Il Sole 24 Ore evidenzia oggi l’idea del Governo Renzi (tutta da studiare nel dettaglio e poi eventualmente da applicare) di “dare una scossa ai consumi interni” agevolando i lavoratori dipendenti. Otto su dieci “potrebbero” vedersi aumentare le detrazioni sull’Irpef, l’imposta sul reddito, ottenendo un vantaggio medio di 470-500 euro netti all’anno.
Come più volte sottolineato su Sardegna e Libertà è ancora tutto da capire se lo Stato italiano si possa permettere di rinunciare immediatamente ad un gettito di circa 8 miliardi di euro per favorire una ripresa economica dagli effetti non certo immediati.
D’altro canto peggio di così non si può andare. I consumi nazionali (dati Istat) sono crollati ai livelli del 1990. Nel 2013 la crisi ha portato pure ad un -2,4% nella vendita dei farmaci e a un -1,1% dei generi alimentari (per chiari motivi a reggere nel mercato sono solo i discount).
E la Sardegna?
Immersa nel guano, arriva il non insolito contentino di essere la “formichina” d’Italia secondo uno studio di Unicredit e Pioneer Investments riportato dai quotidiani isolani. In pratica, poco si ha e di quel poco si risparmia tanto (non si sa mai che arrivino tempi peggiori di questo) con investimenti a basso rischio rinunciando a remunerazioni elevate perché l’unico obiettivo è quello di difendere il piccolo tesoretto di casa.
Essere formica può andare bene se non ti schiacciano e se non c’è un formichiere nei dintorni.
Ma ogni tanto anche le formiche potrebbero voler fare shopping. (MM)