di Paolo Maninchedda
Non mi vergogno di passare una fase in cui non ho molta voglia di parlare.
Mi piace il silenzio.
Sto leggendo la nuova edizione del Condaghe di San Pietro di Silki.
Passo la giornata a studiare.
Sento un distacco forse preoccupante da tutto il vociare del mondo.
Me ne frego di insulti di vario genere, anche di quelli che non capiscono l’italiano e prendono fischi per fiaschi sentendosi colpiti da ciò che non li riguarda.
Guardo con compassione l’emergere di nuovi personaggi e di nuove ambizioni.
Mi sento lontano.
C’è chi dirà: “E chi se ne frega”. E ha ragione di dirlo. Ma ho la sensazione di essere in compagnia di tanti. Ho l’impressione che in tanti stiamo cercando più profondità che presenza.
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Io invece sto leggendo il libro “Gli intrepidi Sardi della brigata Sassari”, del grande Generale Leonardo Motzo.
Poveri uomini.
La Sardegna, fra le due guerre mondiali, ha perso migliaia di uomini validi, braccia e menti utili per creare infrastrutture, allevamento e agricoltura.
La nostra terra ha pagato un contributo altissimo per poi venire definita “terra di banditi” dai razzisti italiani.
E ne stanno arrivando sempre di più perchè “in Sardwegna si sta bene”.
Frammenti di silenzio
Franciscu Sedda
“Se lo nomini, svanisce. Cos’è?”
http://www.ec-aiss.it/monografici/15_16_senso_soggettivita/15_16_senso_soggettivita_lab2.pdf