiali saluti
Un pastore non sa molto di quanto qui scritto. Sa, però, di tutti i fondi destinati per attrezzare di mungitrici le stalle, mai usate. Dei fondi spesi per acquistare suv. Delle domande plurime inviate, perché i terreni sono stati suddivisi fra familiari, non coltivatori in realtà. Se i fondi sostenessero davvero i pastori sarebbe contento. Invece, è lasciato solo a mugugnare. Non vorrebbe vendere, ma i suoi terreni a chi ha gli occhi grandi, fanno gola. Più sono i terreni più soldi riceveranno. Nessuno controllerà. Chi va nelle campagne? Anche i carabinieri non vogliono infangarsi le scarpe…