Oggi lo storico Oriol Junqueras, già vicepresidente della Generalitat di Catalunya è in galera.
Ci vogliono molti attributi umani per farsi arrestare per le proprie idee politiche.
Oriol non ha rubato.
Oriol non ha picchiato nessuno.
Oriol non ha limitato la libertà di nessuno.
Oriol è un democratico.
Oriol è onesto.
Oriol è in galera.
Oriol è in galera in Europa per ragioni politiche.
Da giorni non scrivo per tanti motivi, ma anche perché sto cercando le parole per descrivere il coro vergognoso di commenti apparsi su quotidiani italiani e sardi volti a spiegare ai pochi che ancora leggono la carta stampata che i catalani hanno torto, che in Europa non si fa così ecc. ecc. Non parliamo poi della grande mistificazione sul residuo fiscale: ci sarebbe da far lezione di intelligenza e informazione. Tutti a correre a dimostrare che desiderare l’autogoverno e costruirlo gradualmente, con competenza e legalità, è un’idea pericolosa. Non è vero che è pericolosa. Il problema è che l’Europa ha paura della sua anima e la sua anima pulsa di libertà. Un uomo libero come Oriol fa paura perché funge da specchio della viltà europea.
Intanto Oriol è in galera.
Oriol è cattolico, ma la Settimana Sociale della Chiesa cattolica italiana ha dato le conclusioni a Tajani, neanche una parola per Oriol. La fede ecclesiastica prevale sulla fede religiosa e sulla giustizia. I vescovi con tajani, Gesù, ne sono certo, nella cella, con Oriol.
A chi ancora ha il senso della libertà europea, indico due articoli. Il primo di Alessandro Fugnoli che smaschera l’ignoranza, buia, autoritaria e conservatrice di gran parte della cultura italiana e racconta cosa c’è dietro la presunta legalità spagnola; l’altro di Gianni Mura che esplita Fugnoli e lo rende leggibile ai più.
Io sto scrivendo un saggio per una rivista accademica che riguarda proprio le origini della profonda disonestà pubblica dell’Europa contemporanea, in particolare dei territori un tempo soggetti alle monarchie iberiche.