È chiaro ciò che sta accadendo. Le persone non gestite né gestibili dai partiti tradizionali si sono messe in movimento.
La gente normale è in movimento.
La paura che i sindaci e gli amministratori della Sardegna diano il via a liste elettorali non controllate da nessuno sta spaventando chi vuole che tutto rimanga com’è. Noi, se la gente vorrà sfidare l’assetto attuale del potere in Sardegna, aiuteremo la gente per bene a vincere. Se ci riuscirà di farlo, faremo una rivoluzione legale e pacifica che farà finalmente esistere la Sardegna in Europa, e la faremo con la gente normale, non con gli esagitati o gli incravattati parassitari del sistema politico.
C’è la concreta possibilità di rinnovare profondamente il Consiglio Regionale della Sardegna, farlo diventare la Camera dei Comuni, farlo vivere come Assemblea costituente dei territori e delle persone. C’è l’aria di un’attesa; c’è il clima di un movimento. Vedremo.
C’è un che di eroico in tutto questo; un che di pacifico e grande.
È esattamente ciò che speriamo parta da Abbasanta, domenica, alle 10.
Non abbiamo un banale obiettivo elettorale.
Vogliamo far scoppiare l’unità dei sardi, contro le egemonie di partito così care agli estremisti di ogni schieramento.
Registriamo attacchi duri. Rispondiamo a tutti. Ma sia chiaro: dialoghiamo con tutti, cioè facciamo ciò che gli estremisti odiano.
Noi siamo gli avversari degli estremisti e degli oligarchi sardi. Lo sappiamo. Lo vogliamo.