Verrebbe da esordire: «Ma chi volete prendere per il naso (opposto scisso dell’altro retrostante anch’esso scisso, frequentemente usato per locuzioni analoghe a “prendere in giro”, da cui il noto invito signorile a mettere il naso in scissura)?»
Ieri la Junta ha assunto una solemne deliberación sobra los muertos de estado (mis bolas!) e ha abolito la decisione precedente di Solinas di pagare i funerali de los consejeros regionales fallecidos. Guau!
Soberana majestad, vuestra inteligencia del coraçon popular es parecido al genio que descubrió el agua caliente.
Fammece pensà du secondi.
Mentre in Sardegna si viaggia da cani, si muore come cani perché non ci si può curare, non c’è lavoro manco a pagarlo, gli animali muoiono come mosche con e senza azoto liquido, i boschi sono malati, la capitale è sporca come mai lo è stata prima, le università rischiano di chiudere perché il governo con l’ultima finanziaria ha previsto un taglio dei finanziamenti del 25%, sull’energia si naviga a vista tra divieti e deroghe, le scuole sono tra le più scadenti della Repubblica, mentre accade tutto questo e si presentano due assestamenti prima della finanziaria così da non spendere manco un euro pubblico neanche quest’anno e si pagano i consulenti inoccupati 130.000 euro l’anno, la Junta si vanta di aver abolito i funerali di stato di Solinas?
E poi, vantarsi… che brutta abitudine! Cito da uno dei miei libri preferiti:
Il secondo pianeta era abitato da un vanitoso.
“Ah! ah! ecco la visita di un ammiratore”, gridò da lontano il vanitoso appena scorse il piccolo principe.
Per i vanitosi tutti gli altri uomini sono degli ammiratori.
“Buon giorno”, disse il piccolo principe, “che buffo cappello avete!”
“È per salutare”, gli rispose il vanitoso. “È per salutare quando mi acclamano, ma sfortunatamente non passa mai nessuno da queste parti”.
“Ah si?” disse il piccolo principe che non capiva.
“Batti le mani l’una contro l’altra”, consigliò perciò il vanitoso.
Il piccolo principe battè le mani l’una contro l’altra e il vanitoso salutò con modestia sollevando il cappello.
È più divertente che la visita al re, si disse il piccolo principe, e ricominciò a batter le mani l’una contro l’altra.
Il vanitoso ricominciò a salutare sollevando il cappello.
Dopo cinque minuti di questo esercizio il piccolo principe si stancò della monotonia del gioco: “E che cosa bisogna fare”, domandò, “perché il cappello caschi?”
Scusate, per l’emozione di aver rievocato ciò che mi ha guidato per un lungo tratto della mia vita (far cadere i cappelli, di papà, di mamma, del preside, dei professori autoritari, dei presidenti che ho incontrato, dei magistrati che mi hanno rotto le scatole, delle fidanzate che si credevano chissacchì ecc. ecc.) mi è partito il neurone delle divagazioni.
Vorrei spiegare, incidentalmente e senza riferimenti a fatti o persone, il significato di un’espressione: faccia di culo. Consideratelo un’expertise.
Chi è uno cui si dice ‘faccia di culo’? Pochi lo sanno; ha la faccia come il culo chi è sfrontato, sfacciato, impudico, privo di vergogna. Ma perché si tira in ballo il culo?
Perché la natura del culo è la sfacciataggine: tu stai lì, impegnato a declamare un discorso importante e lui che fa?
Ti fa bussare le appendici da una puzzetta.
Che fai? La molli o la tieni?
E mentri coordini la retorica, lui ti scatena contro la peristalsi e tu ti trovi diviso tra il senso del dovere e l’aria che bussa, e ribussa, scappa appena appena, ritorna su, prende la rincorsa e ritorna, tutto con una sfacciataggine inarrivabile. È impertinente, irriverente, indifferente a ogni cultura, ostile a ogni volontà.
E poi il culo ha una sola espressione per tutte le occasioni: quella è e quella resta, espressiva o malinconica, tonica o calante, boteriana o ossutesca.
Purtroppo, a seconda di chi si incontra o dell’azione che si compie o cui si assiste, toh!, lui si presenta sorridente in verticale a stabilire analogie tra sé e il mondo e ate veien da dire: «Ma guarda tu che faccia da culo».
È solo un inciso, perdonatemi, non so bene perché mi sia venuto in mente (perché mi è venuto in mente? aiutatemi) forse sto invecchiando e divago.
Ora, però, cosa pensare della strana evenienza per la quale la Junta abolisce i funerali di Solinas, ma si guarda bene dall’abolire la legge di Solinas sul superstaff, quella che ha moltiplicato a dismisura le poltrone, ha istituito la figura inutile del Segretario generale, ha consentito ai Gabinetti degli assessorati di lievitare ecc. ecc. Ma ricordo male o la Desirè Manca, quando stava all’opposizione, gridava allo scaaaandalooo e invece adesso tace e nomina consulenti romani sulle spalle dei Sardi?
Com’è che la Junta si occupa dei morti, ma si guarda bene dall’abolire le prebende laute e diffuse istituite da Solinas?
Forse perché sono le prebende che hanno fatto ricchi tredici signori inoccupati o comunque senza fissa occupazione, portandoli al rango di stipendiati con 130.000 euro l’anno?
Questi stipendioni per funzioni improbabili non vengono aboliti?
Le bare sì gli stipendi no, perché ora sono i loro stipendi? Je piacciono di più li sordi de le portrone, li crisantemi de’ bauli, però vantarse pure de ‘sta fregnaccia me pare troppo.
Ma di che cosa vanno orgogliosi, della loro impudenza?
Complimenti, comunque, avete fatto una bellissima figura, forse un po’…, uhm me vene da dì de…, no, non divaghiamo!
Ha ragione Prof; non c’era bisogno di strombonare, grancassando i gemelli nascosti, per annunciare che tra le decisioni dei cattivoni della giunta precedente hanno eliminato un topolino domestico; mentre invece i pachidermi belli pasciuti sono rimasti lì a pascolare e proliferare tranquilli.
A proposito di “faccia di culo”.
Lo spettacolo cui si assiste quotidianamente dal “Teatro dei Politicanti” di via Roma meriterebbe più che un “DO di petto”…… “un peto in DO”….
In linea con quei “vanitosi” che si danno le “arie”: mutuando le parole del Sommo Poeta noi elettori potremmo fare come Barbariccia “.. del cul fatto trombetta…”
E chi dice il contrario? Qui si obietta la grancassa, non il contenuto. Continuo a ritenere la revoca un grande strumento di distrazione di massa. Ed è sintomatico che Guerrini non dica una parola sul poltronificio e si stracci le vesti sui funerali. I secondi sono un’indecenza revocata, il primo è un’indecenza mantenura e utilizzata. E’ una nefandezza, come dice Lei, su cui non c’è da attendere nulla, perché è diventata pane per la famelica tribù dei Cinquestelle.
Ma che discorsi sono? Sarebbe come dire che siccome rubano tutti posso rubare anche io. Intanto aboliamo questa schifezza dei funerali gratis, e apolaudiamo, poi per le altre nefandezze vedremo. E comunque fino a pochi giorni fa, fino a quando Mario Guerrini non ha scoperchiato la pentola, nessuno protestava.
Chie non podet messare ….ispigat !!!!!
Dato che non mi dembra abbiano preso altri provvedimenti di cui gioire con i ” sudditi ” , lasciamoli festeggiare con le casse da morto “storiche”. . Che tempi !!!!!!!!
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Va bene definanziare i funerali VIP ma era necessario dare 2.5k alla chiesa cattolica con i miliardi che percepisce col 5×1000? Protocollo d’Intesa firmato il 22 settembre 2016 tra la Regione Sardegna e la Conferenza Episcopale Sarda, ha deliberato un cofinanziamento di ulteriori 2.432.500 euro per il programma “Sardegna in cento chiese”. Questa iniziativa è dedicata al recupero e al restauro di edifici di culto di rilevante valore storico e culturale in Sardegna.
C’era bisogno di devolvere €700.000 ai sindacati per l’attività che NON svolgono e i lauti stipendi e pensioni che elargiscono ai loro dirigenti?
Sarei curioso di capire la ripartizione tra i vari orientamenti politici degli stessi…..
Tra tutte le delibere perché non abolire quella tanto vituperata dello superstaff di Solinas?
Ajò Desirée!
La giunta, su proposta dell’assessora Manca, ha destinato 700mila euro a favore delle organizzazioni sindacali confederali per favorire le attività relative ai problemi dello sviluppo economico e sociale dell’Isola e per incentivare la partecipazione delle stesse al processo di formazione degli atti di programmazione regionale.
… ma ita funt, una junta de alluaus? O de “fac.d.cu.”?
Però is Sardus no si depus disisperai, ca ge si moreus chentza mancu baulu. Su mali iat a èssi si mancàt chini s’agiudat a morri e giustu chi siat pagau bèni ca assinuncas comenti iat a fai a campai e agiudai is àterus a morri? Po tot’àteru, de dinai no ndi papant mancu is canis famius o abbramius satzagonis, e mancu is disocupaus, e sa beridadi est ca is Sardus (?!) no crieus mancu a is ogus nostus. O andaus ainnantis (?!) a ogus serraus. O su mellus augùriu de istima chi nosi feus est “Bai, bai innoromala!” O seus totus pisci alluau po s’arretza de chini benit a piscai o iscieus giogai totus a pisci alluau.
Epuru s’isperàntzia, no isceti de morri, no est morta po no abbarrai fraghendi in “fac.d.cu.” e in s’interis fintzas si no Sardus podeus èssi assumancus genti, ca ge fait.
Sublime.
Trilussa, Toto’ e Gigi Proietti avrebbero apprezzato