Tratto da un soggetto di Maurizio Costanzo (anche co-sceneggiatore) esce nelle sale Voce del verbo amore. Diretto da Andrea Manni, buon esordio con il fuggiasco, il film è una commedia sentimentale non riuscita.
È la storia di una coppia, lui (Giorgio Pasotti) architetto, lei (Stefania Rocca) è un’arredatrice di terrazze e giardini. I titoli di testa ci mostrano l’innamoramento tra i due, la proposta di matrimonio al Pincio, arrivano due figli e subito dopo si separano. Perché si lasciano?. Litigano spesso, lui pensa alla carriera, lei non lo capisce, non c’è più la passione.
Lui troverà un’altra, una italo-danese che mai e poi vorrà una storia esclusiva, non sarà così, lei non trova nessuno ma è profondamente gelosa e sogna di tornare con l’ex marito. Ci fermiamo qui, diciamo solo che il film è maschilista e banale, i dialoghi in alcuni momenti rasentano il ridicolo, abbondano i luoghi comuni: i soliti trentacinquenni senza problemi economici, il genitore che si sente ancora un bambino. Sullo stesso piano la recitazione della coppia Pasotti-Rocca, l’unica che si salva è Cecilia Dazzi, interpreta l’amica sfigata, anche lei separata, ma che alla fine troverà l’amore.
Peccato perché, come dicevamo all’inizio, l’esordio di Andrea Manni con il fuggiasco era stato convincente. Probabilmente la vicinanza di Costanzo, già deludente qualche anno fa con la sceneggiatura del film “Per sempre”, non porta bene. Nonostante questo il film, uscito la settimana scorsa, ha avuto un discreto successo di pubblico.
Regia di Andrea Manni, con Stefania Rocca, Giorgio Pasotti, Cecilia Dazzi.
di Mario Cadoni