Ieri La Nuova Sardegna ha ospitato questo articolo di Claudio Zoccheddu, dedicato allo stanziamento, deciso dal Consiglio Regionale dentro i 22 milioni distribuiti a pioggia a amici e conoscenti dei consiglieri regionali, di 175mila euro al Centro Studi Lussu, un’associazione culturale che, dopo lo stanziamento del Consiglio regionale, e non prima, ha presentato all’Assessorato alla Cultura, e poi realizzato, un programma di attività.
Chi ha contestato la procedura e lo stanziamento? Le due associazioni che da decenni, non da ora, si occupano dell’opera e della figura di Emilio Lussu: Casa Lussu e, soprattutto, L’Istituto Emilio e Joyce Lussu fondato, diretto, finanziato con proprie risorse e animato dal prof. Gian Giacomo Ortu.
Cosa obiettano le due associazioni? Ciò che hanno contestato in tanti in Sardegna e cioè la mancanza di un avviso pubblico rivolto a tutti che consentisse a tutte le associazioni di chiedere provvidenze per le loro attività. È una triste e degradata storia di cui abbiamo già parlato e di cui si è occupata anche la stampa nazionale italiana, per cui non serve tornarci sopra.
La novità è data dalle parole dell’Assessora alla Cultura dott.ssa Portas, la quale si preoccupa del dito e non della luna, parla cioè da funzionaria regionale e non da Assessore. L’Assessora, infatti, difende la regolarità amministrativa dell’erogazione delle risorse, ma non si sente toccata dal fatto che un Assessore/a alla Cultura dovrebbe ‘vedere’ la cultura e non solo ‘sbrigare’ pratiche.
Perché l’assessora non ha ‘visto’ il durissimo e pregevole lavoro fatto dall’Istituto Emilio e Joyce Lussu in quarant’anni di attività?
Perché non è andata a vedere quanti e quali libri sono stati scritti?
Perché, al di là di ciò che ha fatto il Consiglio regionale, magari sollecitato lobbisticamente, l’Assessora non ha proceduto a contattare per tempo, nel 2024, l’Istituto Lussu, a ragionare con loro su come omaggiare la ricorrenza dei cinquant’anni dalla morte di Emilio Lussu?
La Regione Sardegna ha santificato Enrico Berlinguer con spese vertiginose che hanno alimentato alcuni (uno) gruppi editoriali, ma non ha riconosciuto Lussu. Una ragione c’è: Berlinguer (che io non ho mai apprezzato, avendo egli abbandonato Moro alla morte sin dal primo giorno del suo sequestro, avendo egli aperto la questione morale senza parallelamente aprire i cassetti dei rapporti tra PCI e Urss, essendo stato egli un togliattiano di ferro e non un gramsciano), ha goduto di propaganda, Lussu no. Ma un assessore alla cultura deve essere colto, deve avere vista lunga e profonda, deve saper distinguere le mode dalle strutture.
A me pare sia questo il problema: la cultura di chi governa la cultura; la dott.ssa Portas ha dato una risposta burocratica troppo al di sotto della sua funzione.
Mi dispiace, ma sembra semplicemente squallido che l’Assessora alla Cultura della Regione Sardegna non avesse consapevolezza dell’esistenza delle due associazioni culturali dedicate a Emilio Lussu. Ma come avviene la programmazione delle commemorazioni, per esempio? Come si muove l’Assessora e i suoi dirigenti? Che sconforto!
Ieri, ho avuto modo di leggere sulla Nuova Sardegna l’attacco sulla concessione dei fondi regionali da parte dell’”Istituto Emilio e Joyce Lussu” nei confronti dell’altro ’” Centro Studi Emilio Lussu”, in merito al finanziamento di £. 300.000 concesso a quest’ultima associazione di cui non si conosce neanche la sede, con il famigerato “emendamento all’emendamento” n. 464 del 7 novembre 2024, con cui il consiglio regionale, ha concesso a capocchia, senza bando pubblico, agli amici degli amici di tutti i consiglieri regionali, la bellezza di € 22.532,412,32, per cui ho presentato denuncia alla Procura generale di Cagliari.
In merito a ciò, in primo luogo, ricordo che eventuali concessioni di denaro pubblico ad associazioni di promozione sociale e/o culturale sono regolate dall’art. 56 del Codice del Terzo settore in cui è stabilito che:
1. Le amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, del D.lvo 30 marzo 2001, n. 165, possono sottoscrivere con le organizzazioni di volontariato e le organizzazioni di promozione sociale, iscritte almeno sei mesi nel Registro Unico Nazionale del Terzo settore, convenzioni finalizzate allo svolgimento in favore di terzi di attività o servizi sociale di interesse generale, se più favorevoli rispetto al ricorso al mercato.
2. le convenzioni di cui al comma 1 possono prevedere esclusivamente il rimborso alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale delle spese effettivamente sostenute e documentate.”.
Domanda: “il Centro Studi Emilio Lussu e iscritto, come previsto in legge, al Registro Unico nazionale del Terzo settore”. Dallo scorrimento di tale registro (RUNTS) presso il Ministero del lavoro risultano iscritte, in ordine alfabetico ben 131.835 associazioni evidentemente senza alcun fine di lucro, escluso il Centro Studi Emilio Lussu. Pertanto, tutto regolare?
Non solo, sarebbe interessante scorrere il contenuto della convenzione di cui trattasi, per capire in che cosa consistono tali sostanziosi rimborsi se si tratta soprattutto di “proiezione di alcune pellicole dedicate al fondatore Partito Sardo di Azione e autore di “un anno sull’altopiano” organizzate a Rivoli, Firenze, Cagliari e Lipari, Una conferenza ad Orani, e una rappresentazione teatrale a Cagliari? Salvo che le spese, non crescano smisuratamente per lo spostamento in aereo e pernottamenti vari in quelle sedi di una marea di non meglio identificati “sardisti” o gruppi folk o canori, tanto per far numero e completare la previsione di spesa di 175.000 euro. Tanto paga sempre, non “Pantalone”, ma tutti i sardi con i loro tributi.
Le due associazioni in teoria, piuttosto che solo lamentarsi, potrebbero presentare richiesta di contributo ai sensi della legge 18 del 24 (motivazione : perché a loro si e a noi no); impugnare al tar la risposta negativa o il silenzio; chiedere al tar di verificare la legittimità costituzionale della legge per violazione del principiodi uguaglianzadavantialla legge. Il tar non potrebbe che promuovere la questione e la Corte Costituzionale la dichiarerebbe incostituzionale ( lo ha già fatto per leggi di altre regioni uguali). Però sono costi, tempo, rabbia. Allora andiamo avanti così: la legge con la tabella dei beneficiari scelti in modo arbitrario, palesemente incostituzionale,
viene votata perché altrimenti non passa la finanziaria o la variazione; qualcuno vota consapevole della illegittimità, qualcuno neppure; c’è un po di indignazione (articoli, raccolta firme, denunce); il governo non impugna la legge, se ne frega, non c’è conflitto di competenze tra stato e regione; gli uffici la applicano, devono, solo il giudice in Italia può disapplicare la legge; i consiglieri vedono che non è stata impugnata, che gli uffici la applicano, quindi è roba buona, l’arbitrio paga, probabilmente rende (gratitudine, forse voti), e allora ricomincia il giro. In Sicilia sembra che dopo polemiche e denunce si sia deciso di fare la tabella solo per I comuni, in Sardegna si vedrà al prossimo giro
Vorrei dare un colpo al cerchio ed uno alla botte ,ma se manca la botte ……,rimane solo il cerchio ,!!!! Purtroppo in regione non si distinguono più né cerchio né botte e non mi pare esistano alternative a criticarne l’,operato
( ,? ) della giunta e di ogni attore dotato di competenze con curricula e vicinato ,;
ma l’opposizione è viva ? Non è ancora giunto il momento
per battere qualche colpo ? Se analizziamo ogni atto,ogni intenzione espressa dalla giunta intera,non pare si possa apprezzare alcuna visione di futuro : si va alla giornata accomodando il basto come e quando si riesce Si dice che alla guida sia stata chiamata una leonessa il cui spazio operativo naturale della savana pare restringersi celermente fino ad ingabbiarsi rovinosamente .Per emulazione anche gli assessori e gli esperti della corte ,sembrano sbadigliare pesantemente in attesa che sorga il sole …..! Quel sole che avevano promesso di accendere per illuminare la riscossa della Sardegna intera
( era il tempo della povertà eliminata per sempre ) . Andiamo a parlare di cultura ,con idee davvero da approfondire ,ma non teniamo conto che tutta la corte miracolata , è in preda a contorsioni mentali su cosa fare e ……come fare !!!!! Ne eravamo convinti subito dopo la loro elezione o nomina regale ,ma ne siamo ,purtroppo, più convinti oggi che ne vediamo giornalmente i passi pericolosamente instabili . Poiché ,ripeto,questa opposizione pare annoiata ,seduta sugli spalti ad assistere , non vorrei ,prof.,che gli unici a non divertirsi ,assistendo a questo andazzo deprimente ,siamo noi spettatori paganti
Gentile Professore, effettivamente cercando la fantomatica sede del “Centro Studi Emilio Lussu” a Siddi con “Google Street View”, sembrerebbe che la numerazione dispari della via Giuseppe Manno termini al numero 17, dopodiché c’è l’innesto con la via Pasquale Tola.
Per quel che vale, un personaggio che un tempo era il “deus ex machina” di tale “Centro Studi” possedeva una casa a Siddi. Di chi si tratta? Ah, saperlo ….
Caro Professore,
su questo aspetto Urss-pci bisognerebbe parlare. E pure tanto!
Perché negli archivi del Pcus a Mosca è riportato che il pci ricevette finanziamenti (illeciti!) dal 1945 agli anni 80. Tutto è chiaro. Evidente.
Ma l’Unione Sarda, nonostante io abbia inviato negli anni più e più scritti su questo grave aspetto che riguarda anche il periodo di Berlinguer segretario, ha sempre cestinato tutto! Perché santificare Berlinguer, e non accennare praticamente mai a questo lungo periodo (circa 40 anni consecutivi di foraggiamenti sovietici!) che riguardò Botteghe Oscure? Mani Pulite colpì i partiti della repubblica che erano marci. Tranne uno! Che era marcio dal 1945. E gran parte della cosiddetta “libera” informazione, anche in Sardegna e precisamente a Cagliari, NON vuol dire nulla in proposito. Oggi l’Unione Sarda pubblica un articolo sul film che andrà in onda il 10 Febbraio su Rai 1 per ricordare la Tragedia delle Foibe. Il giornalista definisce “soldati jugoslavi” coloro che prelevarono, facendolo sparire, il padre di una profuga istriana. NO. Erano partigiani comunisti di Tito, che ebbero una spietatezza ed efferatezza degna dei nazisti! Il comunismo ed i comunisti godono, in questa Italia repubblicana, di tanti troppi “accozzi” come diciamo noi a Cagliari. Ennesimo esempio di ciò che è dal 1946 questa istituzione repubblicana. Torbida. Molto torbida. Riflettiamoci senza remore e con onestà intellettuale. Merce rara per molti “compagni”…
Sono veramente indignato, poiché del lavoro, del valore e del sacrificio personale del prof. Ortu si sa, e quando la Regione decide di occuparsi di Lussu, non può far finta che l’Associazione da lui animata non esista.
Non conosco gli altri “beneficiari”, ma ritengo che mentre il prof. Ortu non sia andato certo a pietire, altri lo abbiano fatto. E contrariamente a quanto si pensi, di intellettuali che preferiscono morire piuttosto che pietire ce ne sono tantissimi in Sardegna: un atteggiamento stoicamente mantenuto sia quando governava la destra sia adesso.
Consiglieri regionali, siete decaduti, a casa, a casa!
Professore , eh..Non tutte possono essere Leonesse come quella dell’orto bene.
La denuncia intorno alla legge di variazione come legge provvedimento ad Personam induce a cautela burocratica. “Abbiamo ridotto il contributo e firmato la convenzione a euro 175000″”.
Penso e lo penso seriamente che i cittadini “svegli” debbano riappropriarsi della utopia di farsi sentire ; e farlo utilizzando le possibilità che il Diritto offre agli sguardi più attenti.
Non ci sono solo pale eoliche ma anche sordidi appetiti.
….sarà perché forse l’assessor* non è effettivamente ELLA ?
“Ma un assessore alla cultura deve essere colto” … ? Domando.
Ma un assessore alla sanità deve essere esperto in sanità? Ai LL.PP. deve essere ingegnere? Al Lavoro deve essere consulente del lavoro? Alla giustizia deve essere un magistrato o un avvocato?
No, secondo me no. Tutti gli assessori o ministri dovrebbero essere colti. Così anche le persone che amministrano e guidano le organizzazioni.
I saggi e i filosofi dovrebbero guidare le organizzazioni con il supporto dei manager. Le due figure potrebbero in certi casi sovrapporsi in una.
A questo punto dovremmo chiederci quale debba essere il grado di cultura delle “guide”, ma dovremmo anche chiederci come mai il “signor Gianni” è passato alla storia, nella vulgata corrente, come il miglior assessore della precedente legislatura.
Io di politica c’ho sempre capito poco, per questo non ho ancora dato risposta a questi dubbi.
Il fatto è che di Berlinguer si sa soltanto ciò che hanno voluto farci sapere e di Emilio Lussu si sa solo quello che è stato scritto sui libri tipo “il cavaliere dei rossomori” ecc ecc . Bisogna riscrivere i libri di storia e almeno in Sardegna inserirli come testi scolastico per poter conoscere i personaggi SARDI
….. e meno male che il tutto era per combattere i poteri forti……