Nel fine settimana scorso, la Giunta regionale ha incassato la durissima reprimenda del leader della Cgil sarda Fausto Durante. L’argomento (la sanità), il contenuto (non servirebbe, secondo il leader sindacale, alcuna grande riforma sanitaria) e i tempi di questa veemente presa di posizione sono stati ampiamente commentati dagli organi di stampa, per cui ce ne sentiamo esentati (a parte dover dire che l’idea che in sanità non serva una grande riforma è sbagliata ed è indotta da un’idea giusta, ma limitata alla sola città di Cagliari, e cioè che debbono finire i pasticci intorno al Brotzu, al Businco e al Microcitemico).
Ciò che qui importa è notare che la Cgil, dopo aver detto che ad un anno dall’insediamento della Giunta Todde la situazione sanitaria sarda, andando bene è uguale, ma più realisticamente, è peggiorata rispetto a quella lasciata da Solinas, non ha fatto la doverosissima autocritica che era lecito attendersi per aver sostenuto la Todde in campagna elettorale.
Si può affermare che non era possibile prevedere che la Todde non sarebbe stata all’altezza dei problemi della Sardegna?
No, non lo si può dire; l’inadeguatezza era resa evidente dalla superficialità degli enunciati, dalla sostituzione della visione con l’ambizione personale, dall’evidenza della natura populistico-grillina dell’approccio ai problemi, dalle scelte di staff già evidenti durante la campagna elettorale, dai legami strutturali costruiti durante il mandato come viceministro, tutti in competizione con gli interessi generali della Sardegna.
La verità è che la Cgil ha votato la Todde perché non poteva votare Truzzu, come hanno fatto in tanti.
Qui sta il punto: non si può accettare passivamente la logica del bipolarismo e le sue furbizie e poi permettersi il lusso dell’opposizione.
Occorrerebbe almeno cominciare a dire che il sistema maggioritario bipolare, in Sardegna come in Italia, sta favorendo l’emersione di un ceto di politici inadeguati, prodotto tanto esatto, quanto grezzo, della dilagante ignoranza; un ceto che quando giunge alle funzioni di governo, rivela la propria totale assenza di visione, mostra senza sforzo l’incapacità di governare la complessità e quindi rapidamente si chiude, come ha fatto la Todde, nell’autoritarismo, nel familismo politico di tipo sudamericano (tipico di chi, per non ammettere la propria incompetenza, si fraintende come asserragliato dai nemici), nel vittimismo (perché ammeschinarsi, in Sardegna, è sempre redditizio).
Invece no. I dirigenti del Pd, e con loro i sindacalisti di matrice ex comunista, difendono la loro scelta come l’unica ‘realistica’, continuando, come fanno da più di un secolo, a fraintendere il cinismo col realismo.
I fatti stanno mostrando come sia stato un errore fatale seguire le semplificazioni poco intelligenti di Segni verso un sistema elettorale leaderistico e maggioritario dai Comuni fino al Presidente del Consiglio.
La globalizzazione, già da sé, semplifica e appiattisce tutto e tutti, portando a dare peso politico solo a ciò che conquista adeguate dimensioni e il numero, come è noto, richiede superficialità e generalizzazioni (i Beatles lo sapevano benissimo).
Il popolo, ormai, è tornato ad essere quello che è sempre stato (Cesare ne fu consapevole prima di ogni altro), un luogo che cerca più svaghi che impegni. Il maggioritario è il sistema più aderente all’estetica e all’etica dei brand. Non vi è spazio, in questo sistema, per differenze culturali significative e profonde, per richieste di giustizia, per percorsi di promozione umana, cose impopolari ma essenziali per governare meglio il mondo. Una Sinistra italiana, schierata col maggioritario toto corde, può esistere solo dopo aver venduto Gramsci alla Coca Cola. E infatti la Schlein è un perfetto fenomeno del brand gender.
In Sardegna bisogna cominciare a pensare al dopo Todde, oltre una logica bipolare, ma dentro una logica sardista, laico-federalista, sfacciatamente trasversale, grande nei numeri e selettiva nei leader, nei metodi e negli obiettivi. Riuscirà la Cgil ad entrare in sfide di questa dimensione? Vedremo.
Una parola per il comunicato della Conferenza Episcopale Sarda sul processo in corso a Sassari a carico del vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis, derivato dal caso Becciu.
Io mi sarei vergognato profondamente di tanta pochezza.
Una Conferenza episcopale che «apprende in questi giorni» (Ma dove vivete, sulla luna? Ma di cosa parlate tra di voi?) di un processo voluto, organizzato, preteso dal Vaticano, commissionato alla Repubblica italiana dal Vaticano, a carico di un vescovo sardo che ha l’unica colpa di aver difeso la verità? Vergognatevi, vescovi, della paura tremebonda che avete del Papa e delle sue ire, vergognatevi.
Nei prossimi giorni vi racconterò io il processo-farsa in corso a Sassari, quello che è stato teatro di un durissimo scontro, dinanzi al Gup, tra difesa e accusa, e di cui la stampa sarda non ha detto una parola. Vergognatevi. Voi non potrete mai suscitare coraggio, solo applausi e acquiescenza. Siete comode e prevedibili camomille sociali con la tiara.
Gentile Professore,
le segnalo che il link su “la durissima reprimenda del leader della Cgil sarda Fausto Durante”, in realtà porta (anch’esso) a quello del comunicato della Conferenza Episcopale Sarda.
Attendo peraltro con curiosità il suo intervento sul processo-farsa, ma la avviso: nulla potrà mai superare per nefandezza giuridica quello che ha subito Angelo Becciu. E non parlo delle udienze del processone burletta (con i rescriptum che cambiano le regole a processo in corso). Nossignore: parlo del processo-condanna che ha subito senza manco sapere di essere neppure indagato, ad opera del monarca, una certa giornata di settembre di qualche anno fa.
Cose Tristi. Soprattutto se paragonate alla “benevolenza” con la quale sono stati trattati ignobili rei confessi o spudoratamente conclamati colpevoli, riconosciuti tali da legittimi e legali organismi giudicanti.
Cordiali Saluti
E quando la Cgil parla con questi toni contro uno della loro parte politica, quello della loro parte politica é una persona morta!!! 🥶😓😰😢
Effettivamente il comunicato della C.E.S. è di una pochezza che ne testimonia l’ inutilità, sembra sia stato fatto con una pistola puntata alla tempia.
Sono comunque molto curioso di leggere le Sue rivelazioni anche perché la stampa sarda, di cui lamenta la mancanza di cronaca delle udienze G.U.P. , ogni volta che ho avuto modo di leggere qualcosa, non ha mai criticato, accusandoli di persecuzione, gli organi giudiziari del Vaticano prima e italiani poi. Ha sempre proclamato come dogma l’innocenza dei vari attori SARDI coinvolti nella vicenda (l’Unione quantomeno). Innocenza della quale non sono per niente convinto anche perché non mi sentirò sminuito come sardo per un’ eventuale condanna di un Cardinale sardo. Ma, ci tengo a ribadirlo, della vicenda non conosco le carte e, con coerenza, se non giudico colpevole Becciu e quelle strane frequentazioni, non giudico neppure colpevoli gli organi giudiziari che hanno indagato ed esercitato l’azione penale nei suoi confronti. Non è detta l’ ultima parola: se la giustizia vaticana può avere avuto gioco facile nel trovare un capro espiatorio per insani giochi di potere e regolamenti di conti, confido non altrettanto agevole che qualcosa di simile possa avvenire con la giustizia italiana (e con questa ultima affermazione mi rendo ben conto di avere messo su un vassoio d’argento una valanga di derisioni al mio indirizzo).
Negli ultimi anni , la CGIL nazionale pare interessarsi più del destino politico del suo segretario nazionale, che degli interessi dei propri iscritti . Il sostegno politico al campo largo della Todde,non è altro che la conseguenza delle spericolate incursioni di Landini nel campo politico ,spesso dimenticandosi degli interessi reali del mondo lavorativo ,per utilizzare massicciamente le armi sindacali per sistenere la segreteria PD e demolire o scalfire programma e gestione del governo a trazione Meloniana . Lo svegliarino attuale della segreteria regionale in apparente contrasto con le politiche della Todde ,appaiono quanto meno tardive e come giustamente rileva lei,prof., quanto meno ambigue . Se realmente ,la CGIL sarda avesse maturato disaccordo dulla gestione della Todde ,avrebbe potuto e dovuto sostenere ,non solo con parole,la kegge Pratobello 2024 ed avrebbe messo a disposizione del movimento spontaneo sia l’organizzazione che i nezzi e persino la mobilitazione dei lavoratori . Ciò,mi pare non sia successo !!!! Le attuali distanze proclamate, paiono più frutto delusivo di rivendicazioni non appagate , nella spartizione dei posti .Comunque ,non tutto è perduto : se la CGIL sarda è davvero distante dalla politica Toddiana ,batta un colpo e,seppur tardivamente,offra a tutti i sardi la propria organizzazione ed il proprio sostegno ,oapprofittando anche della decadenza ; per ridare fiato alla vera e multiforme sardita’ ,basta con le parole , è ora di muoversi , è ora dei fatti se vogliamo costruire una regione moderna che ,all’onire del mondo,non rimpianga momenti di coesione ormai dimenticati .
Di don Abbondio è piena la Chiesa, purtroppo.
Complimenti a Paolo Maninchedda, che ha detto quello che tanti pensano senza dirlo e che ha difeso la verità e la giustizia come un odierno padre Cristoforo!
Per chi volesse rimanere aggiornato: https://andreapaganini.ch/CASO_BECCIU.html
Sciò
Però
Decaduta!
Sciò
Via
Non ti reggono più la candela, il tempo è scaduto. Avanti con il prossimo rumore dello stesso CD per un ghetto elettorale sempre più piccolo ; ma tanto.. la Bastiglia Cagliari è più viva che mai!
In questa settimana dove san Valentino e i Patti Lateranensi la facevano da padrona , soppiantati entrambi da un santo canterino della riviera ligure, vediamo che entrambi cercano di risorgere. Provo a descrivere: l’ “oggi + di ieri e – di domani” che da sempre unisce gli innamorati d’acciaio CGIL e ex PCI, ora PD, non si va sciogliendo quale neve al sole, come qualche osservatore potrebbe pensare, ma è un apparente dissenso per far intendere alla grezza nostra signora dal voto disgiunto e al popolo che le volontà dell’attuale campo sinistro divergono da quelle pentastellari e che è necessario fare le cose come non gli ex falce-martello chiedono , ma come gli ex Psi.- Dc ( da cui la sigla PD?) vogliono si faccia e cioè: prima la finanziaria, poi il resto o, forse, l’ arresto, inteso come stop, della attuale assemblea regionale!! Da qui la necessità di distinguere i ruoli per evitare che la rovinosa caduta della ” leonessa” possa coinvolgere anche quelli che fino ad oggi si sono dimostrati essere gli asserviti ! Pertanto, more solito, i sindacati a fare da apristrada per essere pronti ad una nuova tornata elettorale!
Che dire poi dei rapporti tra stato e chiesa? Vanno a braccetto da un secolo, Come poter divergere nel caso di un prelato del monte Acuto e dei suoi conterranei ? Attendo i retroscena da Lei preannunciati imminenti, ma mi sa tanto di marmellata d’ oltretevere condita .con .pecorino-romano! Una schifezza, insomma!!
Egregio, la Sua avversione per il bipolarismo è nota e non infondata. Tuttavia se è vero che il sistema maggioritario agevola il fenomeno è anche vero che, sia a livello nazionale che regionale sardo, abbiamo assistito a formule di governo a dir poco paludose. Ricordo bene il minestrone dei governi proporzionalmente eletti che duravano da Natale a S.Stefano e solo per sbarrare la strada al PCI. Similmente ricordo una sequela di governi regionali sbiaditi (Selis, Floris, Masala, Palomba per citarne alcuni) tenuti insieme con lo sputo. La realtà è che è il Paese che è idelogicamente diviso in due, non avendo mai fatto i conti con la propria storia in modo intellettualmente onesto. A livello nazionale la rappresentazione è plastica con le continue rievocazioni di un nuovo fascismo e con un negazionismo rosso che porta alle bestialità di ieri a Basovizza. A livello regionale è plastica la inadeguatezza non solo della Todde e dei suoi sostenitori ed alleati ma financo di una opposizione che sa di vino annacquato. Lei spera in una rinascita del sardismo azionista ma sulle gambe di quali esponenti politici camminerebbe oggi? Saluti.
La CGIL e il suo segretario regionale sono stati protagonisti di una clamorosa apertura di credito nei confronti della candidata del campo largo durante la campagna elettorale e nei primi mesi di questa sciagurata consiliatura regionale. L’insipienza degli assessori, l’arroganza della comandante in capo, la trasandatezza della maggioranza consiliare li ha fatti rinsavire? Buongiorno! E ben tornati in questa valle di lacrime. Restano insoluti e mai ancora affrontati seriamente i problemi della sanità, del lavoro, dell’energia, dell’acqua, dei trasporti. Il sindacato in Sardegna è il protagonista principale della politicizzazione senza politica, fenomeno deleterio che Anton Jager, storico della politica dell’università di Oxford, ben analizza nel suo saggio “Iperpolitica”. Ne consiglio la lettura.
Volete un consiglio sincero: fatevi una assicurazione sulla salute e andate a farvi curare al Nord Italia, dove vi scegliete dove andare e soprattutto dove vi curano subito e bene
Io , infatti, non ho votato ne per la Todde né per Truzzu, e confermo quanto scritto dall’on. Maninchedda, ovvero che la sanità in Sardegna è sempre peggio stando alle informazioni, neutrali politicamente, che mi arrivano da colleghi medici e infermieri, nonché da pazienti che sono costretti a andare a Milano per un intervento, abbastanza semplice ma urgente solo perché non c’è un presidio sanitario che arrivava dall’Ucraina ( il paziente è reale e sta affrontando il viaggio). Per non parlare della situazione del Businco ( prof. Businco si starà rivoltando nella tomba ), che era nato grazie al prof. Tarquini, per essere il Presidio Oncologico di riferimento Regionale ( in Sardegna non c’è ne sono altri 😂 ), e del Microcitemico ( prof. Cao si starà rivoltando anche lui), che hanno trovato nell’accorpamento al Brotzu la loro fine. Credo che non ci sia una visione strategica e si vada per tentativi indecenti di cambiamento tanto per cambiare. Che disastro
La CGIL, come tutti i grandi elettori della cosiddetta “sinistra”, convogliano i loro voti per una pluralità di ragioni che niente hanno a che fare con un’analisi critica, oggettiva e pragmatica delle capacità di governo della res publica e della risoluzione dei problemi della società.
Lo fanno per abitudine, per pigrizia mentale, ma soprattutto per tornaconto, per avere prebende sotto forma di posti di sottogoverno o sistemazioni ad amici e parenti.
Tutto il resto è fuffa.
L’onestà di riconoscere i propri errori da endorsement sbagliati ed essere propositivi nella risoluzione dei problemi,
Intanto la lista dei Paesi senza medico di base è in crescita.
Che fine hanno fatto i medici Cubani dell’accordo 2023? Coprirebbero 180.000 Sardi.
Egr. professore, a mio avviso la CGIL non ha mai avuto una grande facoltà di valutazione sia in politica sia in scelte, in quanto ha sempre votato e fatto proteste in base alla scena politica senza valutare le varie problematiche dei lavoratori (ricordiamo che i sindacati dovrebbero difenderli). Ne abbiamo avuto esempi, uno in particolare quanto non hanno fatto minima battaglia quando la sinistra ha soppresso l’articolo 18, basti solo pensare ciò che hanno fatto i lavoratori al fine di avere quel diritto.
E’ anche vero come dice Lei, che abbiamo una legge elettorale poco obbiettiva, che ha fatto del bipolarismo due posizione estreme molto spesso accondiscenti tra loro, creando aggregazioni tra diversi partiti con ideali opposti (basti pensare al Campo Largo) e la giunta regionale ne è la sacrosanta realtà.
Per quanto concerne i vescovi preferisco non esprimermi, ma non per paura, rischierei di sembrare poco cattolico, ma penso solo che sarebbe ora di scardinare un ceto religioso che si nasconde tra mille privilegi pensando di essere intoccabile sotto tutti i fronti.