Ieri i giudici della Corte d’Appello di Cagliari hanno assolto l’ex presidente del Cagliari Cellino e l’ex sindaco di Quartu Contini da ogni accusa per i lavori per lo stadio di Is Arenas. Sono passati undici anni.
Undici anni fa: quattordici giorni a Buoncammino e tre mesi agli arresti domiciliari. Non è credibile che ciò che risulta chiaro oggi, e cioè che i soldi spesi per una strada di accesso e le opere amovibili, potessero essere fraintese allora. Già allora era chiaro che la vicinanza al Parco di Molentargius e la presunta vicinanza a una sepoltura punica (rilevata trent’anni prima a più di mezzo chilometro di distanza) avevano un che di aggiuntivo e di capzioso.
Un’indagine condotta dalle Guardie Forestali sarde.
Non fu l’unica indagine rivolta contro imprenditori ‘antipatici’, cioè non apprezzati da un certo establishment cagliaritano. Cellino era uno di questi: popolare, popolano nei modi, ostentatamente ribelle, rockettaro e non sacrista bianco o rosso. C’è stata una lunga stagione nella quale il tifo si è trasferito dagli stadi alle aule dei poteri, compreso quello che amministra la giustizia. C’è stata una stagione in cui alti funzionari dello Stato sono stati trascinati in giudizio con accuse infamanti perché non allineati col salotto autocertificatosi ‘buono’ della capitale sarda, un salotto che visto da vicino fa un po’ schifo, a dirla tutta.
Ieri ne ho avuto la riprova.
Mi è capitato tra le mani l’elenco dei creditori predisposto in una procedura di concordato preventivo dal liquidatore.
Si tratta del concordato di una ex grossa azienda cagliaritana, più di tremila i creditori certificati.
Cosa balza agli occhi?
Balza agli occhi che mentre il liquidatore decurta stipendi e Tfr dovuti agli ex dipendenti della società, riconosce parcelle incredibili a avvocati, commercialisti e consulenti.
A un poveraccio cui erano dovuti oltre trentamila euro di Tfr, si propone di liquidare 15000 euro. A un avvocato singolo si riconosce una parcella di oltre 300.000 euro e a un altro di oltre 500.000 euro. Il costo dei liquidatori è stabilito in una parcella che supera il milione di euro.
Balza agli occhi che i nomi di questa compagnia di giro sono sempre gli stessi. Un fallimento a Cagliari non è una tragedia, è un affare oligarchico.
Questo è il mondo in cui viviamo. Un mondo terribile, dotato di ampi poteri, feroce, avido e ai limiti dell’assurdo.
È oramai tutto un circo di oligarchi, gente da spennare e gente da impoverire
Caro Paolo, mi rendo ormai conto anche io oramai dei poteri forti e silenziosi che governano questa nostra amata terra … ci combatto da ormai più di tre anni da quando mi hanno licenziato dal porto container di Cagliari con un licenziamento collettivo che ci ha fatto fuori come se niente fosse , e subito ci siamo resi conto che faceva tutto parte di un piano ben articolato , di un disegno fatto apposta xke il tutto andasse come un niente di fatto . Il mondo dello shiping e alla fine un mondo piccolo fatto di conoscenze internazionali , le mie conoscenze in questi anni si sono rivelate delle vecchie amicizie e i miei discorsi cercano sempre di spiegare cosa può essere successo nel nostro porto a colleghi spagnoli ,tedeschi ed anche italiani qualcosa che nn riescono a capire e che forse io nn riesco a spiegare … qualcosa di incredibile … alla fine credo che mi arrenderò anche io e aceterò un posto di lavoro fuori dalla mia amata isola .
Giudici e PM poco trasparenti come il personaggio. dall’Inghilterra è scappato, a Brescia solo casini.
È davvero un mondo infame, senza vergogna, senza nessuna morale, nessuna inibizione per i propri istinti. Vincono sempre gli stessi. Pare proprio non ‘ci sia che far il male o patirlo’.
È verissimo quanto afferma il signor Carlo Pili, i forestali dovrebbero occuparsi di boschi, de padentes e non essere il braccio armato di certi giudici, naturalmente in mezzo ai forestali ci sono tante persone oneste, competenti e meno esaltate
Salutos.
E del braccio armato dei giudici, il corpo forestale, non tutti ma anche lì sempre i soliti, OMISSIS ne vogliamo parlare? I guardaboschi, lo dice la parola stessa, dovrebbero occuparsi dei boschi e farlo bene.
Più che da commentare c’è da schifarsi, se questa è la giustizia che si propone e che dovrebbe tutelare il cittadino, stiamo freschi, prima ti sbattono in prima pagina con accuse tutte da verificare, ti arrestano,ti rovinano la quiete famigliare, il lavoro,TI ROVINANO LA VITA, poi dopo 10 anni e più vieni assolto….. chi ti rende tutto quello che ti è stato tolto?,un trafiletto sull’ultima pagina dello stesso giornale?noooo, trovo schifoso questo modus operandi, chi sbaglia e giusto che paghi, mentre sappiamo bene, che, se è l’accusa a sbagliare di solito fà carriera, questa è una delle tante storture che mi fà vergognare di essere Italiano, dove sopratutto nessuna, dico nessuna forza politica faccia qualcosa per spezzare tale metodo, fà comodo così, certa casta non và mai i in galera, loro si salvano sempre in nome del popolo Italiano, ma non il mio!
Tagliare le somme lavorate dai dipendenti in tanti anni di sacrifici e di duro lavoro è evidentemente più semplice, molti di loro, come sempre accade in questi casi, vengono lasciati senza una lira e non hanno neanche la possibilità di pagare 1.000 euro per un avvocato che li difenda per essere tutelati in queste procedure, a differenza di quanto accade per i professionisti nominati, come consulenti, all’interno di concordati e fallimenti che invece vengono ben remunerati. Troppe sperequazioni. Renderei tutto pubblico e accessibile in modo semplice ai comuni cittadini e ai lavoratori diretti interessati, senza vincoli o iter complicati, cosi da spiegare ancora meglio e nel dettaglio come si arrivi a simili importi, i motivi e i criteri di ogni singolo euro liquidato, magari attraverso pagine appositamente dedicate dai quotidiani locali.
Antonello, la natura prededucibile del credito non determina il suo importo e semmai c’è da chiedersi quali curatori carichino di questi costi la procedura e perché.
Aveva ragione Cossiga:il problema della Sardegna sono i sardi, invidiosi e chiusi
Caro Paolo, penso che le ripartizioni dei fallimenti siano fatte in questa forma perché la Legge obbliga. I compensi dei professionisti e consulenti devono essere posti in pre-deduzione. Quindi, più che al giudice bisognerebbe rivolgersi al legislatore. Su Is Arenas… po caridadi. Una vergogna. Penso soprattutto al povero sindaco Contini, rovinato in tutti in sensi, messo alla berlina davanti a Buoncammino, non dentro, in catene dopo aver chiamato i giornalisti. Distrutto nella salute e negli equilibri familiari e vitali. Così gli altri.