Gli studi, le armi e gli amori Coloro che conquistano un titolo di studio in età adulta spesso, per comprensibile debolezza umana, sono portati a dare sfoggio della propria conoscenza e sapienza, tardivamente raggiunta e, proprio perciò, per loro, ancor più preziosa.
Fare questa fatica in età adulta, magari distratti da tanti impegni e grattacapi, non è semplice e spesso induce a introitare solo i concetti più generali e difficilmente si ha il tempo per rielaborarli in forme compiute.
Il Presidente Solinas, studente adulto di Giurisprudenza, giunto al titolo di laurea giusto qualche anno fa con tesi secretata, rientra in questa categiria di sapienti costipati tardivamente? Difficile rispondere.
Tuttavia, come non notare che ama circondarsi di avvocati, magistrati amministrativi e legulei vari, che lo deliziano con caroselli di provvedimenti e atti, spesso poco fondati e zoppicanti (basta ricordare quante leggi sono impugnate e quanti atti e provvedimenti sono riusciti a risvegliare le varie magistrature ronf ronf), e che esaltano il gusto per l’intricato poco comprensibile se non per la gabola e l’escamotage?
Un piccolo esempio viene dalle settimane appena trascorse.
Un mese di stagionatura in salamoia Lo scorso 25 maggio il Consiglio regionale, dopo una maratona legislativa durata mesi, con momenti di scontro feroce tra maggioranza e opposizione, ha approvato il Disegno di legge n.107/a “Norme urgenti per il rilancio delle attività di impulso, coordinamento ed attuazione degli interventi della Giunta regionale e di riorganizzazione della Presidenza della Regione. Modifiche e integrazioni alle leggi regionali n. 1 del 1977, n. 26 del 1985, n. 32 del 1988, n. 31 del 1998, n. 7 del 2005, n. 3 del 2009 e n. 2 del 2016.”
Inutile ribadire quanto già detto su questo disegno di legge voluto dalla Giunta Solinas per compensare la nutrita e affamatissima corte che la circonda e la sostiene: giova giusto, qui, ricordare che, a votazione già conclusa, è stato inserito un emendamento (funambolico stratagemma!) per far scomparire (miracolo contabile) quasi la metà dei costi reali (circa 6 milioni di €) che annualmente i sardi, pagheranno per il mantenimento della corte solinasiana.
Comunque, dopo tanta fatica e artifici contabili, gli uffici del Consiglio pubblicano sul proprio sito il testo definitivo della legge, il giorno 31 maggio.
A questo punto, dopo i festeggiamenti di rito della turba di clientes pronti a incassare le laute e neonate prebende regionali, il Presidente Solinas, volpinissimo, si è trovato a dover gestire una norma (art.21 ”disposizioni transitorie”) che impone di dover confermare o revocare (ma anche confermare per decorrenza di termini…) i Direttori generali, nonché i nutriti Uffici di gabinetto, entro 30 giorni dalla pubblicazione della stessa.
Ora, detto che questo articolo 21 sembra, data la contorta e involuta sintassi, scritto in un momento di esaltazione giuridico-barocca erettile, certamente non deve essere stato ispirato dal Presidente che aborre dover agire e tanto più, in tempi non sufficientemente dilatati.
Spinto dagli eventi, ecco che il nostro deve attingere alle sue reminiscenze giuridiche e chiedere al suo stretto entourage di avvocatoni, magistratoni e legulei vari, di aprire il ricco arsenale di escamotage, stratagemmi e gabole.
La prima, urgente, necessità di Solinas è quella di scuotersi di dosso la pressione della scadenza imposta dall’art. 21: nel suo agire, 30 giorni, sono poco più che un battito di ciglia.
E qui, maestro tra maestri, compie il primo gioco di prestigio, quello che gli riesce sempre: entra in una forma di tanatosi amministrativa (per i meno avvezzi al linguaggio scientifico: babbalotto morto).
Senza nessuna ragione logica, salvo la tanatosi di cui sopra, non firma la legge, e quindi non la rende efficace per quasi un mese: infatti viene pubblicata sul BURAS (la gazzetta ufficiale della Regione) solo il giorno 21 giugno, primo giorno d’estate.
Voilà!
Una legge che già nel titolo si definisce “Norme urgenti….” viene bellamente “sedata” dalle trovate dei legulei barocchi priapisti del diritto.
Alla faccia del Consiglio Regionale e dei Consiglieri, che amano definire la loro assemblea “sovrana”.
Bene, intanto si è guadagnato un mese e non è poco.
Direttori generali misti Però, comunque, entro il prossimo 21 luglio, cioè tra pochi giorni, bisogna prendere la decisione se confermare, o revocare (o far finta di niente) ben 24 Direttori generali.
C’è da tenere conto del “pranzo di Sardara” e delle terribili punizioni promesse a coloro che vi hanno partecipato: i megafonisti della maggioranza (garantisti a giorni alterni nelle settimane pari, dei mesi dispari) hanno gridato al complotto, quasi al colpo di stato contro l’ignaro Presidente Solinas, mentre se complotto c’è stato riguarda la manina della maggioranza che ha chiamato la finanza e avvertito simultaneamente altri pezzi di maggioranza di non partecipare.
Dai toni e dal volume delle grida della guardia pretoria di Solinas c’era da aspettarsi un processo sommario e un patibolo eretto in Piazza Carlo Alberto (l’Ancien Régime ama il rispetto delle tradizioni).
Invece, secondo prassi, il tutto è stato prima assopito, poi masticato e digerito.
Ma adesso si arriva al punto: la norma (urgente…), esige che si arrivi alle decisioni che pesano davvero.
Nel frattempo Quirico Sanna, lestissimo ad allontanare da sé qualunque sospetto di eterodossia solinasiana, ha cacciato dal suo gabinetto politico il fratello del portavoce del Presidente, con una lettera, peraltro respinta “a sonu ‘e corru”, che rappresenta pienamente la confusione ludico-politica dell’avogado alle concessioni balneari.
Comunque la vera ”polpa” è quella che deve arrivare entro giovedì: le nomine dei vertici amministrativi.
Prima di procedere oltre, è necessario dare una informazione ai lettori sulle procedure da seguire, per arrivare a nominare un direttore generale.
Con un atto di trasparenza (mai fatto prima) la Giunta Pigliaru ha stabilito che le nomine non dovessero essere più un rito esoterico, magari legittimo, ma sottratto alla comprensione dei più e soprattutto dei cittadini.
Con la delibera n. 13/12 del 8/04/2014 ha stabilito che, per nominare un Direttore generale, innanzi tutto dovesse essere fatta una richiesta di manifestazione d’interesse a tutti i potenziali interessati.
Questo per consentire a chiunque avesse i titoli per ricoprire quel ruolo da un punto di vista professionale, dell’esperienza maturata e, non secondaria, dalla voglia di farlo, di proporre la propria candidatura.
In questo modo la Giunta aveva la possibilità di esaminare e valutare tutte le possibili candidature per quello specifico ruolo. Poi, esercitando le prerogative che la legge riconosce per questo tipo di nomine, scegliere il candidato che, oltre a possedere i requisiti richiesti, avesse la fiducia della direzione politica.
Un lettore potrebbe chiedere: qual è il cambiamento rispetto al passato?
È sempre la Giunta, quindi la politica, che sceglie.
Sì, certo, ma lo fa in modo trasparente, assumendosi la responsabilità politica della propria scelta, avendo avuto modo di vagliare tutte le candidature presentate per quello specifico ruolo.
Questa procedura di nomina dei vertici è stata ereditata anche dalla Giunta Solinas che si è dovuta acconciare, suo malgrado.
E infatti non sono mancati gli incidenti e gli intoppi che, sin dall’avvio della legislatura, hanno accompagnato molte delle nomine di vertice, con corredo di avvisi di garanzia, ricorsi e interrogazioni parlamentari e consiliari, che hanno turbato il sonno e la tranquillità del Presidente neo laureato.
Ha cercato di rimediare con norme ad personam post (la famigerata norma di interpretazione autentica, colpevolmente lasciata passare dal Governo nazionale) per sanare ciò che non è sanabile.
Ma adesso che deve, di fatto, azzerare tutto e ricominciare, lo spettro di altri avvisi di garanzia, altri ricorsi e altre interrogazioni, deve aver davvero tolto il sonno al povero Solinas.
E poi… poi ci saranno nuovi nominati i cui requisiti, c’è da scommetterci, saranno pari a quelli di cui sopra.
Quindi che fare?
E qui immaginiamo una riunione, magari notturna (le tenebre aiutano meglio a ordire sotterfugi), dove gli avvocatoni, i magistratoni, i professoroni di diritto e di rovescio (soprattutto) e i legulei vari, hanno lungamente discusso su come evitare questi debilitanti stress al Presidente.
Il quale, certamente, avrà voluto dire la sua, magari attingendo dalle innovative tesi contenute nel misterioso testo che ha esposto il giorno della sua laurea.
Certo non è facile trovare soluzioni che rendano legittimo ciò che legittimo non potrebbe essere.
Comunque, tanto pensare e tante discussioni hanno partorito l’ennesima gabola, l’ennesimo escamotage: cancelliamo la trasparenza!
Ma sì, confondiamo le acque rendiamo tutto torbido e poco chiaro: così quelli che sono sempre lì a controllare gli atti e pronti a censurare, dovranno stare zitti.
Il 9 luglio scorso la Giunta, con la delibera n. 27/13, decreta la nascita dell’elenco dei candidati a ricoprire il ruolo di Direttore generale dell’Amministrazione regionale.
Et Voilà!
In un colpo solo cancella la procedura trasparente voluta dalla precedente Giunta e si inventa l’elenco dei candidati tuttologi (“miscia miscia” a Sassari, “ammisturau” in buona parte della Sardegna, todos caballeros alla piglianculu).
Cioè?
Si crea (nel giro di una settimana, con chiusura alle ore 23.59 del 18 luglio, domenica) un elenco di pretendenti a ricoprire il ruolo di direttori generali.
Quali direzioni generali? Tutte.
Cioè?
Significa che un signore qualunque, che ritiene di avere i titoli e lo autodichiara, può essere inserito nell’elenco dei candidati a ricoprire un ruolo di direttore generale, qualunque esso sia.
Quindi, mentre prima veniva richiesto, agli aventi titolo, di proporsi per una specifica direzione generale, dimostrando di avere preparazione culturale adeguata, esperienza specifica e attitudine personale per quello specifico ruolo, adesso, invece, si chiede di proporsi a ricoprire qualunque ruolo di direzione generale, così, ad minchiam.
In questo elenco, dove chiunque ritenga può iscriversi (tanto i controlli sui titoli, se mai, si faranno dopo) potranno convivere senza alcun problema ingegneri esperti di lavori pubblici e medici esperti in management sanitario; avvocati di chiara e dubbia fama con economisti esperti di contabilità pubblica; architetti esperti di paesaggio con geologi esperti di dissesto; etc. etc.
E tutti, senza nessuna distinzione di profilo professionale e di esperienza, potranno essere chiamati a ricoprire una direzione generale: così magari il medico esperto in management sanitario può trovarsi, suo malgrado, alla direzione dei Servizi finanziari e magari il geologo esperto di dissesto del suolo si troverà alle Politiche sociali, e così via lietamente ciurlando.
E se pensate che questo scenario sia il peggiore siete in errore.
Infatti, in quel bel calderone dove ci saranno alte professionalità mal assortite, ci potranno stare anche soggetti con requisiti evanescenti o anche inesistenti che accettino il rischio di iscriversi in quell’elenco su propria auto dichiarazione: visto quello che successo per la DG dell’ASPAL hanno buone probabilità di farla franca: la Giunta nomina e poi chiederà alla DG del Personale di verificare i titoli e quella risponderà che quanto dichiarato è vero, ma senza dire se i requisiti sono quelli richiesti e così via nell’infinito gioco del rimpallo.
Ovviamente, Solinas e sua la corte leguleia, sosterranno che gli elenchi degli idonei a rivestire certi ruoli esistono anche in altre realtà e, siamo sicuri, citeranno quella in uso nella sanità, dove è previsto, per legge, che i Direttori generali devono essere iscritti in un apposito elenco.
Solo (ahi noi, ecco gli studi tardivi e mal digeriti a cosa portano!) ci si dimentica che l’elenco dei direttori della sanità, previsto da una legge nazionale (già, bisogna anche ricordare che la norma regionale che prevedeva un elenco regionale è stata sonoramente bocciata), richiede il possesso certificato di specifici requisiti (tipo di laurea, anni di servizio effettivo in ruoli apicali, la frequenza e il superamento di un corso ad hoc).
Peraltro, ma anche questo non è nella percezione dei cortigiani poco adusi alle fatiche del lavoro, un Direttore generale di una ASL o di una struttura sanitaria, svolge, dovunque essa sia, lo stesso tipo di lavoro manageriale: ecco perché può esistere un unico elenco nazionale.
Ma come si può pensare, al di là dei principi generali di management pubblico, che avere la responsabilità di una direzione generale che si occupa di trasporti aerei, navali e locali, sia analogo a dirigere la struttura che si occupa di politiche socio sanitarie è sintomo di una allarmante superficialità e sprezzo dell’interesse pubblico? Non si potrebbe, ma si può.
La finalità vera della nascita di questo elenco, l’ennesima gabola messa in campo dall’ineffabile Presidente e il suo entourage di legulei, è quella di creare un unico contenitore, fintamente selettivo, dove siano costretti a convivere persone con tutti i requisiti minimi necessari, con altri soggetti privi di requisiti, ma dotati di una formidabile faccia di bronzo.
E così, fingendo di attingere da una platea omogenea, Solinas e la sua Giunta potranno continuare a nominare, evitando imbarazzanti confronti tra candidati, figure prive di competenza e autorevolezza, ma fedeli e prone ai desiderata dei grandi e piccoli poteri che prosperano sulle rendite parassitarie.
Alla faccia dei sardi.
Dopo la lettura di questo ennesimo illuminate articolo vien voglia di fare le valigie e andar via…………
Non ho potuto trattenermi dal condividere
Caro Professore, la sua analisi fatta nella premessa, (nelle questioni giuridiche non mi addentro) pur rivelando una comprensibile e giusta severità, tratteggia il nobile principio di riscatto, acculturamento (certificato) ed erudizione in età matura che, invero, è meritevole e andrebbe elogiato. Ciò sul quale lei non si sofferma abbastanza, caro Professore, è l’opacità scabrosa di una vicenda esemplare per torbidità che ha fatto ridere mezza Italia. Se solo potessero parlare le mura dell’onesto bar di via Giovanni Maria Angioy a Sassari ove in compagnia dei cattedratici si rinfrancava il nostro studente fresco d’esame!(Sassaresi bene informati sostengono che durassero più gli inviti al bar delle accurate eseminazioni) !!! Qui un drammatico interrogativo: perché nascondere e celare all’opinione pubblica il sacrificato percorso che ha portato (in uno stradello lastricato di ziminate e champagne) agli allori il nostro “dottore”?
Le elezioni regionali si sono svolte il 24 febbraio del 2019 e siamo vicini al bilancio di metà mandato (ad agosto). Lo scriveranno sul retro di una scatola di fiammiferi