di Paolo Maninchedda
La scarsità di precipitazioni ha riportato agli onori delle cronache una consapevolezza smarrita: la Sardegna è una regione siccitosa. Per questo motivo ha molte dighe (la quinta regione della Repubblica italiana per numero di dighe) e per questo combatte da tempo negli organi tecnici della Repubblica (lo si può dimostrare verbali alla mano) contro l’incidenza delle norme sismiche sul riempimento dei nostri invasi. Sarà questione di informazione nei prossimi giorni.
Nel frattempo occorre cominciare a discutere dei nostri usi e costumi (recenti) sull’acqua.
In tutte le case della Sardegna si usa acqua potabilizzata per gli sciacquoni. Molti usano acqua potabilizzata per i giardini e per il lavaggio di macchine e manufatti vari. Mentre e Milano d’estate ogni anno il sindaco emette un’ordinanza per disciplinare l’uso idrico estivo, da noi da anni non lo si fa; in Israele si irriga con le gocce, qui da noi si irriga a tubo; le aziende che producono biomasse per centrali elettriche (i celebri girasoli elettrici, verdeggianti anche in pianure attualmente in grave deficit idrico) hanno lo stesso titolo a consumare l’acqua del pastore che alleva animali o dell’agricoltore che coltiva grano e quant’altro. In California ogni persona ha un tot di litri d’acqua a disposizione a un prezzo sostenibile; se lo supera, paga l’acqua a prezzi enormi (in realtà, anche qui da noi i prezzi sono scaglionati e la Regione ha posto a Egas il problema della revisione tariffaria, che si deve fare entro aprile, perché attualmente le tariffe sono vantaggiose per i singoli ma non per le famiglie numerose). Insomma, si tratta di temi di grandissima portata che richiedono un tavolo bilaterale aperto tra Distretto Idrografico, Coldiretti, Consorzi di Bonifica e Anci. Speriamo sia convocato a brevissimo.
Ho chiesto agli amministratori di Olbia di mettere immediatamente a posto il depuratore di Murta Maria, una cosa invivibile e inguardabile. Mi hanno assicurato che lo faranno. In ogni caso, a febbraio farò un sopralluogo col Distretto idrografico, chiederò a Egas di accompagnarci. Questa storia di degrado deve finire. Spero che nessuno usi questi temi in campagna elettorale e che si abbia il buon gusto di avere buona memoria rispetto alle responsabilità sullo sviluppo caotico e disordinato della città.
Comment on “Acqua, girasoli elettrici e sciacquoni. Due parole sulle fogne a Olbia”
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Certamente dici bene, abbiamo i potabilizzatori che ormai sono inadeguati per i litri di acqua da trattare, e
non per le quantità di acqua che si consuma all’interno delle mura domestice o delle cucine della ristorazione.
bensì per la quantità di acqua che viene consumata da autolavaggi, irrigazioni varie, imprese artigiane, officcine e via dicendo.
Altra nota molto dolente è il fatto che: Dell’acqua immessa in rete, una grandissima percentuale non arriva alle utenze, a causa dela dispersione che si verifica nelle condutture “colabrodo”, fattore che non ci aiuterà in annate siccitose.
Se l’acqua trattata “potabile”, fosse di solo utilizzo delle abitazioni, ristoranti e comunque per uso di cucina, avremmo una qualità di acqua sicuramente superiore risparmiando sulle bollete Abbanoa.
E un’acqua grezza a basso costo per tutti gli altri usi.
come contropartita chi irriga, innaffia e fa pulizie varie, risparmierebbe con le bollette di Abbanoa.
Giuseppe Tali