Non ho mai conosciuto di persona Luciano Violante, ma l’ho letto molto.
L’ho sentito parlare dal vivo una volta, al Meeting di Rimini.
È amico di una persona che io stimo molto, Giorgio Vittadini, un santo che fa statistica per mascherare l’amore con i numeri.
Nonostante questa estraneità sostanziale, è una figura che ha attraversato, con le sue posizioni, la mia esistenza. Uno da cui mi separa una poesia di Montale, anzi, una strofa:
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Violante è il prototipo dell’uomo che se ne va sicuro, dell’uomo che riesce a ignorare la fragilità della materia, che non si cura dei riflessi suoi e delle sue azioni, che attraversa la vita a passo marziale, che risolve i suoi dubbi sempre in un ragionamento geometrico, quadrato, tetragono, autoassolutorio. Per lui chiedere scusa è ipocrisia, e forse ha ragione, ma chiedere perdono non lo è, e lui non lo sa fare.
Oggi ha rilasciato una bella intervista al quotidiano La Verità, ma io non riesco a dimenticarlo come avversario irriducibile di Giovanni Falcone. Ricordo una sua intervista all’Adn Kronos del maggio del 2021 (di cui non trovo la traccia in rete) nella quale, dopo aver ammesso candidamente che tutta la Sinistra era contro Falcone perché invidiosa del suo prestigio e, perché, a suo dire, troppo presente sui media (che dire, allora di Giancarlo Caselli?), immediatamente riuscì a costruire per sé l’alibi tecnico dell’ostilità al progetto di Falcone della Procura Nazionale Antimafia. Peccato. Peccato che tutti ci ricordiamo dell’ostilità di Violante all’ascesa di Falcone alla Procura di Palermo e del concorso in quella operazione di ostentata bocciatura del migliore che fu, per stizza e invidia, l’indicazione per quel ruolo di Pietro Giammanco, con gli sviluppi successivi che tutti conosciamo.
La coerenza di un uomo non sta nel non cambiare idea, che è l’atteggiamento tipico degli stupidi e dei superbi; la coerenza di un uomo si misura sempre sugli orizzonti, sulle mete. Resto convinto che si scelga il bene o il male da ragazzini, come pure si sceglie la materia o lo spirito (io ricordo di più la prima volta che una mia amica mi concesse un bacio, che non la prima volta, che pure fu incredibilmente ottima, che feci l’amore in camporella, come si usa in Sardegna), come, infine, si sceglie precocemente se parteggiare per il potere o per la libertà e come comporre le due cose.
Vedere oggi Violante presiedere Multiversity, l’associazione delle università telematiche, e sentirlo dire con leggerezza e sicumera (l’uomo che se ne va sicuro) cose assolutamente infondate ma funzionali al suo ruolo, mi riporta ai tanti uomini della ‘Sinistra che fu’, genitori della ‘Sinistra prepotente che è’, i quali oggi discettano di civiltà, ma si implicano nei peggiori commerci dei peggiori prodotti del globalismo, pretendendo sempre di dare buoni consigli, di essere guru morali della nazione italiana, senza neanche avere lo scrupolo di non dare il cattivo esempio. Non sarà la Sinistra italiana a difenderci dai miliardari che stanno conquistando il potere politico. Non può farlo perché ama le comodità, ama il potere, ama solo se stessa.
La frase presa dall’ interessante articolo di Start Magazine – “Sulla base di quali dati difende gli atenei digitali che rappresenta e attacca quelli rivali?” – riferita a Violante, mi fa pensare alla concorrenza tra aziende per la commercializzazione di prodotti industriali.
Quale sinistra? Sarà un mio problema, ma in Italia la sinistra non esiste, in quell’ arco costituzionale ci sono una destra che si rafforza, un centrodestra, un centrino che si dichiara sinistra, guardiamo alla Sardegna che, formalmente, esprime un governo di centrosinistra innamorato del potere, del privilegio
Non avere lo scrupolo di non dare il cattivo esempio, è tipico di chi ha fatto in modo che la domenica delle salme lasciasse i segni di una pace terrificante…