di Paolo Maninchedda
Oggi il Sole 24 Ore titola in prima pagina: “Giovani e donne: nasce il Renzi 1”. Già il numeretto la dice lunga; suggerisce infatti che, secondo il giornale degli industriali italiani questo è solo il ‘primo’ governo Renzi.
Altro titolo, esplicitamente critico: “Da De Gasperi a Beautiful: la speranza di essere clamorosamente smentiti”. Poi si legge e si capisce che, secondo il quotidiano economico il governo Renzi soddisfa più le esigenze estetiche dello showbiz che non le reali esigenze del Paese. Ovviamente il giornale spera di essere smentito dai fatti.
Perché il Sole 24 ore ha questa paura? Perché vede il governo legato più al premier – e alle sue esigenze di immagine – che al Paese. In sostanza, non lo vede all’altezza delle tre funzioni principali di un governo: tenere unito un Paese risolvendone i problemi, guidare il Parlamento e rappresentare la classe dirigente del Paese.
Io diffido dei governi italiani.
Non hanno mai rispettato i tre requisiti minimi per essere buoni uomini di governo:
1) essere (cioè essere persone mature, stabili, vagliate dai problemi, dai dolori, dalle sconfitte, dalle esperienze);
2) sapere (cioè avere competenze culturali adeguate);
3) saper fare (cioè saper declinare quelle competenze nel contesto dato, nel conflitto degli interessi , nel sistema delle relazioni e dei poteri il cui equilibrio è la radice delle democrazie occidentali).
Viceversa, i governi italiani hanno sempre seguito altre tre regole:
1) essere amico di (cioè entrare in una cerchia di relazioni ristrette che ti favoriscano nel conquistare ruoli che diversamente non ti sarebbero mai arrivati);
2) saper rappresentare (cioè saper vendere bene quello che si sa in modo da farlo apparire più di quello che è);
3) saper mascherare (cioè nascondere la propria incapacità dietro qualche alibi – i partiti, la burocrazia, i batteri e i virus, le donne, i cavalier, l’arme e gli amori ….).
L’Italia è riformabile? Non lo so. Mi pare affetta da populismo e da elitismo. Da una parte incoraggia la spinta a seguire ogni pulsione (stipendi per tutti, tutti ladri e tutti santi, titoli di studio facili, lo Stato che bada a tutto ecc. ecc.); dall’altra pensa che si posssa cambiare lo Stato rivendicando il governo dei migliori (ovviamente se stessi) che però aborrono gli esami del popolo (che però comanda) che pretendono però di essere scrutinati e promossi solo dai loro pari (secondo lo schema delle oligarchie ateniesi che non riuscivano mai a includere l’opposizione nello Stato e quindi la esiliavano) che tendenzialmente rappresentano solo se stessi e non il popolo.
Non lo so. Non lo so se l’Italia è riformabile. Non lo so proprio.