Continuo a fornire una lettura critica dell’informazione in Sardegna. Lo faccio per i miei studenti, non per il mio gusto. Cerco di farlo per raccontare una parte del backstage del potere che ha del ridicolo, per l’esercizio vano, che mette in atto, di nascondere la rogna che alberga sotto gli elmi impennacchiati che i signori sardi esibiscono in battaglia (ho visto in tv il piglio dichiarante dell’onorevole Saiu, perentorio, mandibolare, esteticamente a dir poco missino e ho immaginato cosa ne avrebbe pensato il Partigiano Johnny di Fenoglio).
Tutto è iniziato avantieri notte con il famoso comunicato letterario di Solinas su Putifarre, sebbene il mio amico contadino-letterato (una di quelle figure di uomini colti per il gusto, e non per il titolo, che non si trovano più) mi abbia fatto notare che io non ho contemplato la possibilità che il ghost writer del presidente abbia nominato Putifarre ma volesse intendere Botifarra, la celebre salsiccia catalana, vermella o blanca, più adatta all’estetica del desco sempre apparecchiato della Giunta. In questo senso, la moglie di Botifarra e non di Putifarre, avrebbe tradito Solinas dopo un’intimità gastronomica che è più intensa di quella ordinaria tra uomo e donna, è un intimità da ristorante, per cui si impone la domanda: vuoi vedere che hanno litigato per chi doveva pagare il ristorante? Può essere.
Comunque, sia che Putifarre/Giuseppe/Solinas sia stato tradito per un rifiuto o per una salsiccia, resta il fatto che ha parlato e scritto troppo per smentire Il Fatto Quotidiano sulle sue iniziative immobiliari e, come avevo immaginato, tra ieri e oggi è stato infilzato da Alessandra Carta di SardiniaPost e da Andrea Sparaciari del Fatto.
Alessandra Carta ha preso alla lettera questa frase di Solinas (esiste anche la variante Solinasa, che ogni tanto scappa agli assessori meno colti, ma è troppo rustica, la lasciamo per uno scontro all’arma bianca retorica con Christian): «Riguardo alle mie proprietà in agro di Capoterra, acquistate nel 2002 e sulle quali ho investito nel tempo impegno e risparmi, rappresento che ho deciso di metterle in vendita pubblicizzandole su un sito immobiliare».
Qui va in primo luogo notato il cilicio.
Investire tempo e risparmi non è da tutti, è una disciplina etica, significa sacrificio e impegno, lavoro, fatica, santificazione e digiuno in vista del risultato.
Alessandra Carta, però, che gode come una matta a raccontare la biancheria intima dei potenti perché li vorrebbe vedere tutti in mutande, si è procurata l’atto di acquisto delle proprietà in agro di Capoterra e cosa ha scoperto? Che i ruderi e i terreni erano stati ceduti dai frati Minori Conventuali a Solinas non in cambio di denaro, ma con l’impegno della ristrutturazione. In quella circostanza i ruderi e la campagna sarebbero stati stimati 35.000 euro, somma che Solinas avrebbe dovuto versare ai Frati in caso di inedempienza (almeno questo si capisce dal resoconto della giornalista).
E qui cade il cilicio! Nessun impegno e nessun risparmio ma solo uno scambio.
Anche perché subito dopo Alessandra Carta ricorda che per ristrutturare il rudere Solinas non ha tentato di investire soldi suoi, ma ha provato a chiedere un contributo alla Regione, prima concesso e poi restituito dopo l’apertura di un’indagine da parte della Procura.
E dunque, i Greci, cioè la Procura, adesso non hanno neanche bisogno di interrogare i figli di Troia catturati in battaglia; hanno già trovato una falla nelle mura, lasciata lì dall’inizio dei tempi!
La cosa più bella, però, la giornalista di SardiniaPost la scopre nella clausola “frate-incluso” che i francescani hanno iscritto nell’atto, prevedendo che sui beni ceduti viga «una servitù – è scritto nell’atto notarile – consistente nella facoltà dei rappresentanti dell’ente venditore [cioè i francescani] di utilizzare il predetto appezzamento di terreno” per l’ozio “dei propri ospiti, i quali potranno sostarvi, mangiarvi e svagarvicisi». Ovviamente a breve ci sarà una nuova smentita che noi non mancheremo di raccontare, ma ad oggi abbiamo un terreno-frate-incluso ceduto per ristrutturazione, stimato 35.000 e venduto, sempre frate-incluso, per 550.000 euro.
Andrea Sparaciari, oggi sul Fatto, lavora, sempre per i Greci, su altre due affermazioni di Solinas. La prima è questa: «Riguardo alle mie proprietà in agro di Capoterra, acquistate nel 2002 e sulle quali ho investito nel tempo impegno e risparmi [il cilicio di cui sopra, ndr], rappresento che ho deciso di metterle in vendita pubblicizzandole su un sito immobiliare, al fine di poter acquistare la mia nuova abitazione così come credo faccia la maggior parte delle persone comuni; tengo a precisare di aver conosciuto l’amministratore della società promissaria acquirente [cioè un imprenditore sardo] solo in occasione della sottoscrizione del contratto preliminare dinanzi al notaio».
Il Fatto è convinto che Solinas abbia scambiato qualcosa con questo imprenditore; io invece penso che Solinas abbia scambiato al massimo un po’ di confidenza, ma non denaro in cambio di favori. Questa brutalità non è nelle corde etico-estetiche di Putifarre/Giuseppe, che possiede una mentalità molto più complessa e tale per cui, per esempio, se Thomas Mann riscrivesse il Faust dopo aver conosciuto Solinas, inventerebbe un personaggio meno tormentato di Adrian Leverkuhn, un personaggio a metà tra don Bosco e Dorian Gray, che chiederebbe a Dio di rimanergli amico pur essendo egli costretto dalla sua natura a fare un giro di valzer con Satanasso. Se Solinas facesse il male, chiederebbe a Dio di autorizzarlo, non lo farebbe di suo. Siamo a un livello di complessità irraggiungibile per la Polizia Giudiziaria sarda.
Fatto è, però, che Sparaciari infilza Putifarre facendo notare che è un po’ difficile credere che «sino a quel momento [cioè fino alla redazione del compromesso], Solinas ignora[sse] l’identità di chi si stava impegnando a versargli oltre mezzo milione di euro entro il 30 giugno 2021 e di chi pochi minuti dopo gli avrebbe dato una caparra da 200mila euro, promettendo di versarne altri 50mila entro 10 giorni». Obiettivamente è un po’ difficile che un atto di questo tipo avvenga tra sconosciuti e su un bene con frate-incluso. I Greci hanno sicuramente alzato il sopracciglio.
Il secondo affondo di Sparaciari è più letale. Infatti il giovane del Fatto (che se perdesse il gusto per lo scandalo svelato e descrivesse di più le cose, prima di travagliarsi in indignazione nebulizzata, sarebbe notevolmente più gradevole) prende alla lettera la dichiarazione di Solinas sulla prima caparra ricevuta nel lontano 2013 da un altro imprenditore su un altro terreno (questo libero da frati), il quale scrive di aver restituito la caparra dopo la morte dell’acquirente. Giustamente Sparaciari fa di conto e scrive: posto che la caparra ti è stata consegnata nel 2013 e l’acquirente è scomparso nel 2016, quando è stata restituita la caparra? Giustissima domanda, anche i Greci vorranno sapere quando è stata restituita la caparra, perché un conto è che lo sia stata nel 2016, un altro nel 2020 o nel 2021, magari a bocca di assedio dei Greci.
Dinanzi a questo putiferio, cosa si pensa don Ignacio? Immagina di nutrire il ventre dei giornali con una nuova notizia che consenta loro di non continuare a raccontare di Putifarre, del rudere con frate-incluso e dei resi di Putifarre (a proposito, è stato svelato il titolo della tesi di Giuseppe: “Il reso dalle Pandette alla Scuola di Bologna“). Per cui Ignacio ha convocato una conferenza stampa nella quale, sommando tutte le assunzioni che l’Ats farà nel prossimo triennio, si annuncia l’imminente assunzione di 5000 sanitari. Tutto per nascondere un rudere.
Giusto per continuare con l’ironia, e tralasciando il fatto che ci sarebbe da piangere pensando a in che mani siamo, più che don Ignacio, per fisionomia, parrebbe sergente Garcia.
Dopo il disastro causato dal fuoco nel Montiferru centinaia di posti da mettere a concorso per garantire la tutela ambientale e del patrimonio boschivo della Sardegna, oggi l’annuncio di 5000 future assunzioni in sanità a lenire il malumore dei sardi impossibilitati a curarsi in tempi ragionevoli ……ogni criticità è buona per promettere concorsi e assunzioni
Artizzu dovrebbe consigliare Solinas o chi per lui a modellare con più attenzione il prossimo intervento su case caparre, terreni, vendite, beneficianti e beneficiati ingrati da inviare alla Giudecca, perché non torna nulla …ieri mattina Alessandra Carta si è data da fare e bisognerà risponderle un altra volta.
Le dica di scrivere meno!
…meno si dice meglio è!
Solo lo stretto necessario.
….e che si tenga lontano da storie con eredi del defunto, non li doveva citare nemmeno perché qualcosa mi dice che da lì arriveranno grandi casini!
Poi dissimuli, racconti; la storia dei 5000 infermieri è un inizio.
Ma basta con le dichiarazioni, perché qui… aggiusta oggi aggiusta domani, si finirà come quello scultore, che volendo fare un Santo Giovanni Evangelista in legno da un enorme tronco di castagno, a forza di correzioni e ripensamenti scolpì invece un bel fiammifero.
Sos Sardos che la furriamus sempre a ríere fossis ca semus istracos de prànghere chentza mancu bi cumprèndhere carchi nudha, unu pagu che a sas criaduras chi a bortas si pesant a órrios cun sas lagrimas falendhe a rios e si lis faghent apenas una brullighedha che la fúrriant a risu, sempre a làgrimas falendhe.
At a èssere pro cussu chi in sardu si narat “Sos àinos de su risu”? (chentza ofesa pro sas criaduras, e mancu pro sos àinos!!!)
Bi tiat essire unu pagu de teatru, chentza mancu chircare atores artistas.
Su grave est su «teatru» puru chi tenimus.
Professore, grazie.
Ma auspico un approfondimento sulla conferenza stampa “cortina fumogena” sulle parole di attacco rivolte ai medici ed al personale sanitario. Mentre in tutta Italia si ringraziano per l’abnegazione e tutti noi abbiamo assistito a ciò che è successo prima nei reparti di emergenza e cosa succede ora nei reparti ordinari (recupero visite arretrate, gestione emergenze su un sistema disorganizzato dagli improvvisati assalti covid dei vari manager locali) dove numeri sempre più bassi di medici e infermieri (il dato serio è quello sulle pensioni… quota cento ha agito due anni fa e stiamo ancora a parlare di integrare le piante organiche… due anni!!) cercano di far fronte all’ondata, noi accusiamo. Si ACCUSIAMO i comitati di rendere poco appetibili le sedi periferiche!! I medici di essere furbacchioni e pensare solo al loro interesse preferendo Cagliari a Lanusei o Isili o Sorgono. l nemico sono loro e i comitati spontanei. Ma qualcuno si potrebbe chiedere dove vanno a finire i medici?? Magari l’emergenza è a Cagliari?? Magari tutti i presidi ospedalieri sono sotto organico e sotto dimensionati?? Guardate quanti concorsi pubblica Sassari e cosa, invece, fa l’ATS.
Fumo negli occhi.
Grazie.