“Un ragazzo si è spaccato cadendo dal ciliegio, un’auto ha sbattuto contro un melo, un vecchio si è impiccato all’albero di pero. C***o e poi dicono che la frutta fa bene!” Questa “poesia da ridere” di Flavio Oreglio non sembra però in sintonia con le conclusioni emerse da due importanti studi recentemente pubblicati su due diffusissimi giornali scientifici, il New England Journal of Medicine (NEJM 2013;369:2001-11) e BMC Medicine (BMC Medicine 2013; 11:164) riguardanti il consumo di frutta secca.
Questi studi osservazionali, della durata di oltre 30 anni, hanno dimostrato che il consumo di frutta secca (noci, noccioline, mandorle, ecc), se assunta con regolarità, ha una funzione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari, respiratorie e tumorali. La loro azione verrebbe ulteriormente potenziata se il consumo avvenisse nell’ambito di una dieta mediterranea, coadiuvata da una attività fisica regolare.
Gli studi hanno dimostrato un’associazione inversa, dose dipendente, tra il consumo di noci & C. e la mortalità complessiva. Nella coorte di pazienti che consumava regolarmente noci (da tre a sette o più volte la settimana) si è registrata una mortalità inferiore del 20% rispetto a coloro che non ne facevano uso, o quanto meno un uso regolare. L’effetto protettivo maggiore si è registrato nel gruppo di pazienti che consumavano da 4 a 12 g di frutta secca al giorno.
Le proprietà nutrienti e protettive delle noci non sono comunque una scoperta di questi due studi, ma sono note da millenni. Esse sono rappresentate da un alto contenuto in acidi grassi non saturati, proteine di elevata qualità, fibre, potassio, calcio, magnesio, vitamine con carotenoidi e flavonoidi. Queste sostanze conferiscono proprietà cardioprotettive, anticarcinogenetiche, antiinfiammatorie e antiossidanti (particolarmente implicate nell’invecchiamento dei tessuti). Svolgerebbero inoltre una attività anche nelle condizioni intermedie come l’iperglicemia, la resistenza insulinica tipica del diabete di II tipo, la salute dell’endotelio dei vasi, l’ipercolesterolemia. Nessuno studio prima aveva però con tale autorevolezza indagato queste proprietà in termini di effettiva riduzione della mortalità.
Infatti, nonostante gli Autori mettano in guardia riguardo possibili fattori confondenti o imprecisioni nello studio, entrambi fattori legati ad una mancata osservanza del regime dietetico o dell’ attività fisica, i risultati sembrano solidi, soprattutto nello studio che ha indagato il consumo delle noci nell’ambito della dieta mediterranea. Dallo studio europeo emerge come nel complesso le popolazioni del sud Europa facciano più largo consumo di frutta secca (0.4 g/die al nord contro 1.7 g/die al sud), che è parte integrante della loro dieta, registrando comunque nel complesso un consumo ancora al di sotto di quella soglia (4 g/die) che sembrerebbe svolgere una più efficace azione protettiva. Rimane comunque ancora da chiarire per una adeguata protezione, quale sia la quantità minima di frutta secca da consumare quotidianamente, l’apporto di ogni singolo componente, la durata del consumo e soprattutto quale sia il tipo migliore di frutta secca da consumare (e per un più sano realismo… anche i costi di questo regime dietetico!).
L’unica nota di allarme riguarda l’importante apporto calorico che esiterebbe in un graduale aumento di peso. Questo dato non è però stato confermato dal gruppo di partecipanti nella coorte che ha consumato con regolarità frutta secca. Essi hanno riportato invece una diminuzione del peso corporeo, probabilmente legato allo svolgimento di una attività fisica regolare.
Il consiglio è quindi quello di inserire stabilmente la frutta secca nella nostra dieta. Basterebbero tre noci al giorno per levare il medico di torno… almeno per un discreto periodo di tempo! In questo particolare periodo dell’anno dove il consumo di frutta secca registra solitamente un’impennata per poi precipitare, ci sembra importante far passare questo messaggio in modo che il consumo prosegua con una certa regolarità per tutto il resto dell’anno.
Occorre quindi d’ora in poi stare attenti alla frase: “ non sono mica noccioline….”. Il cuore e il resto dell’organismo non la prenderebbero bene!