di Paolo Maninchedda
Per la Regione Sardegna la fissazione della data dell’8 luglio per la discussione dell’istanza di fallimento della società Abbanoa è un’ottima notizia: finalmente questa spada di Damocle incombente sulla riforma del processo dell’acqua calerà sulla testa della società o se ne allontanerà, come io credo, per sempre.
Una cosa è certa: la Regione sa che l’interesse pubblico consiste nel garantire il servizio, nell’attuare il Piano di ristrutturazione della società, nell’attuare il Piano d’azione di Deloitte e rinnovare così i processi gestionali, nel tutelare i circa 3.000 posti di lavoro che ruotano intorno alla società tra dipendenti diretti e indotto, nel tutelare le imprese sarde che vantano crediti verso la società, nel fare una nuova legge che riformi tutto il sistema, faccia diventare Abbanoa una società efficiente di prossimità ai comuni e ai cittadini e utilizzi al meglio una risorsa preziosa e pubblica come l’acqua. Un’altra cosa è certa: le carte, non le chiacchiere, dicono con chiarezza che in questi due mesi si è lavorato tanto per mettere ordine e restituire efficienza non solo a Abbanoa ma a tutto il sistema idrico integrato. Saranno stati fatti tanti errori nel passato, ci saranno state tante inefficienze e disorganizzazioni, ma certamente si stanno mettendo le cose a posto, non cercando colpevoli ma risolvendo problemi. Cui prodest sfasciare tutto, gridare sempre e comunque al fallimento? Cui prodest?
Noi siamo convinti che Abbanoa non sia nelle condizioni di essere dichiarata fallita, non foss’altro perché:
– per la prima volta dalla sua costituzione il bilancio consuntivo 2013 avrà un risultato positivo;
– oggi è possibile canalizzare gli incassi e prima non lo era;
– ha una certificazione seria dei propri crediti;
– ha conguagli molto consistenti garantiti dalla tariffa e certificati;
– circa 100 comuni hanno transato con Abbanoa i propri debiti/crediti;
– ha alle sue spalle un fondo di garanzia di 42 milioni e risorse accantonate per la capitalizzazione di 83 milioni di euro, cose che unite ad altre rendono la Regione meno succube degli istituti di credito.
Poi, se i giudici la dovessero dichiarare comunque fallita, diranno anche comunque come garantire il servizio, i posti di lavoro, i crediti e i debiti eccc. ecc. e quindi il lavoro fatto non andrà perduto.
Perché, ogni volta che la Regione tenta di portare a compimento i propri percorsi c’è sempre qualche giapponese che vive isolato nelle sue periferiche foreste che promuove qualcosa che aiuta più le banche che i sardi? Sartre divideva, avendo letto molto male Freud, il mondo in sadici e masochisti. Io spero che tra i sardi sia più diffuso il tipo mediamente normale che non lega dolore e piacere.
Ma occorre dire di di più. Che dire di una politica (Regione) che nel passato ha costituito una società, ha scritto nel Piano strategico che riguarda la società (il mitico Piano d’ambito del 2002 mai compiutamente aggiornato) che la società sarebbe partita con una perdita secca annua di 74 milioni di euro, ha scritto che occorreva capitalizzarla, e poi non ha proceduto (se non minimamente e sempre in ritardo) a ripianare le perdite né a capitalizzare nelle forme previste? Che dire di una Regione che dichiara che la società dovrebbe vivere sulla sola tariffa e poi fissa una tariffa inadeguata, al punto che la ex Autorità d’Ambito riconosce, a distanza di anni, conguagli per centinaia di milioni perché la tariffa era sbagliata, cioè perché la tariffa ha imposto a Abbanoa di produrre sotto costo? Che dire di questa schifezza ipocrita del potere sardo? Che dire di autorità che equiparano i cittadini virtuosi che pagano l’acqua ai cittadini che non la pagano, non prevedendo per chi non paga alcuna sanzione? Troppo semplice legare mani e piedi a una società e poi dire che va male, a meno che non la si svoglia svendere subito dopo averla conciata male, ma finché ci sarò io dove mi trovo adesso, l’acqua sarà un bene pubblico e pubblica sarà la sua gestione, punto.
Che dire di certe articolazioni del potere regionale, dove in genere vanno a svernare i personaggi laterali del sistema politico, che anziché concorrere a una politica istituzionale della Sardegna nella quale tutti dovrebbero lavorare per il bene comune, pensano invece a costituire da un lato perdite (poi addossate alla Regione) e dall’altro rendite e cause nei tribunali della Sardegna? Che dire di queste forme parassitarie della politica sarda? Fino a quando intendono mungere il sistema, fino a fare avizzire la mammella? Che dire di quelli che parlano dei bei tempi andati nei quali si ripianavano le perdite a pie’ di lista dei 120 enti che si occupavano di acqua in Sardegna? Che dire delle fogne e dei depuratori costruiti per un fabbisogno di 10.000 persone per luoghi che d’estate ospitano non meno di 50.000 persone? Che dire di impianti realizzati e dei quali non si trovano i progetti? L’acqua è lo specchio di una Sardegna parassitaria, lobbistica, pasticciona e inconcludente che non è più sopportabile. Noi vogliamo fare riforme e risolvere problemi; chi vuole tornare al passato si candidi e vinca le elezioni con questi programmi feudali e poi potrà continuare a spolpare l’osso. Finché ci siamo noi, si lavora e non si spolpa.
Comments on “Abbanoa, l’ipocrisia della politica e l’irresponsabilità diffusa”
Comments are closed.
Non vorrei che tu sia l’unico che lavora,,,,,,,,,, avanti tutta
“…mastica e sputa da una parte il miele
mastica e sputa dall’altra la cera
mastica e sputa prima che faccia neve…” (F.De Andrè)
Se l’Ass. continua a scrivere così c’è il serio pericolo per come usa la penna che gli venga preteso il porto d’armi.In primus dai turisti della politica.
Pugnalate al cuore ma inevitabili se si vuole andare avanti….Stending Ovescion
La dico così: noi Sardi siamo giunti ad un bivio in cui ciascuno di noi a prescindere dal ruolo che copre, deve fare ciò che è giusto e non ciò che conviene, convincerci che tutto può essere perseguito e realizzato, convincerci che niente è impossibile è solo più difficile. Qualcuno prima di me scriveva:…….”i problemi esistono per essere risolti”.
Per essere apprezzato,bisogna essere imbroglioni come altri; chi lavora seriamente lo si mette sempre in discussione vuoi perchè scomodo, ad altri i quali non possono più fare manfrine.Ecco perchè siamo in questa situazione che paradossalmente,sta bene a molti (ladri) Ainnantis!!!!
Chi guidava la giunta quando e’ stata costituita Abbanoa, e sono state fissate le tariffe?