di Paolo Maninchedda
Le cugurre sono di vari tipi: cugurra semplice, cugurra a coa frucinada, cugurra a centu peis ecc. Comunque, cugurre sono, nel senso non dei piccoli insetti quali sono in realtà, ma nel senso traslato di ‘uccelli del malaugurio’, di pindacci.
Si sta scoprendo che il Partito dei Sardi sta candidando persone nuove, autentiche, ma non sconosciute.
Si sta scoprendo che abbiamo costruito liste di radicamento morale: stiamo candidando più i buoni, quelli che fanno qualcosa per gli altri e che ci sono tutti i giorni (e non solo alle elezioni), che gli ambiziosi sgomitanti.
Stiamo candidando donne per eleggerle non per concludere le liste.
Non stiamo usando nessuno. Nessun portatore d’acqua per nessun fuoriclasse delle preferenze: tutto equilibrato, nessuna strumentalità.
Si sta capendo il mio ruolo: per essere leader di un movimento non è obbligatorio essere egoisti e stronzi. Si può essere generosi e mettere in campo la propria credibilità personale per la riuscita di un progetto. Io ho in testa di fare lo Stato sardo. Io ho in testa il prossimo governo della Regione come una tappa faticosa, durissima e decisiva per il futuro della Sardegna. Queste elezioni sono una tappa.
Noi siamo diversi da tutti, ma non ci isoliamo. Discutiamo, ci alleiamo, pretendiamo pulizia, onestà e competenza, ma in testa abbiamo il destino delle persone e un pensiero chiaro di una certa organizzazione delle istituzioni per rendere il futuro della gente migliore e più felice.
Noi sappiamo di dovere faticare e lavorare molto. I prossimi anni saranno molto complicati.
Detto questo, il fatto di essere coerenti, puliti, organizzati e determinati, sta dando i suoi frutti.
Il Partito dei Sardi esiste nei sondaggi, ha percentuali importanti, e questo senza soldi, avendo contro entrambi i giornali sardi e lavorando solo con reti culturali, amicali e di solidarietà. Il Partito dei sardi sta diventando, come ci eravamo ripromessi di fare, un partito plurale, con tanti soggetti diversi al suo interno, distinti nell’organizzazione ma uniti da un progetto comune.
Per unirsi non bisogna essere uguali: bisogna condividere uno scopo e restare diversi.
A questo punto, mentre si comincia a vedere parte del lavoro fatto, escono da sottoterra le cugurrre.
La cugurra è sempre interessata.
La cugurra punta sulla paura dei candidati e dice loro che noi siamo un luogo in cui non è opportuno candidarsi perché, invece, il luogo giusto è quello dei padroni delle cugurre: alcune altre liste. Così ieri, mentre impotente subivo per quattro ore le inefficienze dello Stato italiano nei corridoi della Corte d’appello di Cagliari, ricevevo resoconti strani di telefonate, cugurranti e cugurrate, ai nostri candidati. Tutto per smontare una bella compagnia di belle persone. Nessuno ha abboccato a questa strategia della paura.
Teniamo duro, andiamo avanti.
Il bene, la cultura, la determinazione e l’onestà, contagiano.
E i sondaggi lo confermano.
Il nostro gruppo in Consiglio regionale sarà numeroso. Noi non abbiamo bisogno che leader di altri partiti ci rafforzino le liste, perché abbiamo fatto le liste per competere contro l’offerta politica tradizionale. Noi vogliamo portare in Consiglio persone di valore che la politica sarda non immagina né che esistano né che sappiano fare meglio di chi si rappresenta invece come indispensabile. Infatti, le cugurre sono state liquidate con una risata.
Comments on “Liste e cugurre”
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Alla lunga, l’onestà delle persone pulite, con le loro capacità l’avranno vinta, su chi per decenni, ha volgarmente rubato seduti negli scranni regionali.Coraggio, con la guida dell’on Maninchedda si possono raggiungere importanti risultati.FORZA E CORAGGIO.
Avanti tutta Paole’!
Coraggio e buon lavoro a tutti…
Siamo in tanti a sostenervi. Andate avanti senza timore
Pulizia, onestà, competenza, bene, cultura e determinazione… ben venga il contagio e saluti alle cugurre!