In genere non entro mai nel merito delle inchieste di Mauro Pili sull’Unione Sarda, perché stilisticamente non mi piacciono: testa grande – premesse lunghe che tornano alla Genesi – e piedi piccoli – la notizia, quella vera, sempre in coda e sempre in due righe, perché la notizia vera e ripetuta è sempre l’esistenza in vita dell’autore.
Come pure sto a distanza dalla politica editoriale dell’Unione, perché non posso dimenticare che quando un po’ di procure della Repubblica della Sardegna si erano convinte, grazie ai suggerimenti di un imprenditore-fallito-politico-moralista in palas anzenas e di una banda di massoni lacustri, che io fossi un eversore e corruttore, l’editore dell’Unione, Sergio Zoncheddu, mi chiese di scrivere sul suo giornale. Il giornale non ne aveva alcun bisogno, io sì.
Ieri però Mauro Pili ha detto una solenne bugia e l’ha detta, per l’ennesima volta, gettando la croce sulla Giunta Pigliaru, di cui io facevo parte e che posso dire senza timore di smentita che è stata la più onesta degli ultimi vent’anni. Poi si può dire che l’onestà non è tutto, ma mi pare che sia già qualcosa e quando si infanga proprio questo aspetto, bisogna reagire.
Prima di tutto una premessa: Mauro Pili notificò nel 2018 all’Anac un esposto sull’aeroporto di Alghero contro Massimo Deiana e Antonello Cabras (lo trovate qui), sostenendo, tra le altre cose: “le proroghe immotivate hanno comportato che nel periodo si è verificato un mutamento delle condizioni di mercato e le decisioni comunitarie hanno radicalmente mutato lo status gestionale, finanziario ed economico dell’aeroporto; in particolare, l’esponente segnala “un crollo rilevante del valore (delle azioni inoptate) che potrebbe essere stato determinato funzionalmente ad un deprezzamento del valore stesso del capitale azionario, tale da avvantaggiare l’eventuale acquirente” e ciò soprattutto per la contiguità politica e personale tra l’assessore regionale dei trasporti Massimo Deiana e un consigliere d’amministrazione della società F2i ing. Antonello Cabras”.
Su questi argomenti, Deiana non è mai stato né indagato né rinviato a giudizio. Su argomenti affini l’autorità giudiziaria aprì un’indagine che portò poi all’archiviazione delle accuse per Massimo Deiana ancor prima che il processo iniziasse (ne abbiamo parlato) perché il fatto non sussisteva. Dopo una sonora sconfitta di queste proporzioni, Pili dovrebbe usare alcuni accorgimenti prima di rioccuparsi di questi temi da giornalista; dovrebbe avvertire il lettore di essere stato parte in causa e di essere stato smentito dai giudici, ma non lo fa. Non dice che Deiana e Cabras gli stanno sulla punta del naso per ragioni sue che poco importerebbero, invero, ai lettori del giornale, ma tant’è.
L’esordio dell’articolo è un atto di accusa inaccettabile: ” A gestire la “mossa numero uno” è l’assessorato regionale dei Trasporti, giunta Pigliaru. L’accusa è banale: l’aeroporto di Alghero perde qualche milione di euro. La realtà è un’altra: le perdite altro non erano che mancati pagamenti di contributi da parte della stessa Regione. Viale Trento, infatti, aveva bloccato senza alcun motivo il versamento dei contributi co-marketing, quelli che avevano consentito di stringere accordi con le compagnie low cost portando in Sardegna milioni di turisti dal centro e nord Europa. Il meccanismo fu spregiudicato: da una parte la Regione genera il “buco” dell’aeroporto e dall’altra ne determina la svendita“.
Sono accuse gravi, mica bruscolotti.
Quindi noi tutti, gli assessori, avremmo prodotto volontariamente un buco per poi svendere una società? Ma perché Pili non si fa assistere da uno bravo? Ma l’editore condivide accuse così infondate e stupide?
Noi avremmo bloccato i contributi co-marketing per agevolare la svendita della società?
Ma si possono dire stupidaggini di questo tipo!
Noi abbiamo smesso di finanziare una società tecnicamente fallita, cioè, semmai, abbiamo interrotto un reato reiterato.
E la società era tecnicamente fallita, perché aveva eroso il capitale sociale, accumulando perdite anno su anno, grazie ad una strategia dissennata, che vedeva l’impiego illegittimo di fondi pubblici (ciò che Pili chiama contributi co-marketing) per sostenere artificialmente il traffico, gravando contestualmente l’aeroporto di oneri superiori alla proprie possibilità, gravandolo con un numero di addetti per passeggero di gran lunga superiore alla media di qualunque altro scalo italiano.
Se non fosse accecato dal livore, Pili dovrebbe anche sapere che la Regione, anche sotto la sua presidenza e quella di centrodestra, ha provveduto svariate volte a ripianare tale deficit, apparentemente finanziando il co-marketing, ma realmente ricapitalizzando la società dopo le perdite, fino a quando ciò non è stato più possibile, essendo esplicitamente vietato dalle regole comunitarie, cioè fino a quando siamo arrivati noi a rispettare le leggi, non a violarle, leggi che, forse perché non illustrate con disegnini, qualcuno non è in grado di capire.
Noi Giunta Pigliaru abbiamo dovuto urgentemente prevedere la ricostituzione del capitale sociale, senza poterlo sottoscrivere (perché sarebbe stata l’ennesima, vietata, ricapitalizzazione con fondi pubblici).
È chiaro?
Noi abbiamo salvato il sederino ai comportamenti delle Giunte precedenti, questo è accaduto, ma che un giornale affidi la cronaca di questi eventi a un protagonista degli errori pregressi e che questo si permetta pure il lusso di addebitare agli altri le proprie colpe, è insopportabile, ma lo è non moralmente o psicologicamente (la politica aiuta a digerire anche gli elefanti), lo è praticamente, perché quando si scrivono puttanate di queste dimensioni, c’è sempre in finanzierino di turno o un Pm in cerca di gloria che possono prenderle sul serio e procurare un mare di guai a chi ha fatto esattamente il contrario di ciò di cui viene accusato.
L’UOMO PUÒ PERDERE IL PILI MA NON IL VIZIO.
L’anno scorso in un post su Facebook il “patriota” Mauro Pili affermava – con piglio austero e indice puntato – a proposito di finanziamenti pubblici ad un ospedale del Qatar e del comportamento dei parlamentari sardi nel votare una norma su “Misure di agevolazioni per gli investimenti privati nelle strutture ospedaliere”: “Foraggiate ospedali privati con soldi pubblici, chiudete gli ospedali pubblici per favorire gli ospedali privati! Peccato che quasi tutti votarono quella norma. Tranne uno”. Mi sono “permesso” di esprimere sulla pagina Facebook di un amico una considerazione in merito al post. Il succo di quella considerazione era: “Se la gran parte dei parlamentari sardi ha votato a favore sta a significare che non tutti lo hanno fatto, conseguentemente non si tiene il tranne uno. Errore lessicale o ansia di apparizione?” Per aver “osato” evidenziare questa contraddizione il “libero pensatore” e “libero sardo” mi ha bannato. Evidentemente siamo in presenza di “ansia di apparizione” e non si deve mettere in evidenza la personale, interessata e non veritiera, narrazione “pro domo sua”.
Stiamo parlando di quel signore che dopo aver appoggiato la legge per trasferire i mafiosi in carceri situati nelle aree insulari, ebbe pure la sfacciataggine di mettersi alla testa ( come Brancaleone ) dell’’armata per impedire il trasferimento dei mafiosi nelle carceri sarde…. probabilmente, la colpa non era sua, ma del suo maestro delle elementari, che non gli aveva spiegato che la Sardegna è un’area insulare….😎
Stiamo parlando di uno che ha scambiato il serbatoio supplementare di un velivolo, con “una bomba ciclopica”
La criticità (??) di Pili non è solo il livore o la sua difficoltà, per così dire, ad essere giornalista in senso ortodosso e compiuto (sono d’accordo con F. Giorgioni). È la sfiga di non imbroccarne mai una giusta a son di cercare lo scoop della vita. È la sfiga del non sapersi rassegnare ad essere un EX, come me e come tanti di noi.
Il mitico Pili è avezzo all’invenzione…”pro domo sua”.
Ricordo quando siamo andati a Cagliari protestare contro la giunta Pili che aveva risolto il problema idrico della Sardegna fotografando un tubo nella zona di cracasxa a Mogoro! Bene in quella occasione un autotreno gli ha restituito il tubo che aveva fotografato! È molto bravo a raccontare tubi!
Ohibò! Mi sorprende invero l’impiego del termine “puttanate” in senso sì spregiativo
E che diamine! Ho conoscenza (non in maniera diretta, le conosce mio cugino) di puttane certamente oneste, e sono la stragrande maggioranza. Esigono solamente quel che loro spetta in virtù del contratto di meretricio.
Perdipiù è assodato che parlino non altro che di ciò che realmente conoscono e di cui sono documentate.
E mai fu inteso da alcuna di loro menar discorsi imprestati da colleghe lombarde
Pili non ha mai fatto giornalismo. Il giornalismo impone distacco e equidistanza, quelli di Pili sono nulla più che post Facebook stampati su carta. Non c’è reale ricerca delle verità, servono a diffondere slogan e vorrebbero rafforzare tesi che sono precostituite e rispecchiano amicizie e rivalità del suo dimenticabile corso politico.
Non credo sia neppure il caso di soffermarsi sull’ attendibilità delle fonti: parliamo di uno che ha preso un battello antinquinamento per una trivella petrolifera, e mi limito a questo esempio.
Io mi chiedo come il cdr de L’Unione possa accettare questa deriva.
L’unica soluzione a tutto questo bailame è il modello francese dove il passeggero viene rimborsato fino ad arrivare alla tariffa calmierata per qualunque tratta scelga di fare con qualunque compagnia.
Niente soldi agli aeroporti o alle compagnie low cost semplicemente sconti o rimborsi direttamente al passeggero.
L’aeroporto di Alghero ha avuto lo stesso problema. Dopo reiterate ricapitalizzazione da parte degli enti proprietari ( comuni, provincia ecc) è stato assolutamente necessario non continuare a sborsare denari pubblici . Ci sono limiti severi sulle ricapitalizzazioni in presenza di Bilanci in rosso. Ricordiamoci anche che la ricapitalizzazione avveniva con delibere dei consigli e la normativa prevede la responsabilità ( con il proprio patrimonio) dei consiglieri che votano a favore.