Ieri nell’assemblea di Abbanoa si è assistito al ballo degli specchi e degli inganni. Posto che tutti sono scontenti, vuol dire che, vuoi per culo vuoi per virtù, l’equilibrio trovato è buono.
Il dott. Sardu non era il vero candidato di nessuno fino a ventiquattr’ore prima della riunione di ieri, ma era diventato più forte rispetto a quella della scorsa settimana, perché il suo curriculum era uno dei pochissimi inattaccabili e perché la campagna elettorale fattagli dal segretario di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Muscau, aveva prodotto una certa ondata di simpatia nei suoi confronti, rispetto alla imposizione (apparente o reale non saprei dire) dei due candidati alla presidenza realmente in corsa in prima battuta: Busia e Camilleri. I sindaci di centrodestra, non in partita nella riunione precedente, hanno cominciato a giocare poco prima della seconda, perché l’accordo tra Pd e Cinquestelle aveva basi fragilissime e godeva di antipatia diffusa (aspetto non banale quando si vota in tanti).
A questo punto la Todde, che aveva preso impegni solenni con Muscau, ma nella prima riunione non si era fatta alcuno scrupolo di non mantenerli a favore di Camilleri, ha messo in campo, non so se per istinto o per intelligenza o per suggerimento, la mossa del cavallo: ha scelto Sardu, ha saltato il Pd e tenuto Camilleri, ma facendolo recedere dall’ambizione alla presidenza (che, dato il cv, era oggettivamente mal riposta) e, forte dello stare con la vela ben allineata al vento serpeggiante, ha puntato sul presidente del collegio sindacale, dando una lezione tattica e pratica al callidissimo sindaco di Cagliari che voleva (incredibilmente) la conferma del presidente del Collegio sindacale uscente (il quale, in quanto implicato in una durissima guerra di carte bollate con gli amministratori uscenti della società, avrebbe fatto bene a non candidarsi a nulla).
Il Pd non ha partecipato alla regata con una sola barca e dunque erano in campo più skipper, uno dei quali, intelligentemente, ha chiuso le vele sulla candidata Busia puntando a salvarla piuttosto che a farla vincere; gli altri strateghi hanno sbagliato lato del campo di regata e si sono trovati senza vento. Fine della partita.
Risultato: tutti scontenti, tutti contenti. La Todde soffre di bulimia di potere (ho la sensazione che l’infezione politica nasca dall’entourage di Cinquecaschili e dei gemelli Esu, ma magari mi sbaglio) e su Abbanoa porta a casa tre pezzi su quattro; questo la esporrà molto sui risultati positivi o negativi della società, ma per lei ieri è stata indubbiamente una buona giornata.
Per Sardu, un compito difficilissimo, perché il problema della società è la gestione, pregressa (ultimi cinque anni) e futura, e mettere tutto in ordine nell’imminenza della gara internazionale non sarà facile. Il Presidente si farà dare dal Cda deleghe esecutive e sommerà così ruolo politico e ruolo gestionale? Molto impegnativo e rischioso. Vedremo.
Ma il curriculum di questo Camilleri?
La teoria della torta ( una a me,una a te ed una a me ) ha funzionato ancora una volta !!!!!!
Grazie per la risposta. Però, a mio avviso, a vedere quanto accaduto in questi mesi, sono stati premiati e portati avanti nomi molto meno spendibili rispetto a quello della Busia (concordo, tuttavia, che nella comparazione con Sardu l’avvocatessa fosse nettamente sotto come qualità del CV). Se poi, come lei dice, il capo skipper si allontana, mi permetta, un po’ mi preoccupo. Perché a questo punto il PD sarebbe davvero nella mani del sorrisetto Comandini e dell’intramontabile Fadda, che a Cagliari comunque i suoi li ha messi eccome. Dunque, a conclusione di questo delicato match di nomine, il duo Todde-Caschili piazza l’ennesimo colpo. Considerato che a Cagliari, sempre i due, si sono presi anche una poltrona di peso come quella sull’Ambiente (Giua Marassi), creando in questo modo un rapporto molto stretto fra il Sindaco Zedda e la stessa Todde. Insomma, dopo questa partita il Pd bene o male regge, ma non la spunta da vincitore. Per vedere eventuali riequilibri bisognerà attendere. Grazie.
@ Emanuele Come sa, io sono fraterno amico di colui che lei indica come capo skipper e, secondo me, ha adottato anche questa volta la strategia giusta, data la debolezza intrinseca della candidata. Non succederà assolutamente niente nel rapporto tra Pd e Cinquestelle finché la Todde avrà cariche da distribuire. Finito il mazzo, inizierà il gioco vero e lo skipper intelligente se ne terrà fuori perché si sta allontanando da un mondo che non gli piace.
Professore, se posso, riporto quello che a mio avviso è un suo virgolettato di grande pregio allegorico: ” […] Il Pd non ha partecipato alla regata con una sola barca e dunque erano in campo più skipper, uno dei quali, intelligentemente, ha chiuso le vele sulla candidata Busia puntando a salvarla piuttosto che a farla vincere; gli altri strateghi hanno sbagliato lato del campo di regata e si sono trovati senza vento. Fine della partita”.
In questo passaggio c’è tutta la dinamica più fulgida su quanto accaduto nella corrente del capo skipper PD, che stavolta (ma diremo anche con le elezioni comunali di Cagliari) non ha infilato la mossa giusta. L’avvocatessa Busia resta dentro, ma è un dentro che assomiglia quasi ad un fuori. Le chiedo, se posso, che ripercussioni può avere quanto accaduto in Abbanoa sullo scacchiere attuale? Ovvero, come si evolve ora il rapporto fra 5Stelle e Pd, fra Cagliari e Regione?