Ieri, dopo aver letto tre tesi di laurea, aver sentito al telefono tutti quelli che si interrogano su come sia stato possibile che in Sardegna un candidato presidente abbia speso in campagna elettorale, e non poco, senza nominare alcun mandatario, ho accettato l’invito traditore del mio divano e temporaneamente sono scivolato, troppo presto, ahimé, nelle braccia di Morfeo. In queste condizioni di scomposta incoscienza, sognando di incontrare Guglielmo il Maresciallo mentre prendeva a pappine il viceré di Sardegna Francesco Tana di Santena, ad un certo punto è comparso sullo schermo Bruneo Vespa che intervistava il presidente del Senato La Russa. Vespa mi desta per quella maledetta sigla che ha scelto per il suo programmino, perché un giorno del 1976, durante un matrimonio, una ragazza più grande di me mi trascinò a ballarla con lei, quando ancora si ballava magnificamente abbracciati l’uno all’altra, e ancora ricordo nelle narici il suo profumo, misto all’odore delicato e pulito della sua pelle brunita, e la sua mano che mi carezzava – vigliacca! – la nuca.
Mentre stavo in questo limbo temporale, La Russa incomincia a rispondere sul caso dei dossier compilati dagli addetti della società Equalize e dice a chiare lettere che colui (un suo amico) che avrebbe commissionato un report su di lui e su suo figlio, deve dire chi lo ha costretto a farlo. Quando un Presidente del Senato dice queste cose in tv, per quanto sia uno smargiassone consapevole come La Russa, non lo dice a caso. Ne consegue che, in linea di massima è divenuto ufficiale che l’Italia, come il mondo, è un paese di ricatti e che il ricatto è diventata un’arma politica pressoché sdoganata. Chi dà materia ai ricattatori? Prevalentemente la mole immensa di informazioni che lo Stato raccoglie naturalmente o attraverso indagini sui suoi cittadini. Il problema sta qui: o si limita il potere di raccolta o si crea il presupposto materiale del ricatto. Polizia, Carabinieri, magistratura e servizi segreti non vogliono capirlo.
Oggi, però, il Corriere della Sera dedica al tema dossieraggi una pagina, la n.10, che invito tutti a leggere, perché è indicativa di come non basti spiare, ma occorra anche interpretare ciò che si spia e si è scoperto essere spiato. Il Corriere dà conto dello scontro tra il PM che ha indagato sul caso Equalize e il Gip che ha disposto i domiciliari. Che cosa si scopre? Si scopre che mentre il PM dà valore alle intercettazioni tra gli indagati, il Gip dà valore ai fatti e afferma che Equalize non aveva ancora bucato i server del Viminale, al punto che il prelievo di informazioni, riferibili prevalentemente al mondo degli affari e non della politica, avveniva ancora attraverso due poliziotti pagati dalla società, non dunque per via telematica. Il Gip applica la nuova legge Nordio, il PM agisce all’antica. Sono moltissime le persone che sono state rovinate da dichiarazioni telefoniche che poi si sono rivelate mendaci (conosco un mio parente strettissimo, quasi coincidente con me, che al telefono mente sempre per strategia difensiva). Vale la parola o vale il fatto?
Io stesso sono stato indagato per associazione a delinquere, mica nulla!, per aver detto a un amico che non tolleravo (e non tollero) le conversazioni con i cellulari sul tavolo. Non ho nulla da nascondere, ma non riconosco a nessuno il diritto di registrarmi (se non ai miei studenti) perché chi registra ha il recondito pensiero di usare ciò che dico contro di me, a mia insaputa. Ho diritto alla difesa.
È facile prevedere che l’inchiesta Equalize faccia la stessa fine dell’inchiesta Cantone sui dossieraggi fatti negli uffici della Procura Antimafia. Cane non mangia cane. Ma resta il tema: i depositi delle informazioni raccolte dagli apparati dello Stato.
Superato il conflitto di incazzi e nostalgia suscitatomi da Bruneo Vespa e dal suo programmino, giunge in tarda serata la notizia che i Cinquetasche si sono dissolti in Liguria, che il loro diktat a Renzi è stato fatale, che il campione della Sinistra prodotto in laboratorio, perfetto senza significato, ha perso. È l’inizio di una fine. Sarò curioso di leggere i rendiconti delle spese della campagna elettorale grillina in Sardegna firmati da Licheri e da Conte. Sono certo che ne emergerà uno spaccato del profilo reale dei Cinquetasche.
Ma l’esito delle elezioni in Liguria è anche la dimostrazione che il Pd in Sardegna ha dato la Regione in mano a una compagnia di incompetenti, praticanti del parassitismo istituzionale, con interessi latamente e strettamente confliggenti con l’interesse pubblico, cedendo al bluff ricattatorio di una forza politica effimera.
Il rischio vero è che il successo ligure radicalizzi il Pd ulteriormente, lo porti a parlare solo ai suoi e a ignorare la persuasione di quell’elettorato che spostandosi con libera e legittima disinvoltura da Destra a Sinistra e viceversa, garantisce l’alternanza in Italia. Oggi, il Pd dice a chi non lo vota solo una cosa: «Non voterai per quei fascisti?». Messaggio respingente. Messaggio che genera Resistenza.
Renzi con la dissoluzione dei cinque***** non c’ entra. Li ha estinti Grillo illo tempore sedendosi sulle ginocchia di Draghi.
No, la cosa peggiore che potesse capitare in Italia* è stato un movimento politico che ha illuso milioni di persone dicendo che avrebbe aperto il parlamento “come una scatola di tonno”, ostentando distanza dalla politica e dai politici classici, proclamando libertà e verità rispetto al mondo paludoso dell’informazione e poi si è rivelato un fuoco di paglia, per la pochezza dell’azione politica e per le mille giravolte in cui si è esibito, ottenendo un solo e grave risultato: allontanare dalla politica quelle persone che ci avevano creduto “come ultima occasione” e che ora dicono “non mi faccio fregare più da nessuno”.
*A livello interno. A livello generale è la sottomissione a poteri esterni che condizionano le scelte e la politica, verso una sudditanza distruttiva.
Credo che i due livelli siano collegati.
Capisco avercela con tutta la sx o quasi, ma in ogni caso (io sarò anche super partigiana), ma non potrei mai buttare il cuore oltre la siepe…. questa dx è la peggior cosa potesse capitare in Italia….
LUIGI, peggio della giunta di Solinas? Dai, questa è grossa! Dovremmo allora almeno aspettare pari provvedimenti giudiziari per i due Presidenti…
E se è probabilmente vero che al peggio non c’è mai limite, l’inizio è sicuramente pessimo, ma arrivare al disvalore della precedenza giunta, ce ne passa…
Egr. Prof.. Le sue elucubrazioni che spaziano dalla inchiesta Equalize ai ricordi giovanili, che mi hanno riportato alla mente analoga esperienza di un mio vecchio e carissimo amico differente esclusivamente dalla location, la sua matrimoniale, questa carnevalesca, nell’ultima parte trattano delle regionali liguri come punto di partenza per considerazioni sulla realtà degli ex 5 S, dico ex perché quantitativamente si sono ridotti al lumicino, e della sua rappresentante regionale che quale nostra signora miracolata dal voto disgiunto, difficilmente potrà sperare nell’aiuto di qualcuno per risolvere i suoi problemi dato i mugugni circolanti in tutta la sx anche sul conto di Conte (mi scuso per la ripetizione) accusato anche dal fondatore del suo movimento di alto tradimento. Vorrà il PD, che già rumoreggia, salvarla? Oppure prevarra’ la paura di non poter ripetere il risultato dello scorso febbraio e tutto continuerà nel caos governativo di questi pochi mesi? Allora la Pratobello potrebbe essere la variante che accomuna i sardi non solo per evitare il dramma delle rinnovabili ma anche per affrontare tutti gli altri problemi primari che non riescono a trovare soluzione per il valore aggiunto, questo si’, alla incapacità gestionale finora dimostrata dalla presidente, dalla giunta e dalla sx al governo, PD in testa,
A proposito della limitazione del potere di raccolta delle informazioni e del pericolo
di ricatto (con qualsiasi strumento intimidatorio, non solo giuridico ma anche economico, reputazionale, sentimentale, etc.), mi viene in mente la visione dell’universo delittocentrica di alcuni magistrati, a quali ho sentito dire con le mie orecchie che la scelta legislativa di condizionare l’acquisizione dei tabulati telefonici all’autorizzazione del Gip (e non più alla sola volontà del PM) è criticabile perché i dati relativi ai contatti telefonici e agli spostamenti satellitari, diversamente dal contenuto delle telefonate, non hanno alcunché di riservato per “chi ha la coscienza pulita” (sic!)
analisi del voto di medardo…siamo riusciti a distinguerci ed i risultati li stiamo vedendo. Peggio della giunta Solinas, nessuna visione, nessuna risposta. In sardegna e’ stata data al Conte o Duca la possibilità di occupare, crescere e creare clientela in vista di altre elezioni esclusivamente per il suo tornaconto, candidarsi a presidente del consiglio alle prossime elezioni. peccato che sta facendo un bel fiasco. la prossima volta che scende in sardegna a fare il simpatico e a strimpellare nei locali lo accompagnerei con un bel fiasco di parteolla…cincin…teniamoci questi ottimi creatori di commissari, direttori, esperti ovunque…parassiti
il poco invidiabile ruolino di marcia del campo largo alle regionali:
– Sardegna del 25 febbraio – vinte;
– Abruzzo del 10 marzo – perse;
– Basilicata del 21,22 aprile – perse;
– Piemonte del 8,9 giugno – perse;
– Liguria del 27,28 ottobre – perse.
Attendiamo con ansia (?) il 17, 18 novembre le elezioni in Emilia Romagna e in Umbria.
Egregio, come profetizzato poche settimane orsono dai più, l’endorsement di Todde al campo largo in Liguria si è rivelato il bacio della morte. Evidentemente questa OMISSIS Signora non si è ancora resa conto (dopo aver infruttuosamente fatto la Madonna Pellegrina in Abruzzo Basilicata e Piemonte) che se dovesse ripetere la campagna elettorale sarda altre 10 volte la perderebbe 11 volte.
Che si dedichi quindi a fare la Influencer Capo ai compleanni ed alle feste paesane, magari dedicandosi saltuariamente al governo regionale per cui è stata inopinatamente eletta.
Saluti.