Quello che segue è l’elenco di tutti gli stanziamenti ottenuti da parrocchie e curie, direttamente o attraverso i Comuni, nell’ultimo assestamento di Bilancio.
La somma totale è di 4 milioni 853mila euro, pari a poco più del 20% circa dell’ammontare complessivo della manovra in aumento sulla tabella.
La caratteristica generale è che si tratta di stanziamenti privi di uno straccio di istruttoria, di un minimo di evidenza pubblica, di una domanda presentata a seguito di una possibilità di legge garantita per tutti.
Sono favori soddisfatti, chiesti a singoli consiglieri regionali, mettendo in primo piano le proprie esigenze e ostentatamente girandosi dall’altra parte rispetto agli stessi bisogni, restati inevasi, di quei preti e di quei vescovi che non hanno baciato la pantofola o dato il paternalistico buffetto sulla guancia a nessun consigliere regionale.
Metto in evidenza questo vostro modo di agire perché, purtroppo, non avete coscienza di ciò che rappresentate e vi comportate male, da membri privilegiati e impuniti di questo circo istituzionale che si permette la disuguaglianza e la sperequazione e le ostenta come virtù.
Voi che vigliaccamente quasi fate finta di non conoscere mons. Becciu (che almeno è nato povero e che, dopo un processo nel quale un Papa ingiusto ha cambiato sedici volte le regole, nel corso del processo, pur di arrivare a vederlo condannato, tale è restato, posto che non è stato dimostrato che un solo euro gli sia rimasto attaccato alle mani dei tanti milioni amministrati come sostituto del Segretario di Stato – e lo dico io che non lo conosco, e che quando si permise di occuparsi, con superficialità cardinalizia, di strade e infrastrutture, lo mandai pubblicamente a farsi benedire), condannato dall’ingiustizia vaticana, tra le altre cose, per aver stanziato soldi della Chiesa alla sua diocesi di origine (senza che i celeberrimi e linciati fratelli si siano messi in tasca mezzo centesimo), voi avete preteso che ingenti somme pubbliche, cioè soldi di tutti, non vostri – se non pro quota – né della Chiesa, soddisfacessero vostri bisogni da nessuno accertati e assentiti, e ignorassero quelli analoghi, e probabilmente più intensi, di vostri confratelli non avezzi, come il Maestro, a frequentare potenti superbi. Voi vi siete seduti a banchettare e avete mani e bocche sporche esattamente come quelli che si sono visti acquistare i cinema del paese, di loro proprietà, per legge regionale, valutando a piacere quello di Sedilo 100mila euro e quello di Bitti 1 milione di euro.
Voi siete a tavola e vedervi lì è insopportabile.
Voi che dai pulpiti parlate ormai come sociologi, discettate di legalità, trasparenza, uguaglianza, voi vi siete trasformati in cortigiani pasciuti.
So perfettamente che fare i preti è difficile, perché il giogo, originariamente leggero, è stato reso insopportabile dagli uomini che hanno mischiato Cesare e la Croce; vi hanno interdetto la famiglia e, spesso, gli affetti; hanno preteso che non lavoriate (quanto, ma quanto vi farebbe bene!), vi hanno isolato in una condizione inumana che non vi era originariamente richiesta. Ma quando fate i furbi, siete più insopportabili degli altri, quando vi trasformate in un surrogato della dirigenza politica, risultate paradossali e grotteschi.
Io sto con quelli di voi che voi mandate a marcire in case fatiscenti o a cui date gli incarichi peggiori perché odiano la mondanità, cioè voi.
Continuate a fare brochure per cammini religiosi, festival dei vip, assemblee di propaganda elettorale. Continuate.
Continuate, siete sulla strada giusta per il successo, ma non su quella originaria.
Sto con i preti che rispettano le leggi, che avrebbero voluto vescovi che tutti insieme fossero andati in Regione a chiedere l’incremento dei fondi per la manutenzione dei luoghi di culto e che avessero rispettato le procedure previste dalle leggi per la quantificazione dei bisogni e la gerarchia degli interventi in ragione delle urgenze.
Guai a chiedere favori al potere: ci si corrompe e lo si corrompe, ma a voi non frega nulla, l’importante è portare fieno in cascina. E allora, tenetevelo stretto.
Ecco l’elenco:
Arcidiocesi di Cagliari Caritas diocesana 30.000
Parrocchia di Bancali 30.000
Parrocchia BV Assunta Guasila 30.000
Parrocchia Sant’Eulalia Cagliari 50.000
Parrocchiale Tetto Sant’Elia Cagliari 50.000
Parrocchia di Monserrato controfacciata 50.000
Chiesa di san Giuseppe Padria 50.000
Completamento lavori e ristrutturazione Chiesa Sant’isidoro Soleminis 30.000
Facciata Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice Sanluri 20.000
Parrocchia di Neoneli 75.000
Parrocchia di Ula Tirso (Tetto ) 35.000
Parrocchia Sant’ignazio da Laconi Serramanna servizi igienici Scuola per l’infanzia + oratorio 82.000
Parrocchia Sant’Antonio Abate Iglesias (messa in sicurezza chiesa) 41.000
Parrocchia di Terresoli 50.000
San Vito rifacimento canonica 50.000
Parrocchia di Tottubella Sassari 100.000
Parrocchia San Pio X Sassari 60.000
Chiesa parrocchiale Sacro Cuore Quartu 30.000
Parrocchia Sant’Elena Imperatrice Quartu 45.000
Comunità religiosa Selargius San benedetto 40.000
Parrocchia Santa Barbara di Villacidro 80.000
Padri Somaschi Elmas 50.000
Suore Somasche Elmas 50.000
Parrocchia di Elmas 70.000
Parrocchia B.M. Assunta Guasila 100.000
Parrocchia San Giovanni Battista Sedilo 100.000
Diocesi di Ozieri 350.000
Chiesa San Gavino Martire Elini (Comune) 200.000
Restauro chiesa Sant’Andrea Apostolo Orani 1.000.000
Resaturo chiesa San Giovanni Battista Orani 250.000
Parrocchia Sant’Eulalia , restauro organo a canne 30.000
Struttura diocesana Golfo Aranci 400.000
Strutture culto comunitario Osilo 500.000
Sistemazione sagrato chiesa parrocchiale Bottidda 500.000
Parrocchia Beata Vergine Immacolata di Oschiri 150.000
Parrocchia Sant’Antonio Abate di Desulo 30.000
Non mi spiace per niente smentirla, ma tutte le poste del mutuo infrastrutture ebbero dietro procedure codificate, graduatorie o opere già deliberate e in itinere (completamento). Non solo, a scanso di equivoci, gli atti vennero notificato alla magistratura. Quanto mi piacerebbe conoscere il suo nome!
Quanti pulpiti inadatti a dispensare prediche.
Grazie, Paolo.
La cancrena politico clientelare in Sardegna è talmente diffusa che ormai è difficile decidere se si debba amputare la parte buona o la parte cattiva.
Il cinquanta per cento ed oltre della popolazione non va più a votare perché considera l’infezione troppo diffusa e non sanabile.
Una vergogna… Ma non scordiamo che tra la Todde e la Chiesa Sarda c’è stato un patto in campagna elettorale.
Prof. a scanso di equivoci ci ricordi come era avvenuta la selezione degli interventi per il mutuo infrastrutture o ad es. per le opere finanziate con FSC. Il discrimine dovrebbe essere che in quel caso venivano individuate le opere, giusto? Anche in quel caso probabilmente ci furono dei forti elementi di discrezionalità, ma trattandosi di atti amministrativi era possibile rimodulare, riprogrammare, ecc., il discrimine era che si trattava di opere pubbliche, il più delle volte di rilievo sovracomunale. Non è una provocazione, è per ragionare come si può fare un programma di finanziamenti non direttamente con legge, come si può provare a ritrovare equilibrio tra esecutivo, legislativo e uffici. Voglio dire, prima sembrava che decidessero tutto gli assessori, ora sembra che il consiglio cerchi di prendere la sua parte (almeno per le risorse regionali) e gli assessori quasi restano tagliati fuori, però si è partiti dalla selezione diretta dalle opere pubbliche, poi manifestazioni , fiere e mercati, e si è arrivati al di tutto di più, si deve trovare una strada per il reset
Briciole.
Evidentemente stanno finendo le chiese da ristrutturare in Sardegna: negli ultimi due anni le famose tabelle allegate alle varie manovre di bilancio hanno stanziato a favore delle parrocchie cifre ben più alte per centinaia di interventi.