di Paolo Maninchedda
Prima abbiamo visto la magistratura penale inquisire un assessore regionale per aver tenuto aperta la mineraria Silius.
Adesso abbiamo la Corte dei Conti che mette sotto inchiesta parte della Giunta Soru per danno erariale per il salvataggio dell’Hydrocontrol, società partecipata dalla Regione di cui venne assorbito il personale in Regione e sanati i debiti.
Ho già scritto che più del 70% del problema burocratico italiano nasce dalle follie del sistema giudiziario italiano. Non si può pensare che con una magistratura con queste abitudini si possa trovare un solo funzionario che non si cauteli in tutto e per tutto complicando la vita ai cittadini. E non si dica che il problema sta nel fare buone leggi, perché è certamente così. Ma la stessa legge applicata in contesti diversi dà risultati diversi perché il giudice non è una macchina, è un uomo con la sua cultura, la sua educazione, le sue abitudini. La stessa cosa vista da un giudice miope è diversa se guardata da un giudice presbite. Non esistono magistrati che vedono bene, anzi, quelli che pensano di vedere benissimo sono i più pericolosi perché sono dogmatici.
Ma adesso abbiamo anche un’altra certezza: da ora in poi per le vertenze sindacali occorrerà convocare anche la Corte dei Conti e farle sottoscrivere i verbali.
Questa è l’Italia. Da domani per l’Alcoa, per l’Igea, per Ottana, per Porto Torres, convocherei provocatoriamente: il presidente della Corte dei Conti, il comandante della Guardia di Finanza, il sostituto procuratore della Repubblica e, se i Carabinieri lo permetteranno, anche la Polizia Giudiziaria.
Comments on “Da domani le trattative sindacali le fa la Corte dei Conti”
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Verissimo. E paradossalmente ne è consapevole la stessa corte dei conti le cui diverse sezioni territoriali nel 2013 hanno dovuto parificare per la prima volta i rendiconti delle regioni a statuto ordinario. Ebbene, nonostante fossero chiamati a verificare il rispetto di regole comuni, in taluni casi i magistrati contabili di fronte alle stesse problematiche sono giunti a conclusioni opposte e hanno adottato provvedimenti differenti e contradditori tra loro, generando perplessità e alimentando la confusione. La sezione centrale automie della corte dei conti ha ritenuto di dover intervenire per trovare il modo di coordinare il sistema al fine di cercare di minimizzare il rischio che, nel futuro, di fronte a fattispecie uguali vengano assunte decisioni diverse. Altro che certezza del diritto!
La colpa di tutto consiste nel fatto che la meritocrazia è considerata un optional
Uno dei problemi dell’Italia è sicuramente il sistema giudiziario. Lo è nei termini in cui i magistrati non compiono il proprio dovere, vale a dire quello di valutare, a volte stigmatizzandoli, i comportamenti degli individui alla luce della Legge. Il “buon magistrato” è colui che ogni giorno applica la Legge, cui è sottoposto prima di tutti gli altri, con il maggior sforzo possibile di rendere “concreto e razionale” ciò che spesso non lo è: da decenni, infatti, il Legislatore è schizofrenico e legifera sulla scorta della cosiddetta “emergenza” per poter garantire privilegi e denari “agli amici del potere”! Non sempre il magistrato troppo zelante è un “buon magistrato”, tuttavia è di gran lunga migliore di quello che non lo è, di quello che volta la faccia di fronte a chi sperpera il denaro pubblico (impoverendo i cittadini), a chi, in nome dell’impresa e dei posti di lavoro, sacrifica la salute o altri diritti fondamentali della persona. Insomma, la Magistratura ha sicuramente necessità di un cambiamento e di una “profonda pulizia”, ma non rappresenta la causa dell’inefficienza della classe politica o amministrativa! I problemi sono altri e forse più gravi, purtroppo…